La cattiva strada. Autori vari

La cattiva strada - Autori vari


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dissimulò il suo interesse dicendo che per quella sera non aveva nessuna voglia di incontrarlo e, per essere più credibile, pregò l'italiano di parlargli un altro po’ di come fossero cattivi i magistrati italiani. Da bravo investigatore, però, non perse mai di vista il suo obiettivo: notò subito una moretta procace che si avvicinava al ragazzo con passo deciso; la moretta non perse tempo a parlare: mollò due sganassoni all'americano, gli versò in testa mezza bottiglia di champagne e se ne uscì dal casinò, rischiando di rovesciare almeno un paio di tavoli. Jack riconobbe subito lo stile della donna; pur non avendola vista bene in volto, da come si era comportata, e soprattutto dal fatto che il tipo non avesse accennato neanche un minimo di reazione, dedusse che con ogni probabilità quella era Terry. Salutò quindi prontamente il suo amico e si mise alle calcagna della sua preda che, per ironia della sorte, o forse perché era una capace di spendere bene i suoi soldi, alloggiava nel suo stesso albergo, in una suite a poche porte dalla sua. Jack decise che l’approccio migliore sarebbe stato quello diretto e quindi andò diritto alla sua porta.

      Bussò, ed una voce vellutata rispose chiedendo chi fosse.

      «La direzione dell’albergo le offre una bottiglia di champagne, madame»

      «Non voglio niente, se ne vada» disse lei.

      Jack finse di allontanarsi, ed aprì la porta con un passe-partout che aveva sottratto ad un cameriere donandogli in cambio un bel sonnellino nel ripostiglio delle scope. Entrò nella suite e si diresse verso la camera da letto, quando fu improvvisamente aggredito alle spalle. Per sua fortuna, Jack era abituato a ben altri avversari e gli fu quindi facile mettere fuori combattimento quella ragazzina; dal canto suo, lei riuscì a stupirlo ancora una volta quando, invece di urlare, gli disse «certo che sei proprio scemo. In Italia nessuno ti regala una bottiglia di champagne senza motivo.»

      Era proprio Terry. Aveva tinto i capelli di nero, ma era lei. Il carattere lo aveva certamente preso dalla madre, ma da chi avesse preso il corpo, Jack non avrebbe saputo dire.

      Ma come si permetteva questa ragazzina, per quanto bella e ricca, di dargli impunemente dello scemo? Non sapeva con chi aveva a che fare? Jack certamente non lo sapeva.

      «Sei qui per violentarmi? O sei un segugio al soldo della mia mammina?» Non era affatto stupida, la puledra.

      «Sono un occhio privato, ed ora chiamerò tua madre per dirle di venirti a prendere. Certo, mentre arriva, potrei accettare la tua gentile offerta carnale.» Jack cercò rozzamente di farle un po’ di paura, ma si rivelò un’impresa vana. Pensò alle parole della Ramone: «Mia figlia è fragile». Nah.

      «Che bello» disse lei con un sorriso malizioso «cominciamo subito?»

      «Ed ingenua, anche...» pensò Jack, ma non aprì bocca. Ormai era entrato nella parte del grande investigatore, un duro di quelli veri. Se non altro pensava di avere una forte consapevolezza di cosa fosse “bene” e cosa fosse “male”, capace di distinguere cosa fosse il piacere dal dovere e di tenere ben separate le due cose. Era inoltre perfettamente consapevole del fatto che portarsi a letto Terry avrebbe terribilmente contrariato la signorina Ramone. Gli apparve il suo angioletto custode: «non vorrai mica far arrabbiare la grassona, vero?» gli sussurrò all'orecchio, «sai che poi te ne pentirai», ma la consapevolezza di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito non aveva mai fermato Jack, e non lo fermò neanche quella volta.

      Ne valse la pena: quella sì che fu una notte da ricordare. Si vedeva che la ragazzina aveva sfruttato in modo molto proficuo i suoi quasi venticinque anni. Jack si divertì alla grande, come non gli capitava da anni. Ma come sempre gli succedeva con le ragazze troppo esperte, soprattutto se troppo facili, si stancò presto. Fu quindi contento quando, svegliandosi in piena notte, si ritrovò solo nel letto; si alzò per svuotare la vescica ma, entrando in bagno, sentì arrivare un sussurro irritato dal salotto. Si avvicinò cautamente alla porta socchiusa che divideva le due stanze della suite ed si mise ad origliare mentre Terry parlava al telefono con voce bassa e tesa.

      «Ti ho detto che è tutto sotto controllo» sibilò la ragazza al telefono. «La mia vecchia ha mandato un idiota a cercarmi, uno così imbecille da credere che mammina voglia ritrovarmi per proteggermi da te! Non sa nulla della collana!» «Collana?» pensò Jack perplesso.

      Terry riprese a parlare, questa volta con tono canzonatorio. «Certo che ci sono stata a letto, e allora? Che sei geloso? Beh, non hai nessun diritto di esserlo. E comunque, l'ho fatto per liberarmi della vecchia. Questo idiota è praticamente già innamorato, mi è bastato scoparlo una volta e già farebbe qualsiasi cosa per compiacermi. So già cosa fare, non temere; lo incastrerò, ed in un paio di giorni saremo liberi e ricchi. Ci vediamo dopodomani a Milano, vendiamo la collana, prendiamo i tre milioni e ce la filiamo. Sì, l'indirizzo è nella scatola, non posso sbagliare. Ora fammi andare, prima che l’idiota si svegli e mi trovi fuori dal letto. A dopodomani.»

      Jack si affrettò ad infilarsi nel bagno prima che Terry potesse vederlo. Sconfortato, fece quel che doveva fare; lavandosi le mani, ebbe un'idea, e lo sconforto si trasformò in una strana determinazione, cui non era abituato; questa volta non si sarebbe fatto fregare.

      Tornato a letto, fu contento di constatare che Terry dormiva, evidentemente fingendo. Jack fece lo stesso, lasciandosi così il tempo di elaborare un piano che, gli sembrava, avrebbe funzionato.

      Prima dell'alba, chiamò la Ramone, annunciandole il successo dell’indagine, e pregandola di andarsi a prendere subito la figlia. Lei era raggiante. «Dio, quanto non la conosci» pensò Jack. La Ramone gli disse di affittare una macchina e di andarla a prendere in un piccolo aeroporto privato alle nove di sera di quello stesso giorno. Mentre posava il ricevitore, Terry si svegliò.

      «Sei stato fantastico, detective» miagolò, mentre si stiracchiava. «Ho chiamato tua madre» rispose Jack con freddezza. «Arriva stasera. Io devo portarti da lei.» La ragazza lo aggredì con le unghie, come se volesse cavargli gli occhi, urlando come una pazza. Jack le bloccò i polsi e, senza tante cerimonie, la spinse via un paio di volte, fino a scaraventarla sul letto e farla piangere, per poi dirle con voce dura «senti, stronzetta, stanotte mi hai fatto impazzire, ma adesso basta. Il lavoro viene prima di tutto, e non rinuncerò certo a centomila Euro per il tuo bel culo.» «Centomila Euro?», disse lei tra le lacrime «è questo che ti da mia madre?» Si asciugò il naso con il dorso della mano, poi lo trafisse con lo sguardo.

      «Allora sei scemo sul serio, cocco. Pensi davvero che mia madre ti abbia mandato a cercarmi per amore? Perché vuole proteggermi da una scelta sbagliata? Sei davvero un ingenuo.»

      Jack era stufo di sentirsi dare dell’imbecille da quella ragazzina viziata che stava tramando di incastrarlo, era arrivato al punto di volerle dare un paio di ceffoni ma decise di stare al gioco.

      «Ah, sì? E perché mai mi avrebbe mandato a cercarti, allora?»

      Terry abbassò gli occhi. Non certo per vergogna, ma perché era un’attrice determinata.

      «Perché le ho preso una cosa che lei rivuole a tutti i costi. Una cosa che vale molti, moltissimi soldi, almeno cinquecentomila dollari. Ma per lei vale molto di più: è l'ultimo regalo che le ha fatto mio padre prima di morire. Farebbe qualsiasi cosa per riaverla. E una volta che l'avrà riavuta, la mia punizione per averla presa sarà tremenda.»

      Jack sapeva bene che la Ramone era terrificante, ma i conti non tornavano. «Vuoi farmi credere che ti ucciderebbe per una cosa del genere? Se comunque sua figlia, o no?»

      «Tu non conosci mia madre. Se mi avrà tra le sua mani, la morte non sarà una punizione, ma un sollievo» disse, scoppiando a piangere di nuovo.

      Jack era impressionato dalla capacità di mentire della ragazza; doveva ammettere, anche se solo con se stesso, che se non avesse sentito con le sue orecchie la telefonata di poche ore prima, le avrebbe creduto senza esitazioni. Ma aveva sentito tutto, ed ora aveva la mano vincente, era arrivato il momento di vedere le carte dell’avversario.

      «Ok.» disse «Quindi la mammina è molto, molto cattiva. Cosa dovrei farci, io?»

      «Aiutami ad ucciderla» disse la ragazza, con un un lampo negli occhi «tu ti tieni la collana, io mi becco l'eredità. Poi, finché


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