Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2. Botta Carlo

Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 2 - Botta Carlo


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generale del Re sugli affari indiani, accompagnato da un gran numero di Capi, e di guerrieri delle sei tribù. Vi si fece una solenne adunata, alla quale essi intervennero, siccome pure i Capi ed i guerrieri degli Indiani confederati. Erano una grossa banda. Giurarono, seguendo il costume loro, ed in cospetto del generale Carleton di sopportar la causa del Re. Questo fu il primo principio della guerra indiana. Questi furono quei barbari, che, accozzatisi colle genti del generale Burgoyne, fecero, due anni dopo, tanti guasti, ed usarono tante crudeltà, come apertamente potrà vedere colui, che sarà vago di leggere il progresso di queste storie.

      Intanto non poteva il congresso non manifestare qual fosse la opinion sua intorno la provvisione d'accordo del lord North. Il passarla sotto silenzio avrebbe dimostrata troppa caparbietà, e' si sarebbero discoperti gli Americani a non voler ascoltar alcun temperamento. Ciò non pertanto il congresso non volle troppo affrettare questa risoluzione, ed aspettò ben due mesi, prima ch'ei venisse ad un partito terminativo. Voleva con l'indugio mostrare maturità di consiglio, ovvero noncuranza verso la provvisione. Ma la più principal cagione si fu questa, che essendo incominciata la guerra, voleva aspettare l'esito delle prime battaglie. Imperciocchè altra doveva esser la risposta, se le armi inclinavano a suo favore, ed altra se la fortuna si dimostrasse favorevole agl'Inglesi. E quantunque, quando si ricevette la provvisione, che fu ai trenta di maggio, si fosse già combattuta la battaglia di Lexington, nella quale gli Americani avevano acquistato la lode di gente valorosa e forte, era però questa stata piuttosto un'affrontata di moltitudine collettizia contro pochi soldati d'ordinanza, che una giusta battaglia, dalla qual si potesse qualche probabile augurio pigliare intorno l'esito finale della guerra. Vedevano benissimo, che sarebbe stato tempo di calare agli accordi, e volevan serbarsi nel caso di qualche sinistro evento una via aperta a potere, quell'appuntamento accettare, che l'Inghilterra stessa aveva offerto. La vittoria sarebbe divenuta inutile, se prima avessero acconsentito ai patti, e la mala fortuna non avrebbe peggiorate le condizioni dell'accordo. Perciò dal temporeggiare nissun danno si poteva ricevere, e molto utile ricavare. Ma la battaglia di Breed's-hill cambiò affatto lo stato delle cose, e l'ardore col quale i coloni correvano sopra Boston, la prontezza colla quale si procacciavano le armi e le munizioni, la costanza, e quasi l'allegrezza, che si manifestavano nel sopportare i disagi della guerra, e quei prodotti dagli ultimi atti del Parlamento, le confermarono. Se l'evento poteva ancor parer dubbio agli uomini indifferenti, in quegli animi concitati doveva più potere la speranza, che il timore. Adunque i membri del congresso confortati dal favorevole aspetto delle cose, ed avendo indugiato la risposta, quanto parve dignità, si accostarono alla disaminazione delle condizioni d'accordo, e ciò fecero con animo di volerle rifiutare. Il che però non era senza qualche disagevolezza. Poichè nel momento stesso, in cui ricusavano i patti, volevano peranche aver la sembianza di desiderar la concordia. Dovevasi al rifiuto dare qualche probabile colore, e far vedere agli occhi di tutti, che non ogni condizione, ma quelle solamente ch'erano allora offerte, ricusavano. Opinarono, che le colonie d'America avevano sole il diritto di dare e concedere la pecunia loro; e che questo diritto importava quell'altro di poter deliberare, se una qualche concessione, ed a qual proposito debba esser fatta, ed a quanto ella debba sommare, le quali cose tutte in virtù della provvisione di lord North erano tolte affatto dalla facoltà dei coloni; che siccome le colonie hanno il diritto di giudicare dell'uso che si deve fare della concessa pecunia, così dovevan anche aver quello di sopravvederlo, acciocchè non sia adoperata nel comprare, o corrompere questo e quello, a fine di sovvertire i civili diritti dei concessori, di trattener gli eserciti stanziali, ed opprimere la libertà loro. Il quale diritto era violato dalla provvisione, stantechè per questa la pecunia riscossa doveva serbarsi a disposizione del Parlamento; che la provvisione era irragionevole, perciocchè non si poteva sapere, a quali somme sarebbe stato contento il Parlamento, ed insidiosa, perciocchè il Parlamento stesso poteva accettar le modiche offerte di una colonia, e rifiutar le grosse di un'altra, e perciò accordarsi con le prime, e ributtar in una nimichevole condizione le seconde, le quali, abbandonate a sè stesse, avrebbero dovuto a qualunque più grave termine acconsentire, e che da questa divisione delle colonie ne sarebbe nata a posta del Parlamento la schiavitù di tutte. Che siccome la sospensione del diritto di tassar le colonie altrettanto doveva durare, e non più, quanto duravan le concessioni, così potrebbero queste ad arbitrio del Parlamento diventar perpetue; la qual cosa sarebbe molto pericolosa alla pubblica libertà; ed il Parlamento stesso era solito a non conceder la pecunia, se non per lo spazio di un anno, rinnovando ciascun anno la concessione. Che quand'anche si volesse credere, che le condizioni altrettanto fosser giuste e ragionevoli, quanto sono ingiuste ed insidiose; il risuonar d'ogni parte romori sì grandi d'armi, gli eserciti e le flotte, che l'America infestavano e circondavano, dovrebbero soli renderle odiose e non accettabili. Che si credeva, che l'impresa di volere colla forza trarre dalle mani loro le contribuzioni per la comune difesa era del tutto inutile, stantechè di buon grado avevano sempre contribuito; ch'essi soli erano i giudici competenti delle provvisioni a ciò necessarie, e che non volevano, che i popoli d'America fossero gravati per procurar pensioni agli oziosi ed ai malvagi, sotto colore di fornire la Camera reale; che se il Parlamento ordinava nei limiti della sua giurisdizione il civil governo, come gli pareva meglio e piaceva, così anche speravan essi di poter ordinar il loro senza molestia; che la provvisione non gli poteva soddisfare, sia perchè importava solamente sospensione, e non rinunziazione del diritto di tassare, sia perchè non annullava gli odiosi atti del Parlamento; che il ministro voleva far credere, che di nulla altro si disputasse, che del modo di riscuotere le tasse, quandochè in vero pretendeva di aver il diritto di tassar le colonie ad arbitrio suo, e per quelle somme ch'ei voleva. Che inoltre il governo inglese pretendeva di aver la facoltà di alterar i diplomi e le patenti delle costituzioni delle colonie; che finalmente, se si farà considerazione alle tante ingiurie, le quali alle colonie fatte si erano da undici anni in poi, alle pacifiche e rispettose supplicazioni loro, o trasandate, o con nuovi insulti ricevute; se si porrà mente a quel che disse il ministro, che non avrebbe consentito ad entrare in nissuna pratica d'accordo, se non quando sarebbe l'America prostrata a' suoi piè, ed al motto di quell'altro, il quale, parlando dell'America, ebbe a dire, che si spegnesse Cartagine; il che nissuno dei senatori britannici imprese a contraddire; se si attenderanno le armi, colle quali state sono le colonie assalite, e le crudeltà che le accompagnarono, nissuno potrà credere, esser gli Americani (così conchiudevano) discosti dalla ragione; che anzi ognuno si persuaderà, che niuna cosa fuori dei proprj sforzi poteva rompere i ministeriali disegni di eccidio e di servitù.

      Queste furono le risoluzioni del congresso rispetto alla provvisione d'accordo del lord North, le quali fece pubblicare e mandare in ogni luogo. Nissuno non vi potrà osservare lo stile acerbo, e le nuove pretensioni degli Americani, che evidentemente dimostrarono, quanto fossero lontani dalla concordia. Tuttavia volendo purgar il pregiudizio, che alla causa loro arrecava la opinione, in cui si era generalmente, che mirassero già fin d'allora all'independenza, e desiderando di lavarsi da quel biasimo, che loro si dava di non aver mai voluto in tutto il tempo della contesa mettere in mezzo veruna proposizione d'accordo, ed intendendo forse di tenersi una via aperta verso il vincitore nel caso, in cui le cose della guerra sinistrassero, e forse anche per preoccupare l'adito alle proposizioni del lord North, che non avevano in animo di accettare, il congresso aveva deliberato di offerire le seguenti condizioni; avessero le colonie non solamente a continuare a concedere gli straordinarj sussidj a tempi di guerra, ma di più, se loro fosse concessa la libertà del commercio, a pagare nella cassa di redenzione tale somma annualmente per lo spazio di cento anni avvenire, la quale sarebbe in tal tempo stata sufficiente, quando fosse fedelmente impiegata, ad estinguere il presente debito della Gran-Brettagna. E nel caso, che questa condizione non fosse accettata, offerivano, che avrebbero consentito a far un accordo colla Gran-Brettagna, in virtù del quale fosse concessa alla medesima la facoltà per lo spazio eziandio di cento anni, di fare tutte quelle provvisioni, che avrebbe creduto necessarie per regolar il commercio, e verso l'utile generale dell'impero indirigerlo; ma che in tal caso niun'altra somma di pecunia potesse loro venire richiesta. La qual offerta, come ognun vede, alcuna nuova concessione non conteneva; che anzi era questo veramente il soggetto proprio della controversia. Alcuni credettero ancora, che proponessero, il Parlamento ponesse una tassa generale su tutto l'impero, intendendosi dell'Inghilterra, della Scozia e delle colonie americane, della quale ciascuna delle parti dovesse sopportare la rata sua all'avvenante delle sue facoltà. Speravano in tal modo, che il Parlamento sarebbe andato a rilento nel por tasse sull'America, stantechè, fatto questo


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