Pasquale Paoli; ossia, la rotta di Ponte Nuovo. Francesco Domenico Guerrazzi

Pasquale Paoli; ossia, la rotta di Ponte Nuovo - Francesco Domenico Guerrazzi


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di Dio potere non fidarsi di alcuno.

      — Badate, padre, al proverbio che dice: Il diavolo è triste perchè è vecchio; o meglio, ricordatevi del precetto: Non misurate se non volete essere misurato.

      — Santa fede! quando si ha per le mani la salute della patria bisogna pesare e misurare tutto il giorno, e non basta, perchè la peggior carne a conoscere è quella dell'uomo.

      — Voi altri fate professione di carità, ond'io devo credere che voi non parlate a vanvera; parlatemi chiaro; avete qualche motivo per dubitare del commissario Astolfi?

      — In ispecie io non ne ho veruno; però voi sapete quello che dicono i vecchi: fidati era un galantuomo, ma non fidati poi era più galantuomo di lui: per ultimo ve l'ho da dire come in confessione?

      — Dite pure.

       — Mi sento il cuore peso, e questo mi dà cattivo augurio: mira un po' da levante ora che incomincia a schiarire; non vedi come il cielo paia tinto di ferro, e cotesti nuvoloni, che precipitano per costà non ti sembrano le anime del purgatorio, che strascinando i lenzuoli sepolcrali si affrettino alle antiche sepolture?

      — Padre mio, poco più poco meno i giorni si rassomigliano; speranze lunghe, tribulazioni perpetue, e prosperità a spizzico, come il pepe su la minestra. I poeti cantano mirabilia su l'alba che nasce, e in cui non se ne intende mettono la voglia in corpo di ruzzolare da letto avanti giorno: fantasie! Per me ho visto il più delle volte alzarsi in mezzo ad una nebbia di sangue, e rassomigliare lui stesso all'occhio del parente, che abbia pianto tutta la notte il morticino in casa. — Di vero io non capisco in che avrebbe il sole a gioire uscendo a illuminare questa culla della sciagura. — Io vedo il sole che, come tutte le altre cose di questo mondo, per diventare più luminoso e bello, bisogna che staccandosi dalla terra si avvicini al cielo.

      — Voi parlate come un dottore, capitano Angiolo: pure vi hanno fra tanti neri dei giorni bianchi, quantunque rari; e il cuore sembra che vi annunzi con qualche segno così gli uni come gli altri.

      — Sua eccellenza il generale Paoli mi disse: che l'uomo deliberato di vivere e di morire per la patria non abbisogna altramente di attendere ai presagi; imperciocchè avvenga che può, in questo mondo non si muoia mai alla gloria presso gli uomini, nell'altro al merito presso Dio.

      — Egli parlava da cristiano, ed io ti parrà che parli da pagano, pure io dichiaro riuscirci più facile negare, che astenerci dal dare retta ai presentimenti; così vero questo, che il generale, in onta della sua sapienza, io so ch'ei ci crede. Ma orsù il dì comincia a farsi chiaro, e tu che aspetti, figliuolo mio, a inalberare la santa bandiera, e a salutarla con la cannonata?

      — Aspettiamo che butti giù la maschera quella torre costà; — e così favellando il capitano Angiolo additava al padre Casacconi una torretta quadrata, che costruita su di una pendice sta come a cavaliere su la scala della Capraia, e serve pei segnali. Quivi tutte le notti accendevasi, e tuttavia si accende, una lanterna, la quale manda tanta luce, giusto quanto basta per vedere in quale razza di scogli ti scaraventi il grecale a perdere anima e corpo.

       — Per fermo, soggiunse il frate, quando tu sarai assunto al comando supremo del nostro naviglio, veruno negherà che la Corsica possiede un ammiraglio prudente.

      E il capitano che intese la botta, sorridendo rispose:

      — Io non lo nego; mi trovo carico di ferro e di paura; come dice il nostro proverbio, e lo vedrete: d'altronde metto subito a profitto la vostra lezione sopra la diffidenza...

      — Certo... certo la cautela non fu mai troppa...

      Intanto ch'egli profferiva queste parole, ecco tirarsi su lungo l'antenna della torre la bandiera; subito dopo, il saluto di un colpo di spingarda. Il vento, il quale, sebbene abbassato pure soffiava sempre con violenza, spiegò in un attimo la bandiera inalberata e ci mostrò dipinta la insegna di Francia; scudo celeste con gigli di oro, tenuto ritto da due angioli in campo bianco.

      Me ne rincresce proprio per la reputazione di padre Bernardino, che egregia anco ai dì nostri gode in Corsica; ma come storico mi trovo in obbligo di raccontare, ch'egli proruppe in un sacramento coi fiocchi all'aspetto della odiata bandiera; strinta con man rabbiosa la barba, se ne strappò due ciocche o tre, e quando la passione sfocata gli concesse la favella, non rifiniva mai di esclamare:

      — E ora, che novità è questa? O come sta questa cosa? Che l'abbiano assediata, non ci è pericolo; ne avremmo avuto odore a Livorno. Santa fede! il diavolo al sicuro ci ha messo dentro la coda.

      Diciamolo in onore del frate: quantunque egli sciorinasse dottrine di diffidenza da disgradarne Macchiavello, in pratica fino a quel momento aveva creduto spesso, e spesso ingannato, non si era ancora corretto, e però non gli passava nè manco per ombra nel cervello il sospetto, che l'Astolfi, corrotto per denari, avesse reso la Capraia ai Francesi, senza nè anco un simulacro di assalto, che valesse a colorire la brutta compra e la più brutta vendita. Però il sospetto, che ultimo si offerse alla mente del frate fidente, speculativo, fu il primo che venne nel pensiero del fiducioso pratico, di cui la faccia diventò bianca come panno lavato: senonchè dopo un brivido leggiero per tutta la persona, ed un aggrinzamento appena visibile dei labbri, disse:

      — Padre, andate sotto coperta.

      — Vo' restare io; vo' vedere il fatto mio; scendiamo armati e tentiamo ricuperare l'isola per forza.

       — Fra Bernardino, qui comando solo. Rammentate che l'ubbidienza è uno dei vostri voti, ed obbedite. Svegliate il pilota, e ditegli che venga tosto da me.

      Il frate abbassò il capo, ed eseguì il comandamento; indi a breve comparve il pilota, il quale, desto di soprassalto, si fregava gli occhi come mezzo assonnato.

      — Memè, gli susurrò negli orecchi il capitano Angiolo, abbiamo dato nella bocca al lupo. La Capraia è venuta in potestà dei Francesi, ed allungato il braccio additava al pilota la bandiera sopra la torre.

      — Oh! proruppe Memè sbarrando gli occhi.

      — Va, metti tutta la gente al remo, tira su l'àncora, dammene il segno; attenti al fischio, e giù in un attimo i remi dagli scarmi; — il timone lo reggo io.

      — E da quei frati non si potrebbe cavarne partito?

      — Il bisogno è grande; parlane a padre Bernardino, digli da parte mia che i primi discepoli di Gesù Cristo furono pescatori, ed ora importa ch'egli se ne rammenti.

      Si udì un fischio da prua, a cui rispose un altro da poppa, e in meno che non si dice amen, la ciurma sfrenellando mise i remi in voga, ed arrancò a golfo lanciato: il capitano Angiolo, pratico del luogo, lasciò prima correre la galera diritta per un cento palate: poi spingendo di uno strettone la manovella a destra la fece girare a poggia; la nave cedevole piegò come vela di molino a vento rasentando gli scogli, e sempre scivolando a pelo della costa irta di punte, con destrezza mirabile trapassò di sotto al forte, senza che i cannoni la potessero offendere.

      — Anche questa è passata, esclamò frate Bernardino, quando la galera, spuntato capo Fico, mise la prua verso ponente, e fermo sul remo raccoglieva con la mano il sudore che gli sgocciolava dal viso, gittandolo lontano da sè sul ponte.

      — Non dir quattro finchè la noce non è nel sacco.

      — Per la Immacolata! O che ti pare che non basti la perdita della Capraia? Per soddisfare un presagio malurioso non ti par egli che ce ne sia d'avanzo?

      — Padre! padre! Avete visto?

      — Che cosa? rispose il frate voltandosi di sbalzo.

      — Due legni — due legni francesi a mezzo tiro di cannone.

      — Io non ho visto... io non vedo niente.

      Ed avevano tutti e due ragione, però che il vento fosse abbassato, ma il mare si mantenesse grosso, e rotolando immani volumi di acqua, ora, come dentro capacissima valle, celavano le navi, ed ora la sospingevano quasi sopra la cresta di un monte; donde l'apparire e lo scomparire di due grossi sciabecchi francesi, legni molto usitati in Francia a quei tempi, dopochè ella ebbe smesso fino dal 1740 le galere e le mezze


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