Orlando Furioso. Lodovico Ariosto

Orlando Furioso - Lodovico Ariosto


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di tutto il resto;

      esser morta, arsa viva, e che sia al vento

      la cener sparsa, inanzi che far questo. —

      Studia la gente mia di questo intento

      tormi: chi priega, e chi mi fa protesto

      di dargli in mano me e la terra, prima

      che la mia ostinazion tutti ci opprima.

      35

      Così, poi che i protesti e i prieghi invano

      vider gittarsi, e che pur stava dura,

      presero accordo col Frisone, e in mano,

      come avean detto, gli dier me e le mura.

      Quel, senza farmi alcuno atto villano,

      de la vita e del regno m'assicura,

      pur ch'io indolcisca l'indurate voglie,

      e che d'Arbante suo mi faccia moglie.

      36

      Io che sforzar così mi veggio, voglio,

      per uscirgli di man, perder la vita;

      ma se pria non mi vendico, mi doglio

      più che di quanta ingiuria abbia patita.

      Fo pensier molti; e veggio al mio cordoglio

      che solo il simular può dare aita:

      fingo ch'io brami, non che non mi piaccia,

      che mi perdoni e sua nuora mi faccia.

      37

      Fra molti ch'al servizio erano stati

      già di mio padre, io scelgo dui fratelli,

      di grande ingegno e di gran cor dotati,

      ma più di vera fede, come quelli

      che cresciutici in corte ed allevati

      si son con noi da teneri citelli;

      e tanto miei, che poco lor parria

      la vita por per la salute mia.

      38

      Communico con loro il mio disegno:

      essi prometton d'essermi in aiuto.

      L'un viene in Fiandra, e v'apparecchia un legno;

      l'altro meco in Olanda ho ritenuto.

      Or mentre i forestieri e quei del regno

      s'invitano alle nozze, fu saputo

      che Bireno in Biscaglia avea una armata,

      per venire in Olanda, apparecchiata.

      39

      Però che, fatta la prima battaglia

      dove fu rotto un mio fratello e ucciso,

      spacciar tosto un corrier feci in Biscaglia,

      che portassi a Bireno il tristo aviso;

      il qual mentre che s'arma e si travaglia,

      dal re di Frisa il resto fu conquiso.

      Bireno, che di ciò nulla sapea,

      per darci aiuto i legni sciolti avea.

      40

      Di questo avuto aviso il re frisone,

      de le nozze al figliuol la cura lassa;

      e con l'armata sua nel mar si pone:

      truova il duca, lo rompe, arde e fracassa,

      e, come vuol Fortuna, il fa prigione;

      ma di ciò ancor la nuova a noi non passa.

      Mi sposa intanto il giovene, e si vuole

      meco corcar come si corchi il sole.

      41

      Io dietro alle cortine avea nascoso

      quel mio fedele; il qual nulla si mosse

      prima che a me venir vide lo sposo;

      e non l'attese che corcato fosse,

      ch'alzò un'accetta, e con sì valoroso

      braccio dietro nel capo lo percosse,

      che gli levò la vita e la parola:

      io saltai presta, e gli segai la gola.

      42

      Come cadere il bue suole al macello,

      cade il malnato giovene, in dispetto

      del re Cimosco, il più d'ogn'altro fello;

      che l'empio re di Frisa è così detto,

      che morto l'uno e l'altro mio fratello

      m'avea col padre, e per meglio suggetto

      farsi il mio stato, mi volea per nuora;

      e forse un giorno uccisa avria me ancora.

      43

      Prima ch'altro disturbo vi si metta,

      tolto quel che più vale e meno pesa,

      il mio compagno al mar mi cala in fretta

      da la finestra a un canape sospesa,

      là dove attento il suo fratello aspetta

      sopra la barca ch'avea in Fiandra presa.

      Demmo le vele ai venti e i remi all'acque,

      e tutti ci salvian, come a Dio piacque.

      44

      Non so se 'l re di Frisa più dolente

      del figliuol morto, o se più d'ira acceso

      fosse contra di me, che 'l dì seguente

      giunse là dove si trovò sì offeso.

      Superbo ritornava egli e sua gente

      de la vittoria e di Bireno preso;

      e credendo venire a nozze e a festa,

      ogni cosa trovò scura e funesta.

      45

      La pietà del figliuol, l'odio ch'aveva

      a me, né dì né notte il lascia mai.

      Ma perché il pianger morti non rileva,

      e la vendetta sfoga l'odio assai,

      la parte del pensier, ch'esser doveva

      de la pietade in sospirare e in guai,

      vuol che con l'odio a investigar s'unisca,

      come egli m'abbia in mano e mi punisca.

      46

      Quei tutti che sapeva e gli era detto

      che mi fossino amici, o di quei miei

      che m'aveano aiutata a far l'effetto,

      uccise, o lor beni arse, o li fe' rei.

      Volse uccider Bireno in mio dispetto;

      che d'altro sì doler non mi potrei:

      gli parve poi, se vivo lo tenesse,

      che per pigliarmi, in man la rete avesse.

      47

      Ma gli propone una crudele e dura

      condizion: gli fa termine un anno,

      al fin del qual gli darà morte oscura,

      se prima egli per forza o per inganno,

      con amici e parenti non procura,

      con tutto ciò che ponno e ciò che sanno,

      di darmigli


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