L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria. Cesare Lombroso

L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria - Cesare Lombroso


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regioni meridionali d'Italia, Rocco De Zerbi dettava:

      «La debolezza dell'Italia è alle ginocchia, è alle gambe, ai piedi; il male, il male vero profondo, è qui. A Milano due partiti si accapigliano, si graffiano, si dilaniano, perchè ciascun d'essi ha una fede; qui si fa lo stesso, ma senza fede. La fede fra noi è sostituita dalla speranza, speranza di pagar meno, negli onesti; di guadagnar più, nei meno onesti o nei bisognosi....—

      «In tutte le rivoluzioni di Palermo, scrive Tommasi-Crudeli, una parte rilevante è stata rappresentata dalla gente manesca e facinorosa, spintavi dall'odio dei dominanti, ma più ancora dai suoi istinti anarchici, e dall'idea che libertà significasse cessazione dell'impero della legge.

      «Nè il loro concorso era rifiutato dagli onesti, tanto più che l'entusiasmo generale conteneva i più pravi istinti di quella gente ed eccitava i più nobili, che, in uomini d'una razza così fiera come la siciliana, non periscono mai. Ma poi la bestia si mostrava. Aprivano le prigioni, e coi carcerati si ingrossavano le squadre, si imponevano al governo, facendo più o meno prevalere una bestiale anarchia, di cui approfittava il Borbone, come avvenne nel 1820, nel 1849»[2].

      E Turiello nel suo bel libro (Governo e Governati, Bologna, Zanichelli, 1881-82) nota, fra le cause della maggiore criminalità nei paesi meridionali, la poca precisione dei concetti causata forse dalla troppa rapidità con cui essi svolgonsi nei paesi caldi.

      «Il napoletano dice: Ho colpito vicino al muro per dire al muro; io voglio a te per dire voglio te; e trascurano i piccoli valori; e nella pittura stessa, anche nella pittura prevale il colorito al disegno, e da questo al non tener conto di un piccolo furto, a mancare man mano alla fede, al dovere, di cui i limiti si fanno elastici è un piccolo passo.

      «Il Sud ha più pronte oscillazioni delle passioni del Nord, commette più crimini, per amore, timore, per impeto, e quindi contro le persone, mentre nel Nord più per proposito deliberato; il difetto di freni porta danni più pronti al Sud (brigantaggio), più durevoli al Nord (sètte).

      «Un altro carattere dell'uomo meridionale è l'individualità, per cui rifuggono da formar corpo, per cui ogni società tende a disorganizzarsi, il che dipende dal maggior valore individuale, ma che finisce ad una maggior debolezza; il monello accusa il compagno al cocchiere, i piccoli possidenti si segnalano fra loro ai briganti invece di coalizzarsi contro a loro; io osservai che le società scientifiche in Italia non si formano che fra mediocri, e per mutuo incensamento; mai vi si riuniscono due belle notabilità, tanto l'una sdegna l'altra».

      Neri Tanfuci (Napoli a colpo d'occhio) dà fra i caratteri del popolo meridionale la instabilità.

      «Ci sembrano ingenue creature, quando all'improvviso ti paiono bricconi matricolati; così sono laboriosi ed oziosi, sobrii ed intemperanti; insomma la loro indole, ben inteso nella plebe, è anguilliforme, scivola senza che si possa fissare.

      «Il clima favorisce la perdita del pudore.

      «Essi sono prolifici, il pensiero dell'avvenire dei figli non li spaventa.

      «Il lazzarone rubacchia all'occasione, non però se vi incorre pericolo: millantatore, racconta dieci e compie uno. Attaccando lite gestisce e grida per far paura alla paura che ha, cerca evitare i fatti; però una volta venuto alle mani si fa feroce.

      «Geloso, sfregia la donna di cui dubita: ed essa se ne tiene; indipendente, non può sopportare ospedali, ricoveri.

      «Quando hanno da lavorare, lavorano però ottimamente. Sentono forti gli affetti di famiglia. Si contentano di poco, non s'ubbriacano.

      «Scaltri, bugiardi e timidi, la loro esistenza è una serie di piccole frodi ed inganni e di accatto. Per aver un soldo di elemosina son capaci di leccarvi la scarpa, senza sentirsene umiliati.

      «La loro scienza è la superstizione: passa un gobbo, un cieco, c'è uno scongiuro speciale. Le loro idee stanno nel circolo di Dio, di diavolo, streghe, iettatura, S.ma Trinità, onore, coltello, furto, ornamenti, e... camorra. La plebaglia ha paura di questa, ma la rispetta, perchè da questi prepotenti sa di esser difesa contro altri prepotenti; è l'unica autorità dalla quale possa sperare qualche cosa che somigli alla giustizia...».

      3. Reati e stagioni.—Dopo ciò facile è capire come il calore influisca in molti reati. Dalla statistica del Guerry appare che in Inghilterra ed in Francia i delitti di stupro e di assassinio prevalgono nei mesi caldi: e altrettanto notò il Curcio fra noi.

Inghilterra (1834-56) Francia (1829-60) Italia (1869)
Sopra 100 stupri in Gennaio 5,25 5,29 26 in tutto
» Febbraio 7,39 5,67 22 »
» Marzo 7,75 6,39 16 »
» Aprile 9,21 8,98 28 »
» Maggio 9,24 10,91 29 »
» Giugno 10,72 12,88 29 »
» Luglio 10,46 12,95 37 »
» Agosto 10,52 11,52 35 »
» Settembre 10,29 8,77 29 »
» Ottobre 8,18 6,71 14 »
» Novembre 5,91 5,16 12 »
» Dicembre 3,08 4,97 15 »

      Secondo il Guerry, in Inghilterra, e Curcio fra noi il massimo degli assassinii si nota nei mesi più caldi; ammontarono:


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