I coniugi Varedo. Enrico Castelnuovo

I coniugi Varedo - Enrico Castelnuovo


Скачать книгу
sfuggire una frase pungente, di guastar bisticciandosi la dolcezza ineffabile di quei giorni che stavano insieme. E, in fondo, ognuna delle due sentiva che l'altra aveva una parte di ragione. La signora Valeria non aveva visto con piacere il ritorno della Adelaide Nocera a Venezia, nè approvava ora nell'Adelaide e in Gustavo, già maturi d'anni, il riaccendersi di una passione colpevole che pareva sopita dal tempo e dalla lontananza; ma il suo affetto per l'amica, la sua tenerezza pel fratello la facevano pronta ad accorrere alla difesa de' due traviati. La Varedo, dal canto suo, trovava che suo marito era talora troppo ispido ed intollerante ma non voleva riconoscerlo, non voleva tradire nemmeno coi prudenti silenzi, quei rigidi principî che, nel suo pensiero, erano il fondamento della famiglia e della società. Perciò, nel caso presente, ella stava in guardia contro sè stessa, contro la simpatia che le inspirava lo zio Gustavo, sopra tutto contro il fascino che quella sirena della Nocera esercitava intorno a sè.

      Mancavano dieci minuti alle sette e la folla dei bagnanti, incalzata dall'ora, risaliva frettolosa, simile a fiume che risale il suo corso, verso il piazzale dello Stabilimento o verso lo stradone di Santa Elisabetta, chi per prender il tram a cavalli, chi per fare una breve passeggiata fino al vaporino. Sul suono smorzato dei passi affondantisi nella sabbia, sul fruscìo leggiero delle vesti, sul confuso borbottìo delle voci si levava qualche nota squillante: appelli e risposte, richiami e saluti:—Presto, presto!—Buon divertimento!—Buon viaggio!—arrivederci stasera in piazza!

      —Vuoi che ci moviamo?—chiese la signora Valeria alla figliuola.

      Diana assentì.—Moviamoci pure.

      Si alzò per la prima, si avvicinò alla madre e le diede un bacio in fronte, quasi a scancellare l'impressione delle parole di poco fa.

      S'avviarono lentamente, a braccetto.

      La signora Valeria guardava con ansiosa sollecitudine il volto pallido e l'andatura stanca di Diana. No, una settimana di riposo non l'aveva rimessa in forze e anzi ell'era piuttosto peggiorata che migliorata d'aspetto dopo il suo arrivo a Venezia. Tutto si sarebbe spiegato con una certa ipotesi molto ragionevole e naturale, ma Diana seguitava ad affermare che quell'ipotesi non aveva fondamento, e il medico di casa, fin che non si presentano nuovi sintomi, stava anch'egli tentennante fra il sì e il no.

      La fiumana della gente s'ingrossava lungo il cammino; la ritirata aveva apparenza di fuga.

      —Non avete furia voi altre?—dissero alla signora Inverigo e alla

       Varedo alcune persone di conoscenza.

      —No, restiamo qui a pranzo.

      —Buon appetito, allora.

      —Grazie.

      Protetta dalle dune la spiaggia era avvolta nell'ombra, ma chi toccava il sommo dell'erta sabbiosa doveva ripararsi dai raggi quasi orizzontali del sole, ed era bello, levando gli occhi in su, veder quella folla gioconda emerger nella luce, e sfavillar le tinte chiare degli abiti estivi, e aprirsi gli ombrellini delle signore come fiori che sbocciano d'improvviso. Più bello però, dalla parte del mare, era lo spettacolo delle barche peschereccie che sfilavano lontano ricevendo anch'esse, sulle vele bianche, rosse, gialle, turchine, l'ultimo saluto del sole, mentre la liquida superficie, increspata da una brezza leggera, prendeva, nel roseo tramonto, tutti i colori dell'iride.

      —Oh brave!—esclamò Gustavo Aldini quando sua sorella e sua nipote comparvero sulla terrazza.—Ero lì lì per venire a sollecitarvi. Tranne Alberto, che non può tardare, siamo au grand complet.

      Le due Duranti col rispettivo consorte e padre, l'Adelaide Nocera col consigliere marito mossero festosamente incontro alle nuove arrivate.

      —Si voleva venire in massa a farvi visita—dichiarò l'Adelaide—ma l'ingegnere disse ch'era meglio attendervi qui.

      —La nostra capanna è così piccola—spiegò la signora Valeria—che ci si sta appena in due.

      —Sono troppo piccole e troppo affastellate quelle capanne. Non c'è libertà—soggiunse la Nocera.

      Il consigliere ch'era un po' sordo si fece ripetere la frase.

      Era un uomo corto, grosso, di tipo volgare.

      —A proposito—egli chiese ridendo sguaiatamente—è vero che signori e signore passeggiano sulla spiaggia in semplice accappatoio?

      —Ma no, che idee!

      —A ogni modo—disse la Duranti madre, che era una signora pudibonda—è una promiscuità scandalosa. C'è tanto rigore, ed è giusto che ci sia, nell'interno dello Stabilimento per conservare la divisione de' due riparti, e poi nelle capanne si lasciano stare insieme i maschi e le femmine.

      —Ma le capanne son fatte per le famiglie—notò il marito, intendente di finanza a riposo.

      —Già—riprese il consigliere Nocera con la solita arguzia sopraffina.—E se vogliamo la famiglia dobbiamo voler l'unione dei sessi. Ih, ih!

      —Son tutte caricature, tutte ipocrisie—sentenziò la ragazza Duranti.—E pensare che si pigliano questi fastidi per noi, per tutelare la nostra innocenza!… Bella innocenza! Con quello che si vede, che si sente e che si legge!

      Il consigliere le slanciò uno sguardo d'incoraggiamento.

      Invece la signora Susanna, la madre—Olga—ammonì, sgomentata—Olga!

      Quella figliuola da qualche tempo aveva una libertà di linguaggio!

      —Ebbene—domandò l'Adelaide Nocera a Diana, tirandola alquanto in disparte e cingendole amorevolmente con un braccio la vita;—come va? Ti giovano i bagni?

      Non aspettava più i quarant'anni, l'Adelaide, ma era sempre una bella brunetta dai grandi occhi vivaci, dalla folta capigliatura nera, dalla persona svelta, piena di grazia e d'armonia. E aveva, nel vestire, un istintivo buon gusto che i lunghi soggiorni in piccole città di provincia non avevano potuto alterare e che destava l'invidia, l'emulazione, la rabbia delle mogli dei colleghi.—La più elegante magistrata del Regno d'Italia—la aveva proclamata Sua Eccellenza il commendator Farioli, Primo Presidente d'una delle nostre Corti d'Appello. E nessuna Cassazione aveva osato annullar la sentenza.

      —Se mi giovano?—disse Diana rispondendo alla interrogazione della Nocera.—Uhm! Io li faccio per compiacere alla mamma, ma credo che lascino il tempo che trovano. Ha una gran fede nei bagni di mare, lei?

      —Secondo i casi.

      —Lei non li fa?

      —Io preferisco la doccia… Ma non ti vuoi proprio decidere a darmi del tu?

      Diana arrossì. Non solo non si voleva decidere; ma era anzi ferma nel proposito di attenersi al lei che, seppure usato da una sola delle due parti, bastava a impedir la troppa dimestichezza. Ella balbettò qualche scusa. Non riusciva ad avvezzarsi… L'era stato sempre difficile, in tutte le occasioni, perfino con le sue coetanee…

      —Non crederai mica che voglia atteggiarmi a tua coetanea—replicò, ridendo, l'Adelaide Nocera.—Lo so che posso esser tua madre; ci corron pochi anni tra la Valeria e me… Ma hai principiato a vedermi ch'eri una bambina. Ti rammenti quando ti portavo in collo?

      —Dopo è partita.

      —Partita, tornata, ripartita. Solo l'ultima volta sono rimasta assente per un gran pezzo senza interruzione. T'avevo lasciata in sottane corte, e t'ho trovata quasi alla vigilia delle nozze. E con lo sposalizio per la testa non avevi agio da badare a quella che un tempo chiamavi la zia Adelaide. Ero diventata per te la signora Nocera; t'incutevo, sembra, una gran soggezione, io che non ho mai dato soggezione a nessuno!… E il bel tu confidenziale s'era perso per via… Ma t'eri quasi impegnata a ripigliarlo dopo il matrimonio, te ne rammenti?… Se no, bisognerà che mi metta in sussiego anch'io e che ti faccia tanto d'inchini, e che dica:—Signora Varedo, come sta?

      —Oh, questo poi, ci mancherebbe altro!

      Diana era sulle spine. Cedere non voleva a nessun costo, ma non voleva nemmeno manifestar


Скачать книгу