Orlando Furioso. Lodovico Ariosto

Orlando Furioso - Lodovico Ariosto


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lito,

      né più l'estima poi che presa vede;

      e sol dietro a chi fugge affretta il piede:

      8

      così fan questi gioveni, che tanto

      che vi mostrate lor dure e proterve,

      v'amano e riveriscono con quanto

      studio de' far chi fedelmente serve;

      ma non sì tosto si potran dar vanto

      de la vittoria, che, di donne, serve

      vi dorrete esser fatte; e da voi tolto

      vedrete il falso amore, e altrove volto.

      9

      Non vi vieto per questo (ch'avrei torto)

      che vi lasciate amar; che senza amante

      sareste come inculta vite in orto,

      che non ha palo ove s'appoggi o piante.

      Sol la prima lanugine vi esorto

      tutta a fuggir, volubile e incostante,

      e corre i frutti non acerbi e duri,

      ma che non sien però troppo maturi.

      10

      Di sopra io vi dicea ch'una figliuola

      del re di Frisa quivi hanno trovata,

      che fia, per quanto n'han mosso parola,

      da Bireno al fratel per moglie data.

      Ma, a dire il vero, esso v'avea la gola;

      che vivanda era troppo delicata:

      e riputato avria cortesia sciocca,

      per darla altrui, levarsela di bocca.

      11

      La damigella non passava ancora

      quattordici anni, ed era bella e fresca,

      come rosa che spunti alora alora

      fuor de la buccia e col sol nuovo cresca.

      Non pur di lei Bireno s'innamora,

      ma fuoco mai così non accese esca,

      né se lo pongan l'invide e nimiche

      mani talor ne le mature spiche;

      12

      come egli se n'accese immantinente,

      come egli n'arse fin ne le medolle,

      che sopra il padre morto lei dolente

      vide di pianto il bel viso far molle.

      E come suol, se l'acqua fredda sente,

      quella restar che prima al fuoco bolle;

      così l'ardor ch'accese Olimpia, vinto

      dal nuovo successore, in lui fu estinto.

      13

      Non pur sazio di lei, ma fastidito

      n'è già così, che può vederla a pena;

      e sì de l'altra acceso ha l'appetito,

      che ne morrà se troppo in lungo il mena:

      pur fin che giunga il dì c'ha statuito

      a dar fine al disio, tanto l'affrena,

      che par ch'adori Olimpia, non che l'ami,

      e quel che piace a lei, sol voglia e brami.

      14

      E se accarezza l'altra (che non puote

      far che non l'accarezzi più del dritto),

      non è chi questo in mala parte note;

      anzi a pietade, anzi a bontà gli è ascritto:

      che rilevare un che Fortuna ruote

      talora al fondo, e consolar l'afflitto,

      mai non fu biasmo, ma gloria sovente;

      tanto più una fanciulla, una innocente.

      15

      Oh sommo Dio, come i giudìci umani

      spesso offuscati son da un nembo oscuro!

      i modi di Bireno empi e profani,

      pietosi e santi riputati furo.

      I marinari, già messo le mani

      ai remi, e sciolti dal lito sicuro,

      portavan lieti pei salati stagni

      verso Selandia il duca e i suoi compagni.

      16

      Già dietro rimasi erano e perduti

      tutti di vista i termini d'Olanda

      (che per non toccar Frisa, più tenuti

      s'eran vêr Scozia alla sinistra banda),

      quando da un vento fur sopravenuti,

      ch'errando in alto mar tre dì li manda.

      Sursero il terzo, già presso alla sera,

      dove inculta e deserta un'isola era.

      17

      Tratti che si fur dentro un picciol seno,

      Olimpia venne in terra; e con diletto

      in compagnia de l'infedel Bireno

      cenò contenta e fuor d'ogni sospetto:

      indi con lui, là dove in loco ameno

      teso era un padiglione, entrò nel letto.

      Tutti gli altri compagni ritornaro,

      e sopra i legni lor si riposaro.

      18

      Il travaglio del mare e la paura

      che tenuta alcun dì l'aveano desta,

      il ritrovarsi al lito ora sicura,

      lontana da rumor ne la foresta,

      e che nessun pensier, nessuna cura,

      poi che 'l suo amante ha seco, la molesta;

      fur cagion ch'ebbe Olimpia sì gran sonno,

      che gli orsi e i ghiri aver maggior nol ponno.

      19

      Il falso amante che i pensati inganni

      veggiar facean, come dormir lei sente,

      pian piano esce del letto, e de' suoi panni

      fatto un fastel, non si veste altrimente;

      e lascia il padiglione; e come i vanni

      nati gli sian, rivola alla sua gente,

      e li risveglia; e senza udirsi un grido,

      fa entrar ne l'alto e abandonare il lido.

      20

      Rimase a dietro il lido e la meschina

      Olimpia, che dormì senza destarse,

      fin che l'Aurora la gelata brina

      da le dorate ruote in terra sparse,

      e s'udir le Alcione alla marina

      de l'antico infortunio lamentarse.

      Né desta né dormendo, ella la mano

      per Bireno abbracciar stese, ma invano.

      21

      Nessuno truova: a sé la man ritira:

      di nuovo tenta, e pur nessuno truova.

      Di qua l'un braccio, e di là l'altro gira,


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