Della scienza militare. BLANCHY

Della scienza militare -   BLANCHY


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dei barbari.

      Queste due citazioni bastano, a nostro credere, a chiarire la veritá del principio che di sopra enunciammo. La storia intera della scienza bellica mostra come lo stato di questa è in ragione dello stato sociale, giacché nella composizione, nell'ordinamento, nelle morali tendenze della pubblica forza, nei suoi metodi operativi, si scorge appuntino qual sia la classe che domina nello Stato e che piú ha in cuore la conservazione di esso, quali sieno i principi preponderanti nella societá ed a qual grado sian giunte e le arti e le scienze. Egli è mestieri osservare come spesso avvenga che anche in una societá rozza la civiltá penetri alquanto mercé di alcun metodo di guerra, che venga introdotto a fine di secondare con piú vantaggio il movimento ascendente il quale corrisponde nelle nazioni all'epoca del loro sviluppo; ma se la societá tutta non progredisce in fatto di civiltá per modo ch'ella non superi quella del proprio esercito, questo ricadrá prestamente nell'ignoranza e diventerá uguale all'intera nazione, come può dirsi dei musulmani. Altre volte egli accade che le arti della pace perfezionino nelle nazioni pacifiche le arti della guerra e che la decadenza dell'une si faccia sentire nell'altre. I popoli commercianti fanno di questo continua fede.

      Mercé delle cose predette ne sembra aver dimostrato passare una relazione costante fra lo stato della scienza e quello della societá; ma relazione siffatta, che vien sottoposta a perpetue alterazioni secondo che maggiore o minore è l'influenza di questo e di quello.

      Ma rispondiamo alla terza quistione la quale deriva interamente dalla seconda. Basta considerare alcun poco la scienza della quale teniamo discorso per far chiaro esser ella nel centro di tutte le umane cognizioni.

      Dichiareremo piú minutamente questa correlazione, e ciò dará a divedere l'altezza della scienza e conseguentemente la somma importanza di lei. Un nostro scrittore, la cui sagacitá discopriva quello che ingegni meno sottili non iscoprono se non mercé di lunga esperienza, determinando gli elementi primari della guerra affermava consistere essi elementi negli uomini, nelle armi e negli ordini. E questa sí chiara esposizione del fu marchese Palmieri risponde del tutto all'idea che qui vogliamo sviluppare.

      Difatto il trascegliere uomini a fin di ordinarli secondo uno scopo speciale suppone il dovere di soddisfare ai bisogni tutti che in una qualunque associazione si fanno sentire. Questa riunione di uomini ha d'uopo di ordinamento non solo, ma di tai mezzi bensí che la sostentino e la conservino; oltre di che son bisognevoli e pene e ricompense e tutto quanto richiedesi a mantenere l'ordinamento e l'unione che di sopra dicemmo. Da questo conséguita la scienza militare esser legata alla politica, la quale reggendo gli uomini esercita su di loro una impulsione uniforme, e mentre dall'una parte garantisce i loro diritti, li costringe dall'altra alla severa osservanza dei doveri sociali. In quanto all'amministrazione la quale risguarda i materiali interessi della milizia, tiene la scienza bellica alla pubblica economia, e in quanto alle pene ed alle ricompense, alla giurisprudenza ed alla legislazione. E però vediamo la scienza bellica nel primo elemento dovere ricorrere alle scienze morali, politiche ed economiche, come ancora alle mediche per tutto quel che s'aspetta alla scelta degli uomini, al loro sviluppo e conservazione, a fine di renderli tali da ottenere con essi lo scopo pel quale furono sotto quella forma riuniti.

      Passando al secondo elemento, vale a dire alle armi, egli è chiaro che visto l'immenso miglioramento del materiale di guerra avvenuto a' dí nostri, sopra le scienze fisiche e naturali si fondano la confezione dell'armi e la maniera onde valersene, e basta notare che oltre la fisica, la mineralogia e la metallurgia debbono assai ben conoscersi per avere ed usare le buone armi. Usciremmo dai limiti del nostro discorso se volessimo dilungarci piú oltre su questo particolare.

      Quanto agli ordini considerati come metodo necessario onde operar grandi cose nel minore spazio e nel minor tempo possibili, di leggieri si scorge esserne fondamento le scienze esatte, le quali si occupano delle quantitá e misurano appunto lo spazio ed il tempo, e ogni volta che sono applicate ai solidi ed alla meccanica, servono di guida alla costruzione ed ai movimenti del materiale di un esercito. Tai movimenti son conosciuti sotto il nome di «manovra di forza», come quelli che son fondati sopra le proporzioni che passano tra l'agente e la macchina.

      E fin qui dimostrammo le relazioni della scienza militare ne' suoi elementi colle scienze morali, economiche, fisiche, naturali ed esatte, e la sua dipendenza da esse.

      Ma queste relazioni ingrandiscono in ragion della macchina chiamata «esercito», appena che in tutte le sue parti elementari compiuto, entra in operazione, vale a dire esercita la sua azione nel senso piú alto, nel senso piú esteso.

      Non cosí tosto un esercito è sul piede di guerra, non cosí tosto perviene in paesi stranieri, eccolo diventare una colonia operante. Tutte le sue operazioni proporzionare egli debbe alla propria natura, allo scopo che si propone, al paese nel quale entra ed agisce. Tutte le scienze, morali, politiche ed economiche, che abbiam dimostrato essere base all'ordinamento della pubblica forza, debbono a tal punto conoscersi da poterne modificare l'applicazione senza ledere in guisa veruna i loro principi nelle molteplici e complicatissime combinazioni della guerra. Immensa è la differenza che passa fra il tener riuniti mercé della regola militare molti uomini in una caserma, dove ogni cosa è ordinata esattamente e dove monotono è il modo di vita, e il reggerli nelle marcie tra le difficoltá infinite e gli ostacoli d'ogni maniera che gli uomini e la natura vanno opponendo ai concepiti disegni. Grandissimo è inoltre il divario che corre tra il fare sussistere frazioni di truppa nel proprio paese ove tutto si ottiene agevolmente, e di procacciar vettovaglie a masse di truppa, e quel che piú monta, in ispazi non grandi e in paesi nemici o guasti e impoveriti mercé della guerra. Aggiungi che facil cosa ella è il curare e il guarire un picciol numero di malati nella tranquillitá della pace col soccorso del clima nativo, ed assai malagevole in quella vece si è il combattere le epidemie che mena seco la guerra, il piú luttuoso corteggio che ella aver possa, e che offendono al tempo stesso il fisico e il morale della soldatesca la quale vive ed agisce per forza d'abito. Oltre a ciò si consideri come le pene e le ricompense diventino presso che inutili con uomini la cui fantasia è alterata e dei quali però conviene eccitare o calmare le varie passioni; con uomini che in faccia alla morte, fra i piú acerbi dolori ed anche le mutilazioni e le privazioni d'ogni sorta che fan precoce la vecchiezza, acquistano siffatta energia di volere che rende inefficace l'azion delle leggi fatte pei tempi ordinari, laddove oltremodo severa ne dovrebbe essere in quel tempo l'applicazione. Può egli altresí istituirsi alcun paragone tra il modo sí facile di conservare il materiale e le armi nella pace, dove in gran copia sono i depositi, e la rovina sí subitanea che trae seco la guerra, cosí di uomini come di cose, e il piú delle volte in tai luoghi dove non v'ha alcun mezzo da racconciare o rifare quel che si guasta o consuma? Di che arte finissima, di che intelligenza, di che energia non han d'uopo gli uffiziali di artiglieria e quelli del genio a fin di eseguire opere di grande importanza, quantunque la storia sdegni di tramandarle alla posteritá? Riporre si debbono in questo novero la ricomposizione e il trasporto di un parco di assedio, la creazione di un trinceramento o di una piazza momentanea. In quanto agli ordini, molta è pure la differenza che corre tra i movimenti di poca truppa operati in piccioli spazi onde piegarsi e spiegarsi o mutare la fronte, in un terreno sicuro dove spessissimo ogni arma si esercita separatamente, senza combinazioni fortuite ovvero ostacoli naturali, e quel che piú vale, senza nemici a fronte; e le grandi operazioni della tattica le quali preparano e seguono quelle grandi tragedie chiamate «battaglie», a cui tiene la sorte degl'imperi e che dir si potrebbero i punti trigonometrici della storia la quale riempie i vuoti. Quivi le differenti arme delle quali un esercito si compone debbono combinarsi in tal modo che tutte concorrano a quello scopo che il capitano si prefigge, e sovente in luoghi non conosciuti e di natura sí varia che malagevole riesca l'applicazione di quegli esercizi medesimi fatti durante la pace. Quivi un nemico vigile e attivo le sue forze ti cela, ostacoli ti frappone a ogni passo, controccava i tuoi movimenti quando meno tel pensi. Niuna cosa è di poco momento in giornate siffatte, dove in breve ora si perde o si vince la fortuna d'un secolo. Un picciol variare di suolo può cagionare i piú gravi, i piú vasti risultamenti; e però le cognizioni geografiche, topografiche e geodetiche, le quali si fondano sopra i sublimi calcoli dell'astronomia, riescono indispensabili e costituiscono la superioritá dello Stato civile sul barbaro e la sicurezza di cui può godere una societá bene ordinata contro la forza brutale di orde nomadi. E difatto alla superioritá della scienza bellica siam debitori della conservazione della civiltá greca e romana e conseguentemente di tutto quanto


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