Il Vino: Undici conferenze fatte nell'inverno dell'anno 1880. Autori vari
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Autori Vari
Il Vino: Undici conferenze fatte nell'inverno dell'anno 1880
Pubblicato da Good Press, 2020
EAN 4064066069674
Indice
A. GRAF — LA LEGGENDA DEL VINO
A. COSSA — LA CHIMICA DEL VINO
CORRADO CORRADINO — IL VINO NEI COSTUMI DEI POPOLI
M. LESSONA — I NEMICI DEL VINO
S. COGNETTI DE MARTIIS — IL COMMERCIO DEL VINO
G. ARCANGELI — LA BOTANICA DEL VINO
A. MOSSO — GLI EFFETTI FISIOLOGICI DEL VINO
G. BIZZOZERO — IL VINO E LA SALUTE
C. LOMBROSO — IL VINO NEL DELITTO, NEL SUICIDIO E NELLA PAZZIA
EDMONDO DE AMICIS — GLI EFFETTI PSICOLOGICI DEL VINO
Altre pubblicazioni dello stesso Editore
A. GRAF — LA LEGGENDA DEL VINO
(Conferenza tenuta la sera del 12 gennaio 1880).
Signori,
Voi sapete che la Terra, negli anni della più fiorente sua giovinezza, fu coperta, la massima parte, da immense foreste impenetrabili, più vaste assai e più selvagge che quelle non sieno, le quali ingombrano tuttavia il bacino del Rio delle Amazzoni nell'America meridionale, o del Congo in Africa. In simile modo i primi stadii della storia della umanità appaiono coperti, lasciatemi dir così, da una folta boscaglia intellettuale, vivace e lussureggiante vegetazione di miti, sogni giovanili della mente umana, figurazioni iridescenti, splendenti di colore e di luce.
Sotto a questa varia e prestigiosa vegetazione si occultano tutti i nostri principii, le nostre antichissime origini: prime religioni, primi costumi, primi dolori coevi all'esser nostro, primi passi faticosi mutati sull'ardue vie dell'incivilimento. Nè solo il mondo umano, ma la natura ancora vi si occultò: tutta la natura un tempo fu assunta nel mito.
Se ebbe il suo mito la folgore che squarcia la nube, l'onda del torrente che fugge; se dalle stesse rupi sbocciarono mitici fiori, tutti olezzanti di silvestre poesia, come non avrebbe avuto la sua mitica fioritura la vite, la vite, da cui tanto bene e tanto male deriva nel mondo, la vite che tanta parte ebbe nelle religioni, nei costumi, nella poesia, ch'ebbe, ed ha tuttavia tanta parte, o signori, nella stessa politica? Più della quercia sacra a Giove, più dell'alloro sacro ad Apollo, la vite doveva avere le sue leggende e i suoi miti.
Ma quale farraggine qui ci troviamo dinnanzi! che viluppo, che miscuglio d'immaginazioni e di cose! Come mai potè mettere tante propaggini questo legno fatale? Non un vigneto, ma un bosco gli è questo, pieno d'alberi strani; da che parte entrarvi, come traversarlo, come uscirne? Cerchiamo la via più breve, e, se tanto ci sarà conceduto, più dilettevole.
Di mezzo al fitto intreccio dei miti, di tra le dipinte fantasie che a vicenda si suscitano e si richiamano, fuor dal fermento di una poesia che bulica e brilla come il licore di che si genera, sorge e spicca un pensiero: il vino ebbe origini soprannaturali e divine.
Ma forse taluno qui potrebbe riprendermi e dire: Come divine? non pertutto, non sempre. Noè non fu egli un uomo?
Signori; una scienza nata appena nel mondo, ma già divenuta assai frammettente e pettegola, dico la mitologia comparata, crede d'aver tanto in mano da dimostrare che nei tempi dei tempi Noè fu un semidio, come tale adorato in alcuna religione dell'Asia, e ridotto alla condizione di semplice adamita il giorno in cui fu attratto nell'orbita delle tradizioni mosaiche, dove per i semidei non c'era più posto. Ma poniam pure che la mitologia comparata abbia torto, e concediamo che il vecchio Noè non fu mai altro che un uomo; ad ogni modo bisognerà confessare che fu un uomo singolarissimo. Egli vive 950 anni, età che, a dispetto della ginnastica e dell'igiene, da un pezzo in qua più non si riscontra sui registri dello stato civile[I-1]; egli è il solo che, insieme con la sua poca famiglia, sia sembrato degno di sopravvivere alla universale distruzione del genere umano. Poi, se non mentono le storie autentiche ch'io avrò a ricordare fra breve, egli fu di statura di giganti. Finalmente, per tagliar corto a questo ragionare, se nella fabbricazione del vino, di cui egli fu glorioso inventore, non ebbe parte diretta nessun iddio, v'ebbe parte direttissima il diavolo,