Augusto De Angelis: Tutti i Romanzi. Augusto De Angelis

Augusto De Angelis: Tutti i Romanzi - Augusto De Angelis


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alla sera... quando vi interrogai...

      — Allora? Oh! allora mi appariste freddo, sarcastico, John! Vi vidi preoccupato soltanto di voi e dei vostri documenti. Vi odiai, John, vi odiai, come vi odiava Nikola e non vi dissi neppure che vi guardaste, che tra qualche giorno sarebbe scoppiata la rivolta e che il primo ad essere ucciso sareste stato voi. Oh! John, perdonatemi! Ma voi mi avevate ferita profondamente e io m’ero convinta che non mi avreste amata mai!

      — È un rapporto in piena regola che intendete farmi, mister John Robinson, perchè io ne trasmetta a Londra i punti salienti, oppure sono confidenze verbali queste vostre di oggi, che poi vaglierete e concreterete per iscritto?

      Eccoli qui, i miei compatrioti! Tutti così! Prima di ogni cosa la forma! Sono il diavolo che ti porti, sir Raymond Robert, capo di Stato Maggiore del Residente inglese in Egitto! Puoi badare alla forma oggi, perchè ieri una baldracca di donna negra ha fatto scoppiare la rivolta improvvisamente e due giorni prima del previsto, chè altrimenti adesso saresti alle prese con quei diavoli scatenati che avevano tutte le buone intenzioni di mandarti a bagnare la tua forma in mare!

      — Rapporto ufficiale, sir Raymond Robert, se vostra signoria lo permette.

      — Vi ascolto.

      — Per ordine avuto dal mio capo servizio sono venuto in Egitto allo scopo di sorvegliare le trattative tra il Governo Egiziano e la Commissione delegata dai Soviety ad Alessandria per trattare l’acquisto della riserva del cotone governativo. Se avessi potuto e saputo, avrei dovuto in pari tempo tentare di mandare all’aria tali negoziati dannosi ai nostri interessi. Nella traversata da Napoli ad Alessandria ebbi la ventura di conoscere Nikola Cripopoulo, sedicente chiromancien. Subodorai in lui un fanatico mussulmano e un nemico feroce dell’Inghilterra. Mi finsi compratore di cotone, guadagnai la sua fiducia, ottenni le sue confidenze. Generiche sul principio, esse si fecero in seguito precise. L’altro ieri ad Alessandria mi convinsi che detto Nikola Cripopoulo stava per far scoppiare una rivolta di fellah e di studenti e che tale rivolta avrebbe dovuto avere il suo inizio dopo domani notte. Si doveva far saltare la centrale elettrica, dar fuoco alle caserme, circondare nel sonno la guarnigione inglese e trucidare tutti i nostri soldati. Avrei potuto avvertire la signoria vostra, ma mi sono assunta la responsabilità di fornire a vostra signoria e ai nostri soldati il mezzo di soffocare per sempre tale rivolta e ogni ulteriore mena criminosa, facendo scoppiare il tentativo intempestivamente e di pieno giorno. Nikola Cripopoulo, inseguito da una donna araba, per le vie centrali di Alessandria, ha gettato il grido fatidico della ribellione ieri alle dodici, e alle quattordici dello stesso giorno di ieri l’orda dei fanatici era dispersa decimata annientata dalla pronta azione dei vostri gloriosi soldati. Nikola Cripopoulo aveva trovato nella morte lo scampo alla forca.

      Gli ho ammannita tutta questa storia d’un fiato, senza batter ciglio, con freddezza britannica. Adesso, faccio una pausa, assaporo l’effetto della trovata finale e poi depongo sul tavolo di sua signoria una gallabia nera, una mellaia lacerata in varii punti, un velo e un paio di scarpe gialle da donna.

      — Quella donna araba, se vostra signoria lo permette, ero io.

      — Voi?!

      — Vostra Signoria ammetterà che non avevo altro mezzo per entrare in casa di Nikola e soprattutto per far succedere tutto quello che è successo, senza sollevare sospetti che potessero far dubitare di un nostro intervento attivo in tutta questa faccenda.

      Tace. Mi guarda con benevolenza e con ammirazione. Palpa la gallabia e la mellaia. Sono pesanti, lo so! da portarsi con questo caldo infernale; ma se conosceste la tortura di quelle innocenti scarpe gialle!

      — Voi avete saggiamente agito, mister John Robinson, e con molto discernimento. E per quanto alcuni vadano dicendo per la città che la donna araba era un uomo con i capelli color carota, nessuno lo crede, nessuno soprattutto può dimostrarlo e il vostro può dirsi un colpo da maestro.

      Lo sapevo io che i miei capelli rossicci eran stati visti! Ma perchè poi sir Raymond Robert trova di buon gusto adoperare la frase color carota , mentre mi guarda la testa?

      — Un colpo da maestro, mister Robinson, del quale faranno il giusto conto i vostri superiori diretti, mentre io personalmente sono lieto di farvi i rallegramenti. All right!

      All right! Ma se credi di cavartela così a buon mercato, sbagli, amico mio!

      — Ringrazio vostra signoria. Ma chiedo a vostra signoria il permesso di esporre un mio modesto desiderio, che sono pronto a tradurre in una domanda esplicita, se questo mi viene consentito.

      — Vi ascolto, mister John Robinson.

      — Poichè penso che dopo quanto è accaduto, il governo egiziano non oserà intavolare trattative, sia pure commerciali, con la rappresentanza ufficiale di una Nazione che è notoriamente nemica dell’Inghilterra, ho ragione di supporre che la mia missione in Egitto non abbia più ragion d’essere e possa quindi dirsi esaurita. Mi permetto pertanto di chiedere che mi venga accordato un mese di licenza da trascorrersi in Italia, Nazione amica, e che mi vengano corrisposti in anticipo, qui ad Alessandria, gli emolumenti necessari alla mia vita di questo mese.

      — Domani vi darò una risposta, che mi lusingo sarà favorevole, alla vostra domanda, mister Robinson. Good bay.

      Good bay. E se domani mi dici di no, caro mio, torno a vestirmi da donna araba e ti combino un altro putiferio. Intanto, oramai, ci ho fatto l’abitudine!

      Questa mia storia – che vi ha fatto conoscere la prima delle mie avventure di «agente segreto» di una Grande Potenza europea – dovrebbe terminare con la descrizione del mio soggiorno a Capri assieme a Franzyska Zerminowna vedova Cripopoulo. Ma io rifuggo dalle descrizioni. Temperamento passionale, è vero, ma punto sentimentale, io aborro dall’uso, oggi saggiamente abbandonato anche dagli scrittori di professione, di prendere dalla tavolozza della natura i colori per un quadro intimo, che deve servire alla decorazione di una delle pareti domestiche e che può avere un interesse esclusivamente personale. Sarei tentato più tosto di abbandonarmi a una disamina, sottilmente analitica, dei miei sentimenti e dei miei pensieri messi a contatto e in contrasto – anche l’unione perfetta risulta in definitiva dal contrasto di due corpi – con i pensieri e i sentimenti di Franzyska, se questo paradisiaco soggiorno di Capri me ne desse le forze, invece di togliermele.

      Ma non posso, comunque, chiudere la serie di queste pagine, senza rivolgervi di nuovo la domanda, che vi ho fatta al principio di esse: «Siete convinti che la differenza tra la soddisfazione ottenuta e la soddisfazione cercata sia il pungolo che spinge verso la perfezione?»

      Come potrei, infatti, continuare a vivere, se io avessi raggiunta, con la soddisfazione cercata, la perfezione?

      Io credevo, sbarcando in Egitto, di avere ad occuparmi di cotone e di uomini russi, per raggiungere uno scopo negativo, che era ben lungi dall’essere quello al quale sono pervenuto attraverso, per modo di dire, il corpo di Franzyska. Come potrei, quindi, affermare di aver soddisfatto il mio desiderio specifico e più che mai inoltre quello generico di una felicità terrena, che, nonchè io, nessuno conosce?

      Sono perciò ancòra in alto mare. E se pure, dopo una laboriosa giornata, ho potuto guardare a un tramonto, che si è benignato mostrarmi il raggio verde del sole morente, quello smeraldo divino puro e trepido sulla linea dell’orizzonte, è con più viva ed affannata bramosia e con nuovi e diversi desideri, che io domani riprenderò la mia giornata, recando con me per viatico il ricordo della mia nascita tra gli uomini mascherati , sul piroscafo che tagliava l’Equatore.

      FINE

      7

      (Le undici meno una)

      1935

      Piazza San Fedele era un lago bituminoso di nebbia, dentro cui le lampade ad arco aprivano aloni rossastri.

      L’ultima auto s’allontanava lentissimamente dal marciapiede del


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