Frammenti Di Cuore. Alyssa Rabil

Frammenti Di Cuore - Alyssa Rabil


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corpo e Silas rispose stringendolo con più forza. In quel momento, Aaron si rese conto che anche Silas doveva avere una storia alle spalle. A un certo punto, qualcosa nella sua vita doveva essere andato storto e adesso lo faceva sentire a pezzi. Era successo senza dubbio qualcosa che gli stava permettendo di capire bene quello che Aaron stava provando. Qualcuno doveva averlo ferito molto profondamente.

      Aaron chiuse gli occhi e deglutì. Silas era una brava persona. Aaron avrebbe ucciso qualsiasi figlio di puttana lo avesse fatto sentire come si sentiva in quel momento. Ma non Silas. Senza pensare, premette le labbra contro la pelle esposta della sua spalla.

      Silas fece un altro respiro tremante ed emise un piccolo gemito. “Sei al sicuro con me, Aaron, te lo prometto.”

      “Anche tu sei al sicuro con me, Silas,” gli assicurò. Fece scorrere una mano sul suo collo fino ad affondare le dita nei suoi capelli morbidi. “E sfido quegli stronzi a cercare di darci la caccia.”

      Capitolo Cinque

      Segreti

      Silas preparò il brodo di pollo e lo mangiarono insieme sul divano. Mentre mangiavano, accese la televisione su qualcosa di neutrale.

      Aaron guardò Silas con la coda dell'occhio e la sua immaginazione prese il sopravvento, dipingendo l'immagine di una giornata piovosa. Quel giorno l'ex dottore non stava molto bene, così Aaron aveva pensato di cucinare per lui, preparandogli la minestra di pollo e gnocchi di sua madre… senza l'ingrediente segreto. Era morta prima di potergli dire quale fosse. Aaron aveva ricomposto la ricetta attraverso la memoria e anni di tentativi ed errori.

      Dopo anni di brodo troppo salato, gnocchi gommosi e verdure mollicce, Aaron si sentiva abbastanza sicuro di aver imparato dai propri errori e di aver raggiunto la giusta consistenza degli ingredienti. Danny diceva sempre che andava bene. Ma era un bambino quando la loro mamma era morta. Non aveva la vera ricetta con cui confrontare quella di Aaron.

      Robert di solito non lo mangiava. Nelle rare occasioni in cui lo faceva, dava ad Aaron qualche consiglio. 'Tua madre faceva prima rosolare le verdure,' oppure 'June si lamentava sempre che l'impasto fosse troppo appiccicoso.' Aaron aveva ricostruito le ricette di sua madre attraverso i propri ricordi spezzati e qualsiasi cosa suo padre fosse stato disposto a condividere. Aveva raccontato a Danny molte storie su di lei, per mantenere vivo il ricordo nella loro casa il più a lungo possibile. La mamma aveva amato Danny, e Danny sicuramente l'avrebbe amata a sua volta.

      Aaron sbatté e palpebre. Il pensiero di piangere di nuovo lo faceva stare male. Il pensiero di vomitare di nuovo lo faceva stare addirittura peggio.

      Lanciò un'occhiata dall'altra parte del divano e la sua immaginazione continuò a lavorare. Silas avrebbe adorato la sua zuppa. Era certo che gli sarebbe piaciuto tutto quello che avesse cucinato per lui. Avrebbe insistito sul fatto che non aveva bisogno che Aaron si prendesse cura di lui. Aaron avrebbe insistito per continuare ad accudirlo. Silas, allora, gli avrebbe ricordato chi era il dottore.

      Aaron sorrise al pensiero di un Silas scontroso, con i capelli arruffati dal sonno dal quale si era appena svegliato e le guance arrossate mentre litigavano… ma che alla fine si arrendeva. Aaron lo avrebbe aiutato a dormire – probabilmente avrebbe preso tutto quello che Silas gli avrebbe dato – e…

      Aaron lasciò cadere il cucchiaio nella ciotola.

       Merda.

      La sua pelle formicolava e una sgradevole sensazione di freddo gli attraversò tutto il corpo, infilandosi nel suo stomaco e aggrovigliandolo. Lanciò un'occhiata a Silas. Sì, era attraente. Sì, era gentile. Sì, ad Aaron era piaciuto baciargli la pelle, poco prima. Sì, Silas era l'unica nota positiva di quella giornata. Silas era l'unica cosa buona da un bel po' di tempo.

      “Tutto bene?”

      A quanto pareva, il brivido interno di Aaron non era stato poi così interno. “Sì,” borbottò. “Sono solo stanco.” Aveva bisogno di tornare a casa. Non poteva essere di nuovo gay. Robert avrebbe raccontato a Daniel tutte le cose brutte che suo fratello maggiore aveva fatto e avrebbe distrutto l'immagine che aveva di lui.

      Silas prese il piatto dalle sue mani. “Stai tremando.” Toccò con due dita l'interno del polso di Aaron. “E la tua frequenza cardiaca è più alta del normale.” Prese la sua mano tra le proprie. “Sono qui, se vuoi parlarne.”

      “Ti ho già detto tutto,” rispose Aaron, sperando che Silas si riferisse solo a quello che era successo quel giorno.

       Non posso andare a casa. Sono sporco. Robert capirà subito quello che è successo.

      Il cuore di Aaron perse un battito. Non avevano discusso di dove avrebbe passato la notte, giusto? Non riusciva a ricordare. Silas voleva che rimanesse? Dove avrebbe dormito? Robert avrebbe scoperto anche quello?

      “Che ore sono?” chiese Aaron.

      “Quasi mezzanotte.”

      Se Silas non lo avesse invitato a restare, avrebbe dormito in auto. Prese il telefono dalla tasca dei pantaloni della tuta. Era la prima volta che controllava il telefono da ore. Nessun messaggio. Nessuna chiamata persa.

      Silas alzò la mano e la posò sulla sua spalla. “Dovresti dormire. Ho alcune pillole da farti prendere prima di andare a letto.” Strinse un po' la presa prima di alzarsi dal divano.

      Aaron fissava ancora il telefono. Se fosse scomparso, quanto tempo sarebbe passato prima che qualcuno lo cercasse?

      Silas gli toccò di nuovo la spalla e gli diede una manciata di pillole. Aaron le ingoiò tutte in una volta.

      Sentì Silas sospirare dietro di lui. “Dormirò sul divano,” disse l'uomo. “Dammi il tempo di mettere delle coperte pulite sul letto, poi puoi stenderti e riposare.”

      Aaron chiuse gli occhi e sprofondò nel divano. “Dormirò qui,” disse. “Hai già fatto abbastanza.”

      “Ordini del dottore,” disse Silas con un sorriso. “Hai bisogno di una stanza tutta tua dove stare tranquillo.” Poi se ne andò, senza dare ad Aaron la possibilità di ribattere.

      Aaron guardò la TV, senza seguire molto il programma su cui era sintonizzata, fino a quando Silas tornò. “Sul comodino ho messo una scatola di medicinali e un po' d'acqua. Ci sono due antidolorifici, un antibiotico e un altro Xanax. Fammi sapere se ti serve altro. Non ti sto tenendo nascosti i farmaci, ho solo bisogno di tenere traccia di quello che prendi per non mischiarli troppo.” Silas era in piedi di fronte a lui e lo guardava con la testa leggermente piegata di lato.

      Aaron non riusciva a capire bene. “Come fai ad avere così tante medicine?”

      “Mia sorella possiede una farmacia.”

      Aaron alzò un sopracciglio. “Quindi non dovresti avere quella roba in casa, giusto?”

      “Tecnicamente no,” sbuffò in risposta.

      A quanto pareva, aveva premuto un qualche interruttore dentro di lui. Non riuscì a trattenersi dall'insistere. Per la prima volta, non era Aaron quello sotto la lente di ingrandimento. “Sei ancora un dottore?”

      “Sì. Sarò sempre un dottore. Ma se mi stai chiedendo se ho una licenza, allora no.”

      Aaron sbatté le palpebre, poi sorrise lentamente. “Hai dei segreti,” commentò.

      “Sì.”

      Aaron si alzò dal divano, il cappotto di Silas ancora avvolto intorno al corpo. “Ex militare, medico senza licenza, dannatamente bravo con le armi, pieno di medicine prese sotto banco, ex pornostar e uomo gay… o quest'ultima cosa faceva parte della recita?”

      “Gay,” confermò Silas.

      Aaron annuì. “Quali altri segreti hai?”

      “Pratico arti marziali e ho una cintura marrone.”

      “Che cazzo, Silas! Sul serio?”

      “Sì. Ho intenzione


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