The Sonnets, Triumphs, and Other Poems of Petrarch. Francesco Petrarca
rel="nofollow" href="#ulink_8dcafd83-44cd-50b9-b4eb-cef25362dc59">Io son sì stanco sotto 'l fascio antico.
Io non fu' d' amar voi lassato unquanco.
Se bianche non son prima ambe le tempie.
Occhi, piangete; accompagnate il core.
Io amai sempre, ed amo forte ancora.
Io avrò sempre in odio la fenestra.
Sì tosto come avvien che l' arco scocchi.
Poi che mia speme è lunga a venir troppo.
Fuggendo la prigione ov' Amor m' ebbe.
Erano i capei d' oro all' aura sparsi.
La bella donna che cotanto amavi.
Piangete, donne, e con voi pianga Amore.
Più volte Amor m' avea già detto: scrivi.
Quando giugne per gli occhi al cor profondo.
Così potess' io ben chiuder in versi.
Io son dell' aspectar omai sì vinto.
Ahi bella libertà, come tu m' hai.
Orso, al vostro destrier si può ben porre.
Poi che voi ed io più volte abbiam provato.
Quella fenestra, ove l' un sol si vede.
Lasso! ben so che dolorose prede.
Cesare, poi che 'l traditor d' Egitto.
Vinse Annibal, e non seppe usar poi.
L' aspettata virtù che 'n voi fioriva.
Mai non vo' più cantar, com' io soleva.
Nova angeletta sovra l' ale accorta.
Non veggio ove scampar mi possa omai.
Avventuroso più d' altro terreno.