L'amore di Loredana. Luciano Zùccoli
Appunto, — rispose Filippo. — Anch'io....
E stava per continuare, quando fu bussato alla porta ed entrarono gli uomini con un baule.
— Che cosa dicevi? — domandò Loredana, allorchè gli uomini uscirono per prender gli altri bagagli.
— Volevo dirti che ho intenzione di andare a Venezia, fra qualche giorno. Bisogna ch'io sappia ciò che si dice, — dichiarò Filippo, sedendo in una poltroncina. — La mia assenza non può essere stata notata: a Venezia son rimaste poche famiglie che io conosco, e in quest'epoca, tutti gli anni io vado in campagna. Ma voglio udire se si fanno chiacchiere e voglio, se mi riuscirà, aver notizie di tua madre.
— Come farai?...
Di nuovo gli uomini entrarono con un baule, che Filippo ordinò di deporre nella sua camera.
— Non dev'esser difficile, — egli continuò poscia, — mandare qualcuno da lei con un pretesto. Anzi, servendomi d'una persona fidata, potrei farle consegnare la tua lettera.
La fanciulla tacque un istante. Quel disegno di Filippo le pareva logico e pure la turbava; appena arrivata in un paese nuovo, tra gente sconosciuta, doveva rimaner sola, di giorno e di notte. E all'idea che Filippo volesse abbandonarla, un tale spavento la prese, che si sentì sbiancare il volto, come tutto il sangue le si fosse gelato nelle vene.
Ritornò alla finestra, per nascondere il suo turbamento; ma non vedeva nè il lago, nè il sole, nè la città dirimpetto, che un minuto prima le era parsa sfavillante....
— Che pazza! — disse a sè medesima. — Come potrebbe abbandonarmi, se mi ama, se lo amo, se gli ho dato tutta me stessa? Non lo conosco da tre anni, non sono stata per tre anni la piccola amica, e non sono oggi la piccola amante?
Udì che gli uomini, recato l'ultimo baule, salutavano e uscivano ringraziando. Si tolse dalla finestra, e disse a Filippo, con voce un po' debole:
— Sì, è giusto. Devi andare.
Quella stessa mattina, il conte Roberto, arrivato a Fasano in carrozza, spedì subito un telegramma a sua cognata. Il telegramma, alla forma del quale aveva pensato durante tutto il viaggio, diceva: « Non ho visto nessuno. Lascia fare ».
E la contessa Bianca ricevendolo si chiese se quel « Lascia fare » significasse « Fida in me » o non piuttosto: « Lascia che ciascuno viva a modo suo ».
Ma le parve che la seconda interpretazione fosse la buona.
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