Natalìa ed altri racconti. Enrico Castelnuovo

Natalìa ed altri racconti - Enrico Castelnuovo


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quando sentì picchiar forte all'uscio.

      — Chi è? — egli borbottò fra la veglia e il sonno.

      — Sono io. Si può entrare?

      — Un momento, — rispose Landi levandosi a sedere. — Un momento. Aspettami di là.

      Egli aveva riconosciuto la voce di Lidia, la moglie di suo nipote Fìdoli, nella cui casa egli abitava da alcuni anni.

      — Spicciati, — ripetè dal di fuori la voce piena d'orgasmo.

      — Un momento. Ci sono disgrazie?

      — Or ora ti dirò.

      — Valentina?

      — È a scuola.

      — Lo so.... Temevo le fosse accaduto qualcosa.

      — No, grazie al cielo, non si tratta di lei.... Ma se vengo a disturbarti così, avrò le mie ragioni.... Sei a letto che ti chiudi a chiave?

      — Fa conto ch'io fossi a letto.... Ero svestito.... Non cascherà il mondo se aspetti un minuto.

      I minuti della toilette di suo zio parevano sempre lunghi alla Lidia; quel giorno le parvero eterni, bench'egli si affrettasse assai più del solito.

      — In nome di Dio, — ella disse allorch'egli si mostrò sulla soglia, in veste da camera, terminando di farsi il nodo della cravatta.

      Era un uomo verso la sessantina, di persona ancora svelta ed elegante, di lineamenti regolari, ma con gli occhi pesti, con la pelle del viso alquanto floscia e aggrinzita, segni infallibili di abitudini dissipate. Del rimanente, come accade a molti libertini, Ernesto Landi riusciva simpatico, oltre che per l'aspetto piacevole, anche pei modi bonari e per una certa facile arguzia.

      Egli stava per protestare contro le impazienze della nipote, ma la fisonomia stravolta di lei lo dissuase dalle recriminazioni. Domandò invece: — Che cos'è successo?

      Lidia gli porse una lettera, intimandogli: — Leggi.

      Ernesto Landi si avvicinò alla finestra, sollevò alquanto le stecche delle persiane per far entrare più luce nella stanza, e guardò con la lente la soprascritta, di cui, sulle prime, non parve riconoscere la calligrafia.

      — È una lettera diretta a tuo marito, — egli disse senza decidersi a levarla dalla busta. — Signor avvocato Carlo Fìdoli.-Sue mani.

      — Sì, la busta non l'ho aperta io. L'ho trovata aperta.... E pure quei caratteri dovrebbero esserti familiari....

      Ernesto fissò con maggiore attenzione la soprascritta. — Ah! — egli fece. E slanciò a Lidia un'occhiata interrogativa.

      Questa vide che lo zio aveva capito, e nel timore ch'egli potesse voler trattenersi la lettera, gliela strappò vivamente di mano.

      — Sicuro, è di Natalìa, della tua cara Natalìa.... E ora, per risparmiarti la fatica, te ne darò lettura io stessa.

      Tirò fuori dalla sopraccarta il biglietto profumato, lo spiegò e lesse con voce vibrante di collera: “Carlo mio. — Siamo quasi in porto. Morini non accetta il trasloco. L'ho persuaso che sarebbe una bestialità il lasciarsi sbalestrare in fondo all'Italia per una misera promozione che gli verrà anche restando qui, sol che abbia un po' di pazienza. Adesso bisogna ottenere che a Roma non si ostinino. Il Presidente del Tribunale con cui ho parlato e ch'è contentissimo di aver presso di sè un giudice del valore di Morini mi disse che qualche volta al Ministero stentano a tornar sulle decisioni prese. Egli a ogni modo ci appoggerà. Fa tu il resto in questa settimana che vai a Roma, tu che conosci tanti pezzi grossi della politica e della burocrazia. Anche mio marito, senza scherzi, te ne sarebbe riconoscente. Egli non sospetta di nulla, figúrati. La sua Natalìa, e non si va più in là.... Checchè vedesse, non crederebbe.... Da Roma scrivimi. E fammi saper quando torni.... Passeremo ancora insieme molte di quelle ore deliziose nel nostro nido.... Ti rammenti, amore?... Un tenero abbraccio dalla tua Natalìa.„

      La Lidia che aveva, leggendo, sottolineato ogni frase, cacciò in tasca il foglio sgualcito, e piantatasi dinanzi allo zio, esclamò ironicamente: — Almeno c'è il merito della chiarezza.

      Confuso, turbato, Ernesto Landi balbettò: — Io casco dalle nuvole.

      — Oh, — ella ribattè in tono sarcastico. — Spero bene che non avrai creduto alla virtù di Natalìa.... Ci vuole il povero Morini per crederci.... Tu poi meno di qualunque altro avevi diritto di farti illusioni.... Ci sono qualità ereditarie.

      — Via, Lidia, lascia in pace i morti.

      Ma la giovine signora continuò tra seria ed ironica: — Cerco anzi di attenuare la responsabilità della tua protetta.... Aveva la corruzione nel sangue.... Tu sei stato generoso.... Hai pagato largamente il debito che avevi verso la madre, procurando di riabilitar la figliuola.... Le hai assegnato una dote.... L'hai sposata a un galantuomo.... L'hai introdotta in case di galantuomini, in casa nostra, per esempio, ove ha portato il suo alito vizioso, ove ci ha rubato la pace....

      — Chi poteva immaginarselo?

      — Io, — disse Lidia, — io dovevo immaginarmelo pensando da quali origini ella veniva, guardando quella sua bellezza procace e superba. Invece, sciocca, ci ho dormito su.... Mi son limitata a trattarla con un certo sussiego, a respinger l'intimità ch'ella mi offriva.... Non era donna con cui potessi stringermi in lega.... Le ho sentito attribuire persino tre amanti in una volta.

      — Esagerazioni! — interruppe Landi.

      — Se ne spiattellavano i nomi e i cognomi, — riprese la nipote. — Ma questo, confesso la mia viltà, mentre mi raffermava nel proponimento di tenerla a una rispettosa distanza, mi rassicurava sotto un altro aspetto. Dicevo a me stessa: I tre amanti le daranno da fare a bastanza.... Come se la donna che ne ha tre non possa averne quattro, cinque, una dozzina!... Solo negli ultimi tempi non ero tranquilla.... A ogni modo, se il caso non mi faceva cader tra le mani questa lettera....

      — Fu proprio il caso? — domandò lo zio.

      — Sì; mezz'ora fa sono andata in studio di Carlo per cercarvi una polizza da pagare che doveva essere sulla sua scrivania.... Trovai la polizza, e lì accanto, senza dubbio dimenticata, la lettera ch'è di questa mattina perchè c'è scritto a piedi martedì, e di cui ho subito indovinato la provenienza dalla calligrafia e da quell'orribile profumo.... Potevo non leggerla, ma non è permesso esigere da nessuno l'abnegazione dei santi.

      — E ora che mediti? Uno scandalo?

      — Se sarà necessario, — rispose Lidia. — Dipende da te.

      — Da me?

      — Da te, e da lei, s'intende.... Ma tu sei l'unica persona che possa aver autorità sulla Morini.

      — No, no, non lo credere, — disse lo zio smarrito, sgomento.

      — Ti deve tutto, — insistè Lidia con energia. — La sua posizione, la sua agiatezza.... tutto insomma.... Vorrei vederla risponder di no a un tuo ultimatum.

      — Non è vero, Lidia.... Io non ho il diritto d'imporle alcun ultimatum.

      — Te ne lavi le mani? — proruppe la signora Fìdoli accendendosi in volto. — Preferisci ch'io scriva al marito?

      — No, Lidia, non è possibile che tu pensi a questo.

      — Se ci penso!

      — Insomma, che cosa mi domandi?

      Lidia, ch'era stata ritta fino allora, sedette e ripigliò con più calma: — Ti domando d'andar senza indugio da Natalìa e di dirle che come ha persuaso Morini a non accettare il trasloco, lo persuada subito ad accettarlo.... e che le pratiche da lei fatte per ottener la revoca delle disposizioni ministeriali ella deve rifarle perchè quelle disposizioni siano mantenute.... A me occorre la certezza piena, assoluta che fra due, fra tre settimane ella sarà lontana di qui.... A questi patti vendo il mio silenzio, e le do la mia parola d'onore che fuori di te e di Carlo


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