The Sonnets, Triumphs, and Other Poems of Petrarch. Francesco Petrarca
Zefiro torna, e 'l bel tempo rimena.
Quel rosignuol che sì soave piagne.
Nè per sereno cielo ir vaghe stelle.
Passato è 'l tempo omai, lasso! che tanto.
Mente mia che presaga de' tuoi danni.
Tutta la mia fiorita e verde etade.
Tempo era omai da trovar pace o tregua.
Tranquillo porto avea mostrato Amore.
Al cader d' una pianta che si svelse.
I dì miei più leggier che nessun cervo.
Sente l' aura mia antica, e i dolci colli.
E questo 'l nido in che la mia Fenice.
Mai non vedranno le mie luci asciutte.
Standomi un giorno solo alla finestra.
Tacer non posso, e temo non adopre.
Or hai fatto l' estremo di tua possa.
L' aura e l' odore e 'l refrigerio e l' ombra.
L' ultimo, lasso! de' miei giorni allegri.
O giorno, o ora, o ultimo momento.
Quel vago, dolce, caro, onesto sguardo.
Solea dalla fontana di mia vita.
Mia benigna fortuna e 'l viver lieto.
Ite, rime dolenti, al duro sasso.
S' onesto amor può meritar mercede.
Vidi fra mille donne una già tale.
Tornami a mente, anzi v' è dentro quella.
Questo nostro caduco e fragil bene.