Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I. Amari Michele

Storia dei musulmani di Sicilia, vol. I - Amari Michele


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nel XII secolo; la vita del famoso ammiraglio siciliano Giorgio d'Antiochia; il sublime sagrifizio di Abu-Hasan-Feriani da Sfax, novello Attilio Regolo che spirò sul patibolo su le sponde dell'Oreto in Palermo ec.

      Quest'opera, intitolata Rehla et-Tigiâni, è stata ritrovata, non è guari, da M. Alphonse Rousseau; il quale n'ha dato una versione nel Journal Asiatique84, ed ha donato un MS. del testo alla Biblioteca di Parigi, Suppl. Arabe 911 bis. Dal cortesissimo M. Rousseau ebbi alcuni estratti del testo; i quali ho accresciuto poscia sul MS. di Parigi: e non saranno la parte men pregevole della mia raccolta.

      LI. Il Kartâs, come comunemente si chiama una buona compilazione, fatta nel reame di Marocco il 1326 e attribuita ad Abu-Hasan-Ali-ibn-Zera', dà pochi e noti ragguagli su le guerre dei Siciliani in Affrica nel XII secolo. È testo arabico niente raro in Europa; tradotto in tedesco dal Dombay; in portoghese dal Moura; e recentemente pubblicato con versione latina dal professor Tornberg, con erudite annotazioni che contengono altri squarci di testi arabici85. Dall'edizione del Tornberg trascriverò i paragrafi relativi alla Sicilia.

      LII. Dimaski (Scems-ed-din-Abu-Abd-Allah-Mohammed), così chiamato per essere oriundo di Damasco, morì vecchio nel 1327, dopo aver composto il Nokhbet ed-Dahr ec. (Eletta del secolo su le maraviglie della terra e del mare), opera geografica compilata, dice M. Reinaud, senza molta critica, ma pregevole per molti fatti che invano si cercherebbero altrove86. E così io ho trovato, in vero, il capitolo su la Sicilia e altre isole del Mediterraneo, scritto, com'e' pare, sopra osservazioni contemporanee, e, al certo, non mero compendio di Edrisi. Tolgo questo capitolo da due MSS., cioè di Parigi, Ancien Fonds 581, e di Leyde, 464 Warn., Catalogo del prof. Dozy, tomo II, p. 134, nº DCCXXXV, del quale il Dozy mi mandò un estratto.

      LIII. Abulfeda ('Imâd-ed-dîn-ibn-Ali), della illustre schiatta di Saladino, nacque a Damasco il 1272; conseguì nel 1310 il principato di Hama, retaggio di sua casa; e morì il 1331. Come ognun sa, le sue opere principali sono il Tekwîm el-Boldân (Tavola sinottica dei paesi), e il Moktaser fi Akhbâr el-Biscer (Compendio dei fatti del genere umano).

      Della prima è stato pubblicato il testo dai sigg. Reinaud e De Slane nel 1840; e il Reinaud ne dà attualmente una versione francese, della quale è uscito il primo volume, preceduto da una dottissima introduzione che contiene la vita di Abulfeda e la storia della geografia appo gli Arabi.

      Del compendio storico, abbiam detto come gli estratti risguardanti la Sicilia pervenissero, tradotti in latino, allo Inveges e al Caruso. Il Reiske pubblicò a Lipsia, il 1754, una sua versione latina dell'opera dal principio dell'islamismo in poi; della quale si servì il Di Gregorio nel Rerum Arabicarum. Una copia del testo arabico, lasciata inedita dal Reiske, fu stampata dall'Adler con la versione latina a riscontro87. Non dirò delle edizioni e versioni della istoria anteislamitica e della vita di Maometto cavate dal Moktaser, poichè son lontane dall'argomento nostro. Gli Annali di Abulfeda, compilati in parte sopra Ibn-el-Athîr e in parte sopra altre opere, son compendio di compendii.

      Io darò uno estratto della Geografia su la edizione del testo; e gli estratti degli Annali sul testo di Adler, confrontandolo, che ben n'è mestieri, col MS. di Parigi, autografo di Abulfeda.

      LIV. Nowairi (Scehâb-ed-dîn-Ahmed-ibn-Abd-el-Wehâb) della tribù arabica di Bekr, detto il Nowairi o Noweiri, da un villaggio d'Egitto in cui nacque il 1278 o 1273, morto il 1332; accozzò con le forbici, come dicesi in Francia, tagliando una pezza di qua e una di là, un centone enciclopedico in trenta volumi, non modestamente intitolato Nihâiet el-Areb fi Fonûn el-Adeb, che sarebbe a dire: il non plus ultra dell'erudizione. Va diviso in cinque parti: Cosmografia, Nosografia, Zoologia, Botanica e Storia88; del quale abbiam volumi staccati in varie biblioteche, segnatamente a Parigi, Leyde, Escuriale e Roma.

      Nella prima parte, il Nowairi dà un cenno geografico della Sicilia, che io pubblicherò secondo la copia fattane gentilmente per me dal Dozy sul MS. di Leyde, 273 Warn., Catalogo del Dozy stesso, tomo I, p. 4, nº V.

      Nell'ultima parte v'ha le istorie di Affrica e di Sicilia, compilate, non solamente sopra Ibn-el-Athîr, ma anco sopra Ibn-Rekîk, Ibn-Rescîk, Ibn-Sceddâd, e altri, che quell'annalista o non ebbe alle mani o trascurò. Pertanto il Nowairi narra non di rado i medesimi fatti con altri particolari; cimentando i quali con buona critica, se ne può cavar partito. I racconti che toccano l'argomento nostro contengonsi nei MSS. di Parigi 70289, e 702 A, ed Ancien Fonds 638, dai quali avean preso notizie il Cardonne, e il De Guignes; talchè il marchese Caraccioli, lodatissimo vicerè di Sicilia, avutone sentore da amici suoi francesi, fece opera ad ottenere il testo arabico, per la collezione intrapresa sotto gli auspicii suoi dal Di Gregorio. Adoperandovisi il Barthélemy, fu mandato il testo del capitolo su la Sicilia, con la versione francese di questo e di alcuni squarci della Storia d'Affrica per M. J-J. Caussin, padre dell'attuale professore d'arabico M. Caussin de Perceval. Così il Di Gregorio stampava, non senza errori, il testo, nel Rerum Arabicarum, e vi aggiugnea con la guida della francese una traduzione latina; nella quale talvolta volle rifare il verso a M. Caussin90; e, non essendo da tanto, sfigurò e imbrogliò di molte frasi. L'orientalista francese ne lo punì, pubblicando la propria versione ed alcune note, che contengono una critica urbana, ma severa e senza replica91.

      Il lavoro da me intrapreso mi portò a confrontare su i citati MSS. la edizione del Di Gregorio, e copiare gli squarci di testo della Storia d'Affrica tradotti dal Caussin e altri che gli erano sfuggiti. Debbo al professor Dozy altri capitoli risguardanti scrittori siciliani, copiati sul MS. di Leyde. Così ho potuto quasi raddoppiare i frammenti del nostro autore dati nel Rerum Arabicarum; senza dir dei nomi proprii e geografici che mi è occorso di correggere, nè degli squarci non bene interpretati, dei quali ho dovuto rifare la versione.

      Debbo avvertire infine che M. Des Vergers pose la versione di varii capitoli della Storia d'Affrica del Nowairi in appendice alla parte di Ibn-Khaldûn pubblicata da lui; e che il baron De Slane ha tradotto in francese la prima parte della Storia d'Affrica, inserita nel Journal Asiatique, série III, tomo XI-XII (1841), e ristampata in appendice alla Hist. des Berbères par Ibn-Khaldoun, tomo I, p. 313, seg. M. De Slane ha giudicato troppo severamente il Nowairi, incolpandolo di tutte le favole del conquisto musulmano d'Affrica, che quegli non avea fatto che copiare da altri compilatori92.

      LV. Dsehebi (Scems-ed-dîn-Abu-Abd-Allah), morto il 1347, fu compendiatore come i contemporanei suoi Abulfeda, Nowairi, e Scehâb-ed-dîn-Omari; se non che attese alla sola storia, e particolarmente alla letteraria, o, per dir meglio, alle biografie degli uomini dotti. Questo è il pregio delle opere che ci rimangono di lui. La principale intitolata Târîkh el-Islâm è tavola cronologica, divisa per decennii e corredata alla fine di ciascun decennio da una lunga serie di cenni biografici. La Biblioteca di Parigi ne possiede due volumi staccati, Ancien Fonds 626 e 646, dei quali il primo corre dall'anno 1º al 40º dell'egira, l'altro dal 301 al 370. Un altro MS. della stessa Biblioteca, Ancien Fonds 753, che abbraccia gli anni dal 581 al 620, mi pare appartenente non al Târîkh, ma al compendio che ne fece lo stesso Dsehebi, del quale v'ha esemplari a Leyde e altrove93. Pochissime notizie ho cavato, sì da cotesti tre volumi, sì dai due del Suppl. Arabe 746, opera dello stesso autore, intitolata Kitâb el-'iber ec. (Avvertimenti su le geste dei trapassati). All'incontro, ho preso una ventina di buoni cenni biografici di Siciliani, dal MS. di Leyde, nº 654 Warn., Catalogo del Dozy, tomo II, p. 205, nº DCCCLXXVI, compendio che fece il Dsehebi dell'Anbâ en-Nohâ di Abu-Hasan-Ali-el-Kifti, morto alla metà del XIII secolo.

      LVI. Scehâb-ed-dîn'Omari (Abu-Abbâs-Ahmed-ibn-Iahîa), detto Ibn-Fadhl-Allah, soprannominato anche Dimascki, da Damasco ond'era oriundo, e 'Omari dal nome di Omar il grande, dal quale pretendea discendere; nacque verso il 1300 di famiglia benemerita ai sultani d'Egitto; fu professore


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<p>84</p>

Série IV, tomo XX (1852), e série V, tomo I, (1853). Raccolti insieme i fogli e stampati a parte, fanno un volume di 290 pagine.

<p>85</p>

Annales Regum Mauritaniæ, Upsal, 1843, 1846, 2 vol. in-4.

<p>86</p>

Géographie d'Aboulfeda, Introduz., p. CL e CLI.

<p>87</p>

Col titolo di Annales Moslemici, Copenhagen, 1789, 1791, 5 vol. in-4.

<p>88</p>

Veggansi: Hagi-Khalfa, ediz. Fluegel, tomo V, p. 397, nº 14,069; Quatremère, Histoire des Sultans Mamlouks par Makrizi, tomo II, Parte II, p. 173; Reinaud, Géographie d'Aboulfeda, Introduz., p. CLI.

<p>89</p>

Secondo la soscrizione che si legge in fine di questo MS., sarebbe autografo. Il barone De Slane la crede bugiarda per cagion di parecchi errori del MS. La stessa soscrizione è in uno dei MSS. di Leyde secondo il Dozy, Catalogo, I, p. 5.

<p>90</p>

Veggansi: Di Gregorio, Rerum Arabicarum, Prefazione al Nowairi; Airoldi, Prefazione al Codice Diplomatico ec., dell'Abate Vella; e Scinà, Storia Letteraria di Sicilia nel XVIII secolo, tomo III, cap. VI.

<p>91</p>

Histoire de Sicile, traduite de l'arabe du Novaïri par le citoyen J. J. Caussin, in appendice al Voyages en Sicile, dans la Grande Grèce et dans le Levant, par M. le Baron de Riedesel, Paris, an. X (1802), in-8.

<p>92</p>

Lettre à M. Hase nel Journal Asiatique, IV série, tomo IV, p. 329, (1844).

<p>93</p>

Catalogo del Dozy, tomo II, pag. 148, nº DCCLXIII, seg.