Natalìa ed altri racconti. Enrico Castelnuovo

Natalìa ed altri racconti - Enrico Castelnuovo


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la parte di ambasciatore e la natura dell'ambasciata pesavano oltre a ogni credere a Ernesto Landi, ed egli rinnovò il tentativo di esimersi. — Riflettici, Lidia, può essere un passo falso, o almeno un passo inutile.... Non è facile indurre una persona a disdirsi in un giorno.... Come spiegherebbe questo cambiamento di fronte?... D'altra parte, qual è il tuo scopo? Quello di staccar tuo marito da Natalìa.... E non ci arrivi ugualmente avvertendo Carlo che hai scoperto la tresca e che non sei disposta a tollerarla?... Egli sarebbe ben forzato a romper la relazione per evitare guai maggiori.

      — Egli mentirebbe, — replicò Lidia con enfasi. — Mentirebbe come voi uomini mentite tutti in queste occasioni.... Giurerebbe di aver troncato i rapporti con la sua ganza e li manterrebbe ancora.... Solo avrebbe imparato ad esser più cauto.... Ma come?... C'è il mezzo di liberarsi da quella triste femmina, e me lo lascerò sfuggire?... No, zio, ho un sentimento troppo alto dei miei doveri e dei miei diritti per non voler sradicare il male dalla radice.... Ancora una volta, accetti o non accetti l'incarico?... Hai paura?

      Landi respinse l'insinuazione. — Ah paura, poi. — In fatti era stato sempre debole con le donne; non era mai stato un codardo.... Giovanissimo, aveva preso parte alla campagna del 1859; più tardi aveva avuto un paio di duelli che ricordava volentieri; l'accusa di pusillanimità era quella ch'egli tollerava meno. — Paura?... E di che dovrei averne?

      La signora Fìdoli approfittò di questo momento per insistere. — Quand'è così, non hai più una scusa al mondo.... Vedi, zio, io metto nelle tue mani la nostra sorte.... Se riesci, questo non sarà stato che un temporale passeggero. Ti giuro che farò di tutto per perdonare a Carlo, per riconquistarmi il suo amore, e tu avrai intorno a te una famiglia riconoscente che ti vorrà sempre bene, come te ne ha voluto finora.... Perchè non ti puoi lagnare di noi, zio.... Io non faccio che il mio dovere; sposando Carlo, sono diventata tua nipote e ho l'obbligo di fare per te quello che mio marito, così occupato, non può. A ogni modo, anch'egli mi raccomanda continuamente di badare che non ti manchi nulla. E la piccola Valentina non ti chiama nonno, non ti considera veramente come il suo nonno?... L'hai voluto tu, sai; io non avrei permesso ch'ella invecchiasse uno zio ancora elegante ed arzillo....

      E Lidia prendeva la mano dello zio Ernesto, e sorrideva in mezzo alle lacrime, e spiegava tutti quei tesori d'eloquenza che la donna trova in sè stessa quando lascia parlare il suo cuore. Ell'aveva toccato il punto debole; suo zio era un egoista buono (per quanto le due parole possano star insieme), un egoista che aveva bisogno d'esser cinto di cure, e, sebbene incapace di grandi sacrifizi, e sollecito sopratutto dei propri agi, s'affezionava facilmente a quelli che gli stavano vicino. I bambini gli piacevano, intendo dire i bambini degli altri, appunto perchè i sacrifizi ch'essi domandano sono continui ma piccoli e perchè si può sbarazzarsene quando si vuole. Così egli amava scherzare con la Valentina, amava prendersela in collo, e sentir fra i peli della sua barba le piccole dita di lei, e partecipare ai suoi giuochi, e stuzzicare le sue rabbiette infantili.... salvo a riconsegnarla alla madre s'ella diventava troppo molesta. Anche quel nomignolo di nonno gli vellicava dolcemente l'orecchio; lo avrebbe gradito assai meno se fosse stato nonno davvero. Ormai tutto il suo studio era questo: conciliar la libertà dello scapolo coi vantaggi della famiglia. E ove avrebbe potuto meglio raggiunger l'intento? Qui era in casa ed era fuori di casa, in un quartierino avente ingresso e scala comune, ma a cui si accedeva dal pianerottolo per una porta separata; c'era poi fra le due abitazioni una comunicazione interna che Landi teneva aperta per comodo suo, tant'era sicuro che nessuno dei Fìdoli, nemmeno la Valentina, sarebbe venuto nelle sue stanze senza farsi annunziare. — È un uscio che si apre da una parte sola, — notava scherzando la Lidia. — Noi non abbiamo segreti. Da noi puoi venire quando ti piace. — Ed egli pranzava dai nipoti due volte per settimana, il giovedì e la domenica, e avrebbe potuto pranzarvi più spesso sol che avesse desiderato. — A colazione e a desinare la tua posata c'è sempre, — diceva la Lidia con la solita cordialità. In fine Landi si ricordava che, durante una sua malattia, Lidia aveva passato lunghe ore al suo capezzale, attenta, discreta, silenziosa per lo più, ma pronta a rispondergli, ad alzar verso di lui il suo viso buono, illuminato da un onesto sorriso.

      Anche i Morini gli avevano offerto di tenerlo presso di sè; e Natalìa che gli era cresciuta sotto gli occhi aveva insistito perch'egli desse la preferenza a loro. — La nostra casa è più tranquilla, — ella ripeteva. — Noi non abbiamo bambini.

      Ma no; indipendentemente dal torto che avrebbe fatto ai suoi nipoti, egli non poteva accettare l'offerta. Già da tempo, e prima ancora ch'ella si maritasse, la Natalìa lo turbava per quella sua strana rassomiglianza con la madre, per quelle sue grazie feline, per quel sottile alito di corruzione (l'aveva ben detto la Lidia) ch'emanava da tutta la sua persona. Ora che la giunonica bellezza di lei sfolgorava nella florida maturità dei trentacinqu'anni, e in lei, più seducente ancora, più raffinata, pareva rivivere la madre morta, ora Ernesto provava in presenza di quella donna una inquietudine, un malessere inesplicabili. Ond'egli non le faceva visite frequenti, e cercava di non trovarla sola; cosa che del resto gli riusciva facile, perchè o ell'era con suo marito, un buon diavolo, innamorato fin sopra gli occhi, o aveva alle costole qualcheduno dei tanti cicisbei, ch'ella teneva a bada con arte sopraffina senza lasciar capire a quali accordasse la sua preferenza, benchè non vi fosse al mondo nessuno, da Morini in fuori, che la credesse femmina da appagarsi d'innocenti civetterie.

      Oggi, però, non c'era rimedio. Se Landi doveva assumersi l'ingrato ufficio impostogli dalla nipote, era necessario ch'egli parlasse a tu per tu con Natalìa; e questo non era l'ultimo motivo delle sue riluttanze. D'altra parte Lidia insisteva tanto, si mostrava così risoluta a fare un colpo di testa se lo zio le negava il suo aiuto, ch'egli finì col piegare il capo.

      — Basta, basta, Lidia.... Che vuoi che ti dica? Tenterò.

      — Sia ringraziato il cielo.... Non potevo proprio persuadermi che tu fossi diventato cattivo.

      — Ma bada che tentare non è tutt'uno con riuscire....

      — In questo caso dev'esser tutt'uno.... Per impudente, per audace che sia la Morini, è impossibile ch'ella non senta la gravità della situazione, e non afferri la tavola di salvezza che l'è offerta.... E non faccia troppo assegnamento sulla credulità di suo marito.... Anche ai mariti creduli e buoni può cascar la benda, e allora non si sa mai....

      — Ella vorrà indietro la sua lettera, — soggiunse Ernesto.

      — L'avrà la sua lettera, quando sarà arrivata laggiù.

      — E se mettesse per condizione d'averla subito?

      — Non gliela darei, — protestò Lidia. — Per ora ella si contenti ch'io non ne faccia uso.... E giuro che s'ella mi si leva dai piedi non ne faccio uso.... Ella non ha il diritto di dubitare della mia parola; io ho quello di dubitar della sua.... Ah, non voglio mica esser giocata....

      — Faremo fiasco, — ripeteva lo zio, mezzo pentito di aver accondisceso.

      — No.... ti do tempo tutta la giornata.... Andrai subito?

      — Vedremo.... Bisogna ch'io scelga il momento.... Se non è sola, è inutile.

      — Le farai dire che ti preme.

      — E se c'è Morini?

      — Quello lì fino alle cinque è in ufficio.... È un impiegato modello.... E che marito prezioso per Natalìa!.... Ma bada a me, se vai subito è meglio.... È quasi il tocco.... Ancora non sarà uscita, e non avrà visite.... Se ritardi....

      Lo zio sorrise. — Permetterai ch'io finisca di vestirmi....

      — Hai ragione.... Ti lascio.... E se puoi farmi avere un biglietto di qui a un'ora, di qui a due ore....

      Landi si ribellò a questa imposizione. — Non cambiarmi le carte in mano.... Dianzi mi accordavi tutta la giornata, e adesso vorresti che mi spicciassi in un paio d'ore....

      — Non voglio.... Desidero, spero.... Tu pure, se hai una buona notizia, avrai fretta a comunicarmela.... Pranzi con noi?... Sono sola con Valentina....

      — Grazie.... Ho un mezzo impegno....

      — Fa quel che


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