Orlando Furioso. Lodovico Ariosto

Orlando Furioso - Lodovico Ariosto


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      seco ogni signoria sospetto porta;

      sì perché dianzi giunta era una nuova,

      che di Selandia con armata scorta

      di navili e di gente un cugin viene

      di quel signor che qui prigion si tiene.

      62

      Orlando prega uno di lor, che vada

      e dica al re, ch'un cavalliero errante

      disia con lui provarsi a lancia e a spada;

      ma che vuol che tra lor sia patto inante:

      che se 'l re fa che, chi lo sfida, cada,

      la donna abbia d'aver, ch'uccise Arbante;

      che 'l cavallier l'ha in loco non lontano

      da poter sempremai darglila in mano;

      63

      ed all'incontro vuol che 'l re prometta,

      ch'ove egli vinto ne la pugna sia,

      Bireno in libertà subito metta,

      e che lo lasci andare alla sua via.

      Il fante al re fa l'ambasciata in fretta:

      ma quel, che né virtù né cortesia

      conobbe mai, drizzò tutto il suo intento

      alla fraude, all'inganno, al tradimento.

      64

      Gli par ch'avendo in mano il cavalliero,

      avrà la donna ancor, che sì l'ha offeso,

      s'in possanza di lui la donna è vero

      che si ritruovi, e il fante ha ben inteso.

      Trenta uomini pigliar fece sentiero

      diverso da la porta ov'era atteso,

      che dopo occulto ed assai lungo giro,

      dietro alle spalle al paladino usciro.

      65

      Il traditore intanto dar parole

      fatto gli avea, sin che i cavalli e i fanti

      vede esser giunti al loco ove gli vuole;

      da la porta esce poi con altretanti.

      Come le fere e il bosco cinger suole

      perito cacciator da tutti i canti;

      come appresso a Volana i pesci e l'onda

      con lunga rete il pescator circonda:

      66

      così per ogni via dal re di Frisa,

      che quel guerrier non fugga, si provede.

      Vivo lo vuole, e non in altra guisa:

      e questo far sì facilmente crede,

      che 'l fulmine terrestre, con che uccisa

      ha tanta e tanta gente, ora non chiede;

      che quivi non gli par che si convegna,

      dove pigliar, non far morir, disegna.

      67

      Qual cauto ucellator che serba vivi,

      intento a maggior preda, i primi augelli,

      acciò in più quantitade altri captivi

      faccia col giuoco e col zimbel di quelli:

      tal esser volse il re Cimosco quivi:

      ma già non volse Orlando esser di quelli

      che si lascin pigliar al primo tratto;

      e tosto roppe il cerchio ch'avean fatto.

      68

      Il cavallier d'Anglante, ove più spesse

      vide le genti e l'arme, abbassò l'asta;

      ed uno in quella e poscia un altro messe,

      e un altro e un altro, che sembrar di pasta;

      e fin a sei ve n'infilzò, e li resse

      tutti una lancia: e perch'ella non basta

      a più capir, lasciò il settimo fuore

      ferito sì, che di quel colpo muore.

      69

      Non altrimente ne l'estrema arena

      veggiàn le rane de canali e fosse

      dal cauto arcier nei fianchi e ne la schiena,

      l'una vicina all'altra, esser percosse;

      né da la freccia, fin che tutta piena

      non sia da un capo all'altro, esser rimosse.

      La grave lancia Orlando da sé scaglia,

      e con la spada entrò ne la battaglia.

      70

      Rotta la lancia, quella spada strinse,

      quella che mai non fu menata in fallo;

      e ad ogni colpo, o taglio o punta, estinse

      quando uomo a piedi, e quando uomo a cavallo:

      dove toccò, sempre in vermiglio tinse

      l'azzurro, il verde, il bianco, il nero, il giallo.

      Duolsi Cimosco che la canna e il fuoco

      seco or non ha, quando v'avrian più loco.

      71

      E con gran voce e con minacce chiede

      che portati gli sian, ma poco è udito;

      che chi ha ritratto a salvamento il piede

      ne la città, non è d'uscir più ardito.

      Il re frison, che fuggir gli altri vede,

      d'esser salvo egli ancor piglia partito:

      corre alla porta, e vuole alzare il ponte,

      ma troppo è presto ad arrivare il conte.

      72

      Il re volta le spalle, e signor lassa

      del ponte Orlando e d'amendue le porte;

      e fugge, e inanzi a tutti gli altri passa,

      mercé che 'l suo destrier corre più forte.

      Non mira Orlando a quella plebe bassa:

      vuole il fellon, non gli altri, porre a morte;

      ma il suo destrier sì al corso poco vale,

      che restio sembra, e chi fugge, abbia l'ale.

      73

      D'una in un'altra via si leva ratto

      di vista al paladin; ma indugia poco,

      che torna con nuove armi; che s'ha fatto

      portare intanto il cavo ferro e il fuoco:

      e dietro un canto postosi di piatto,

      l'attende, come il cacciatore al loco,

      coi cani armati e con lo spiedo, attende

      il fier cingial che ruinoso scende;

      74

      che spezza i rami e fa cadere i sassi,

      e ovunque drizzi l'orgogliosa fronte,

      sembra a tanto rumor che si fracassi

      la selva intorno, e che si svella il monte.

      Sta Cimosco alla posta, acciò non passi

      senza pagargli il fio l'audace conte:

      tosto


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