The Sonnets, Triumphs, and Other Poems of Petrarch. Francesco Petrarca
href="#ulink_09786aa8-ef29-5894-aafd-e9de11162da5">SONNET LXXXVII.
Perseguendomi Amor al luogo usato.
La donna che 'l mio cor nel viso porta.
Sennuccio, i' vo' che sappi in qual maniera.
Qui dove mezzo son, Sennuccio mio.
Dell' empia Babilonia, ond' è fuggita.
In mezzo di duo amanti onesta altera.
Pien di quella ineffabile dolcezza.
Se 'l sasso ond' è più chiusa questa valle.
Rimansi addietro il sestodecim' anno.
Una donna più bella assai che 'l sole.
Or vedi, Amor, che giovinetta donna.
Quelle pietose rime, in ch' io m' accorsi.
Dicesett' anni ha già rivolto il cielo.
Quel vago impallidir che 'l dolce riso.
Amor, Fortuna, e la mia mente schiva.
Chiare, fresche e dolci acque.
In quella parte dov' Amor mi sprona.
Italia mia, benchè 'l parlar sia indarno.
Di pensier in pensier, di monte in monte.
Poi che 'l cammin m' è chiuso di mercede.
Io canterei d' Amor sì novamente.
S' Amor non è, che dunque è quel ch' i' sento?
Amor m' ha posto come segno a strale.
Pace non trovo, e non ho da far guerra.
Fiamma dal ciel su le tue treccie piova.
L' avara Babilonia ha colmo 'l sacco.
Fontana di dolore, albergo d' ira.