La donna fiorentina del buon tempo antico. Isidoro Del Lungo

La donna fiorentina del buon tempo antico - Isidoro Del Lungo


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al povero per goderle insieme con lui: i giovani armeggiavano, le donne ballavano, sulle piazze, all'aria aperta, non al fumo di candele, nell'uggia de' salotti». Queste cose, di quella età democratica del Comune fiorentino, scriveva nel 1836 un giovine patrizio; il quale doveva poi da vecchio, a tutta Italia anzi alla civile Europa venerando, essere il degno storico della nostra Repubblica: il marchese Gino Capponi.[91]

       Indice

      Tale, nella realtà dei fatti, la donna che i Fiorentini dei primi secoli ebbero compagna della vita, a tutto il periodo schiettamente democratico del Comune; fermandoci sul declinare del Trecento, quando, sfuriati i Ciompi, l'aristocrazia borghese piglia campo, e paladini del popolo, pericolosi paladini, si fanno avanti i Medici. Tale la donna di quella antica Firenze: austera e gentile figura, che a sè dice della gloria di cotesta età tanta parte esser dovuta, quanta fu quella ch'ella prese nella operosità, nei dolori, ne' virili propositi, ne' luminosi concetti, ne' passionati traviamenti, d'un popolo forte, d'una democrazia degna veramente di tal nome, perchè senza declamazioni operante con gagliardia e per sentimento di cose


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