L'ora topica di Carlo Dossi. Gian Pietro Lucini

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       Gian Pietro Lucini

      L'ora topica di Carlo Dossi

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066069759

       SINTESI EPIGRAFICA

       NOTIZIA PRELIMINARE

       I. IL MOMENTO

       II. COME È NATO

       III. GENIALE EBEFRENIA

       IV. PASSEGGIATA SENTIMENTALE PER LA MILANO DI “L'ALTRIERI„

       V. L'HUMORISMO LO VENDICA

       VI. «BASSE-COUR» — «TIERGARTEN» — «GABINETTO ANATOMICO» E.... «GINECEO»

       VII. RAGION PRATICA

       VIII. PERORAZIONE

      l'ora topica di CARLO DOSSI

       suonata da G. P. LUCINI

       alla memoria proteggente di LUIGI PERELLI

       che insiste viva e feconda

       e che mi ricollega in amicizia sopra

       due secoli, ultimo, al nostro

       CARLO DOSSI

      dal Palazzo di BREGLIA,

       NEL TIEPIDO AUTUNNO LARIANO DEL 1909

       Indice

      CARLO DOSSI;

       è qui coi suoi amici,

       continuando Rovani ha continuato Manzoni:

       operò tale rivoluzione nelle lettere italiane,

       nella forma e nel pensiero,

       che le ha innerbate pei secoli;

       ma non permise per sè imitatori dozzinali:

       disconosciuto,

       protende all'epoca, che già s'inalba,

       la sua vera gloria confermata,

       che i coetanei, troppo sordidi e sordi,

       distrattamente, non gli concessero.

      1849 — 1910

       Indice

       Giorno d'oro per le lettere italiane, quando, nel 1873, a cura di Luigi Perelli, in Milano, usciva il saggio di Giuseppe Rovani: La Mente di Alessandro Manzoni: io ne invidio l'aurora lucente e porporina e non presumo di emularla con L'Ora topica di Carlo Dossi. Però, le stesse ragioni presiedono per l'una e l'altra; se Carlo Dossi volle scrivere: «Rovani è il continuatore logico di Manzoni, come il Dossi di Rovani»; egli ha pur detto rivolgendosi a me; «siamo due campane fuse nello stesso metallo, ma di diversa capacità; diamo suoni di ugual valore, ma di diversa nota.»

       Vorrò io perciò vantarmene e non far parte all'amicizia del di più che le deve in questo giudizio lusinghiero? Certo: ma oggi concorre a me, come già fu per Rovani, l'obbligo di una stessa affermazione. Ed in difetto di editori, i quali confidando in me e nella mia anomala letteratura come ditta e prodotti commerciali, commerciabili e reddituarii, mi fabricherebbero, allo spaccio, libretto garbato e corrente mi sia dato esporre, da queste pagine per me non venali e bandire, finalmente, il nome di Carlo Dossi, ai giovani della mia generazione ed ai giovanissimi che mi incalzano, e mi chiedono parole sempre più nuove con altre ed inedite audacie.

       Anche tu, o Alberto, oggi dolorosamente desiderato dai tuoi che respirano nella tua memoria e nella tua fama, dalli amici che ti ammirano, da me che ti piango come fratello, sembra mi conforti ad esporre l'opera mia, cui, in parte, hai udito leggerti nelli ultimi tuoi dì: e se turba un poco la tua modestia non condannare la mia sincerità che non deve mai interrompersi. Che anzi, troverò commentatori privilegiati di officiosità e di ignoranza che, me la imputeranno a male come inezie di fisiologia, ciarle sconvenienti, pettegolezzi indiscreti, sciorinate citazioni per lusso da note inedite difficilmente controllabili. Hanno ed avranno torto, perchè mi affido a quanto il nostro autore desidera si faccia in questo caso, come lo apprendo dalla stessa sua parola: «A scoprire, a rifare il processo su cui una mente, specie di scrittore, ha voluto produrre date opere; a rintracciare l'origine del materiale da esso impiegato e trasformato, a conoscere lo stato d'animo di chi pensava o eseguiva, giova più che tutto l'esame di quelle intime carte, qualunque sia la sua forma, nelle quali l'artista ha segnato il suo primo pensiero e consegnò la memoria dei pensieri ultimi. Simili documenti i quali vanno dal più laconico aforisma all'epistolario più diffuso, e possono anche comprendere i conti di cassa e di cucina, sono tanto più preziosi, inquantochè un artista, come ha raggiunto la designata altezza, si affretta solitamente a cancellare le tracce della sua via, quasi a dare ad intendere che ei vi volò, non vi si arrampicò».

       E, quando allora mi imputeranno, in qualche passo, tono, aggressione, polemica, siano tutti persuasi, che, col proclamare, ammirando, l'arte ed il pensiero di Carlo Dossi, tento di difendere e volontieri me stesso.

      G. P. Lucini

       Dosso Pisani, il XXVIII di Gennaio, CMXI.

       Indice

      La fortuna, che sorresse e si oppose insieme alle opere ed al nome di Carlo Dossi, fu bizzarra, generosa e maligna nello stesso tempo. Mentre ne ha protetto l'amore e l'ammirazione tra i migliori suoi coetanei e lo ha riservato al culto de' giovani, non volle che la rinomea larga e sparsa, con facilità e tornaconto si divulgasse tra il pubblico grosso, quello che fa numero, sostiene il valore reale e crea, effimeramente, le gloriole posticcie; ma senza di cui l'efficacia dell'azione, la bellezza della letteratura, la verità dell'accusa e la giustizia della rivendicazione non hanno nerbo, latitudine, determinata vittoria.

      Il clamor gentium evangelico contrasta, è vero, coll'odi profanum vulgus et arceo oraziano; ma l'opera d'arte, composta lungi dalla frequenza e dall'intemperanza della folla, va pur rovesciata sopra di lei; e questa, se non vuol disertare, cioè, privarsi di un piacere tanto più intenso quanto più difficile, deve accoglierla e profittarne.

      Non per questo Carlo Dossi vi si accostò; proprio e fondamentale costume il suo di rimanerne schivo; e lo accompagnò, dai primi istanti del suo produrre, costantemente, se Antonio Ghislanzoni, volendo parlare della Vita di Alberto Pisani incominciava: «Ne[1] è autore Carlo Dossi, un giovane letterato,


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