Agatone e la tragedia attica di fine V sec. a.C.. Beatrice Gavazza
(Resp. VIII 568a–b).47 Il personaggio di Socrate afferma a questo punto la necessità di escludere i poeti tragici dallo stato da lui prospettato come il più giusto, in quanto sarebbero responsabili di opere elogiative – composte dietro compenso (568c 7: μισθοὺς λαμβάνουσι) – nei confronti di quelle costituzioni che si reggerebbero sulla κακία/ἀδικία dei singoli (malvagità/ingiustizia): la democrazia e la tirannide.48
Il passo è inserito da Snell–Kannicht tra le testimonianze di Agatone sulla base dell’esegesi proposta da Wilamowitz.49 Secondo quest’ultimo, le parole pronunciate da Socrate in merito alla predilezione dei poeti tragici per la tirannide sarebbero da riferire non solo al citato Euripide, ma anche ad Agatone, benché nel testo non compaia il suo nome. L’intuizione di Wilamowitz di affiancare Agatone a Euripide nell’esclusione dallo stato ideale dei poeti tragici con tendenze filo–tiranniche è condivisibile: quando al passo VIII 568a si estende il discorso a οἱ ἄλλοι ποιηταί oltre a Euripide, sembra che Platone stia alludendo ad altre personalità precise.50 In secondo luogo, la critica del passo 568b–c colpisce quei poeti che esercitano la loro arte a favore della tirannide o della democrazia dietro compenso (μισθοὺς λαμβάνουσι καὶ τιμῶνται); questo dato può essere messo in relazione con l’allontanamento di Agatone da Atene e la sua permanenza in Macedonia (testt. 7. 8), presso la corte di re Archelao, nonché con il rapporto di amicizia con il re stesso (testt. 15. 16), il quale era considerato da Platone un prototipo di tiranno (Gorg. 479a. 525d). Se accettiamo di riconoscere un’allusione ad Agatone nella critica platonica contro i poeti tragici, la testimonianza diventa una conferma del rapporto professionale dell’autore con il re macedone. Come per Euripide è attestata la composizione di un dramma dal titolo Archelao,51 così non sarebbe da escludere la realizzazione, da parte di Agatone, di opere encomiastiche nei confronti del sovrano.
I.3. Ricchezza, bellezza e amori (testt. 12–16)
Test. 12 (13 S.–K.)
Agathon opulentus erat
a) Plat. Symp. 175b
ἀλλ’ ἡμᾶς, ὦ παῖδες, τοὺς ἄλλους ἑστιᾶτε. πάντως παρατίθετε ὅτι ἂν βούλησθε, ἐπειδάν τις ὑμῖν μὴ ἐφεστήκῃ – ὃ ἐγὼ οὐδεπώποτε ἐποίησα – νῦν οὖν, νομίζοντες καὶ ἐμὲ ὑφ’ ὑμῶν κεκλῆσθαι ἐπὶ δεῖπνον καὶ τούσδε τοὺς ἄλλους, θεραπεύετε, ἵν’ ὑμᾶς ἐπαινῶμεν.
Ragazzi, servite da mangiare a noi altri. Voi servite in ogni caso come volete, quando non ci sia nessuno a darvi ordini – cosa che io non ho mai fatto – e ora, facendo come se io e questi altri fossimo invitati da voi a banchetto, prestate il vostro servizio, affinché noi possiamo lodarvi.
b) Plat. Symp. 194c
Οὐ μεντἂν καλῶς ποιοίην, φάναι, ὦ Ἀγάθων, περὶ σοῦ τι ἐγὼ ἄγροικον δοξάζων· ἀλλ’ εὖ οἶδα ὅτι εἴ τισιν ἐντύχοις οὓς ἡγοῖο σοφούς, μᾶλλον ἂν αὐτῶν φροντίζοις ἢ τῶν πολλῶν.
Davvero non farei bene – disse [Socrate] – Agatone, a crederti rozzo anche solo in qualcosa; ma so bene che se tu incontrassi uomini che ritieni sapienti, ti preoccuperesti più di loro che della massa.
c) Testt. 6. 8c*
Cf. Varr. Sat. Menipp. ‘Agatho’ fr. 6 Bücheler
neque auro aut genere aut multiplici scientia
sufflatus quaerit Socratis vestigia
né tronfio per la sua ricchezza o la sua casata o la sua vasta conoscenza,
ricerca le orme di Socrate
Interpretazione
L’ambientazione del Simposio platonico testimonia la condizione agiata di Agatone: la disponibilità finanziaria è presupposto necessario per il mantenimento di una casa dotata di giovani schiavi domestici (175b) e per la possibilità di offrire a proprie spese sontuosi banchetti (vd. testt. 6. 8c*) a un alto numero di ospiti.1 La raffinata educazione e la mentalità aristocratica di Agatone sono confermate dalle parole che Socrate rivolge ad Agatone in Symp. 194c (vd. anche test. 17): oὐ μεντἂν καλῶς ποιοίην […] περὶ σοῦ τι ἐγὼ ἄγροικον δοξάζων […] σοφούς, μᾶλλον ἂν αὐτῶν φροντίζοις ἢ τῶν πολλῶν. Indice di ricchezza è anche la frequentazione delle lezioni dei sofisti, attestata dalla test. 3 e confermata dalla sua acquisizione di uno stile retorico ‘gorgiano’ (vd. test. 21). I professionisti della retorica offrivano infatti le proprie lezioni dietro alto compenso (cfr. p. es. Plat. Ap. 19d 8–20c 2), e Agatone, per poter frequentare simili maestri da adolescente, doveva provenire da una famiglia dotata di mezzi economici adeguati.
Il fr. 6 delle Saturae Menippeae di Varrone, poliedrico autore latino di II–I sec. a.C., testimonia inoltre la ricezione dell’immagine di un Agatone ricco. Si tratta del primo di una serie di frammenti appartenenti a una satira di ambientazione simposiale il cui titolo, Agatho, e i contenuti che emergono dai pochi versi (amore, matrimonio), hanno fatto ipotizzare che l’ispirazione del componimento fosse proprio l’Agatone del Simposio platonico.2 Nel commento più recente di Krenkel s’interpretano i due versi come un’affermazione generale (forse auto–ironica) rivolta da Varrone a sé stesso. L’evocazione del nome nel titolo e il contenuto del frammento testimoniano in ogni caso l’affermazione di una tradizione che legava Agatone alla tematica erotica e a un ambiente di aristocratici ricchi e colti.
Test. 13 (14 S.–K.)
καλός, πάναβρος et sim. vocatur
a) Testt. 3. 15
b) Plat. Symp. 174a
ταῦτα δὴ ἐκαλλωπισάμην, ἵνα καλὸς (Socrates) παρὰ καλὸν (Agathonem) ἴω.
Così dunque mi sono fatto bello, affinché [io, Socrate] bello vada da un bello [Agatone].
c) Plat. Symp. 212e
ἐγὼ γάρ τοι, (Alcibiades) φάναι, χθὲς μὲν οὐχ οἷός τ’ ἐγενόμην ἀφικέσθαι, νῦν δὲ ἥκω ἐπὶ τῇ κεφαλῇ ἔχων τὰς ταινίας, ἵνα ἀπὸ τῆς ἐμῆς κεφαλῆς τὴν τοῦ σοφωτάτου καὶ καλλίστου κεφαλὴν ἐὰν εἴπω οὑτωσὶ ἀναδήσω.
Infatti io, diceva [Alcibiade], ieri non riuscii a venire, ma ora sono qui con le bende sul capo, per incoronare dalla mia testa la testa del più sapiente e bello, se posso così parlare.
d) Plat. Symp. 213c
ὡς (Socrates) οὐ παρὰ Ἀριστοφάνει οὐδὲ εἴ τις ἄλλος γελοῖος ἔστι τε καὶ βούλεται, ἀλλὰ διεμηχανήσω ὅπως παρὰ τῷ καλλίστῳ τῶν ἔνδον κατακείσῃ.