La donna fiorentina del buon tempo antico. Isidoro Del Lungo

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href="#ulink_433f18aa-15f5-542f-8649-6405b404f60a">46. G. Villani, VI, LXXIX.

      47. G. Villani, VI, LXII.

      48. Il sepolcro in chiesa nella cappella di San Matteo. La pietra (con lo stemma, e figurazioni guelfe, e la scritta Sepulchrum filiorum de Marignolle. A. D. MCCLVIIII. Restauratum A. D. MCCCCCV), che serviva di dossale all'altare (Richa, Chiese fiorentine, V, 73, 33-34), fu trasferita nel chiostro della Canonica, a man destra appena entrati, nel 1739 per cura degli Ubaldini novelli patroni della cappella. E così deve correggersi un accenno del Capponi, l. c.

      49. Inf. X, 92.

      50. Dramma ritratto con veracità d'arte possente, in una lirica del Tommaseo: a pag. 374-377 delle Poesie, Firenze, Succ. Le Monnier, 1872 e 1902.

      51. Vedi nel mio libro Dino Compagni e la sua Cronica, II, 519.

      52. Vedi nel citato mio libro, II, 457-58.

      53. Statuti fiorentini, III, CLXXIX: «Di non contraere parentado co' conti Guidi e altri (conti Alberti, Ubertini, Pazzi di Valdarno, Ubaldini), e di pagare la gabella pe' contraenti matrimonio con alcuno Signore confinante col territorio fiorentino.... E coloro e' quali di tale matrimonio nascesseno, come bastardi a successione d'alcuno venire non possano, ma da la successione s'intendano per essa ragione schiusi, in quel modo ch'e' bastardi sono eschiusi.» Disposizioni che dai più antichi Statuti si veggono perdurare fino in quelli del 1415: ed erano spada sempre tagliente, sospesa sul capo delle famiglie ribelli; come ne danno pietoso esempio due gentildonne del primo Quattrocento: una Bardi negli Alberti, e una Alberti nei Corsini (vedi C. Carnesecchi, Madonna Caterina degli Alberti Corsini, Notizie inedite; nell'Archivio Storico Italiano, 1892, X, 116-122).

      54. Dino Compagni, II, XXI; G. Villani, VIII, XXXV.

      55. Dino Compagni, III, VII.

      56. Dino Compagni, I, XXII: «In tal sera, che è il rinnovamento della primavera, le donne usano molto per le vicinanze i balli.» G. Villani, VII, CXXXII; VIII, XXXIX: «Ogni anno per calen di maggio, si faceano le brigate e compagnie di gentili giovani....; e simile di donne e pulcelle, ec.» G. Boccaccio, Vita di Dante, III: «Nel tempo nel quale la dolcezza del cielo riveste de' suoi ornamenti la terra, e tutta per la varietà de' fiori mescolati tra le verdi frondi la fa ridente, era usanza nella nostra città e degli uomini e delle donne, nelle loro contrade ciascuno, e in distinte compagnie, festeggiare.»

      57. «Nell'anno 1283, del mese di giugno per la festa di San Giovanni, essendo la città di Firenze in felice e buono stato di riposo, e tranquillo e pacifico stato, e utile per li mercatanti e artefici, e massimamente per gli Guelfi che signoreggiavano la terra, si fece nella contrada di Santa Felicita oltrarno, onde furono capo e cominciatori quegli della casa de' Rossi con loro vicinanze, una compagnia e brigata di mille uomini o più, tutti vestiti di robe bianche, con uno Signore detto dell'Amore. Per la qual brigata non s'intendea se non in giuochi e in sollazzi, e in balli di donne e di cavalieri e d'altri, popolani, andando per la terra con trombe e diversi stormenti in gioia e allegrezza, e stando in conviti insieme in desinari e in cene. La quale corte durò presso a due mesi, e fu la più nobile e nominata che mai fosse nella città di Firenze o in Toscana; alla quale vennero, di diverse parti e paesi, molti gentili uomini di corte e giocolari, e tutti furono ricevuti e provveduti onorevolmente.» G. Villani, VII, LXXXIX.

      58. Purg. XXIV, 50, 57.

      59. Rime, ediz. Fraticelli, pag. 74.

      60. Purg, XX, 70-75.

      61. Dino Compagni, II, XIX segg.

      62. Neri Strinati, Cronichetta; Firenze, 1753, pag. 115-116.

      63. Istorie pistoiesi, pag. 1.

      64. Franco Sacchetti, Nov. CLXXIX.

      65. A pag. 49-51 di Dante ne' tempi di Dante, Ritratti e Studi; Bologna, Zanichelli, 1888. I particolari dalla Cronica di Marchionne Stefani, CCXVII.

      66. Vedi qui appresso, La donna fiorentina nel rinascimento ecc.

      67. Curioso inedito episodio di storia fiorentina, che io ebbi occasione di raccontare nel cit. mio libro Dino Compagni e la sua Cronica; I, 1086-88.

      68. Purg. XIX, 85-90.

      69. Monna Giovanna di Buonaccorso del Velluto, donna della Penitenza delle Vestite di Santa Croce, manda (14 maggio 1298) Michele del fu Orlando, servigiale delle monache di Monticelli, a stare per sei mesi nell'esercito del venerabile padre messer Bonifazio sommo Pontefice e di Santa Chiesa contro i perfidi (intendi, miscredenti) Colonnesi e qualsisiano altri inimici e rubelli di detta Chiesa e Pontefice; con riportare a suo tempo pubblico instrumento, o lettere sigillate papali, del servizio fatto e relativa indulgenza, lucrata per tal mezzo da essa monna Giovanna. Vedi il mio Commento alla Cronica di Dino, II, ii, 6.

      70. L'episodio monastico di suor Margherita, dico quello della sfuriata profetica contro papa Bonifazio, è consegnato a un atto dei 23 maggio 1299, pubblicato da D. Moreni (Contorni di Firenze, VI, 77 seg.) che è fra le pergamene dell'Archivio fiorentino di Stato, insieme con altri (del 25 maggio e 23 luglio successivi) pur concernenti il bizzarro episodio. Dei contrasti poi, diciam pure politici, per la sua elezione a badessa nel 1291, ci dà i particolari un altro atto dei 5 gennaio di cotesto medesimo anno, e che è altresì, col corredo di altri, fra le pergamene dell'Archivio fiorentino. In quella elezione a badessa di suor Margherita, che succede a una Giovanna, le elettrici in numero di sette, convengono nel nome di suor Margherita, eccetto due, suor Petronilla e suor Giovanna, delle quali la prima dice che non vuol consentire in nessun nome, finchè non abbia l'assentimento del proprio padre e degli altri di casa sua, e perciò chiede dilazione; e suor Giovanna, parimente, dichiara di voler prima l'assenso degli zii. Gli scrutatori non l'accordano, protestando che la causa, per la quale le due monache fanno tale richiesta, è riprovevole e disonesta e contro il diritto e i buoni costumi. A dì 8 il vescovo Andrea dei Mozzi conferma l'elezione. Ho cercato inutilmente, a quali famiglie fiorentine appartenessero e suor Margherita e le due elettrici che, in nome e nell'interesse del respettivo parentado, facevano quelle eccezioni partigiane.

      Nell'Archivio fiorentino di Stato (Sezione del Diplomatico) sono, oltre gl'indicati, anche i documenti dello sposalizio episcopomonacale, così di quello del 1301 come di altri.

      71.


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