Valenzia Candiano. Giuseppe Rovani

Valenzia Candiano - Giuseppe Rovani


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mi capite, non mi lascia uscir facilmente de' suoi confini, e qualche cosa bisogna pur fare. Siamo giovani, non ho più che trent'anni. Per Dio… i vini del senator Barbarigo zampillano largamente, e le fanciulle guizzano ch'è una vera maraviglia.»

      «A proposito di fanciulle, come sei riuscito a spuntarla colla figlia del Bertuccio che sta in piazza San Giovanni e Paolo.»

      «Oh così e così. La ragazza mi piaceva, il padre non voleva e faceva uno scalpore di casa del diavolo. Voi sapete che questi uomini non vanno alla mia natura, e però bisognava che me lo togliessi dinanzi.»

      «E come hai fatto?»

      «Non mi ricordo bene. Ma so che adesso il buon uomo è allo spedal di San Lazzaro. Alla fanciulla poi ho fatte grandissime promesse, ed ella mi martella dì e notte per sapere quando la sposerò.»

      «E quando la sposerai?»

      «Appena che avrò pagato i tremila ducati all'ebreo che sta qui in sul canto.»

      «E la figlia dell'arsenalotto Tritto?»

      «Sappiamo che quel povero vecchio guaisce appena che ti sente a nominare.»

      Intanto che si facevano questi ribaldi discorsi, il senator Barbarigo continuava a giuocare colla sua imperturbabile freddezza, poco o nulla badando alle parole d'Attilio Gritti. Non così Candiano, che ad ogni parola di lui si agitava manifestamente, e vi fu un punto che il suo pugno battè con gran forza sullo scacchiere a collocarvi la pedina.

      «Ammiraglio, non v'alterate,» dicevagli il senatore, non sapendo indovinare la vera cagione di quel subito sdegno, «il giuoco non va sempre a seconda. Perchè vi alzate, ammiraglio?»

      All'udire alcune parole di scherno che il Gritti aveva pronunciate contro il povero arsenalotto a cui aveva ucciso il figlio e tentato disonorare la figlia, l'ammiraglio era di fatto balzato in piedi e fattosi in mezzo a que' giovani che con tanta lena ridevano a quelle ribalderie del Gritti, e movendo intorno la severa pupilla che brillava sotto al folto suo sopracciglio,

      «I giovani d'oggidì,» prese a dire, «si danno al bello spirito, a quanto ho potuto sentire. Ma se la memoria non mi tradisce, v'è una legge che ci obbliga, quanti siam figli della Serenissima, a indennizzare coloro a' quali s'è fatto alcun danno.. È una legge del secolo XI, sancita da que' nostri buoni antenati ch'erano specchio di probità e di valore.»

      «Le corazze e i morioni di quel secolo,» rispose Attilio, volgendosi a guardar Candiano con un fare tra lo sbadato e beffardo, «sono appese alle muraglie dell'arsenale, e tanto sono irrugginite che non v'è chi più vi badi. Pensate, ammiraglio, che quella legge del secolo XI, è un ferro vecchio da appendersi insieme a quelle corazze e a que' morioni.»

      «Torno a ripeterlo. I giovani d'oggidì si son dati al bello spirito. Ma se la Serenissima non vi permette d'uscire, quando il volete, da' suoi confini, v'è anche taluno che avrà forza da farvi stare entro i confini della giustizia. Per Dio, non c'è da ridere, cari miei. Questi giovinotti d'oggidì ridono per un nonnulla, è una vera sciocchezza.»

      «Questa parola, se non l'avesse pronunciata l'ammiraglio, avrebbe fatto uscire questa spada dal suo fodero.»

      «Sta quieto, mio prode, a miei tempi il milanese Battista Mandello dava lezioni di scherma in arsenale, e fece ottimi scolari. Vorrei sapere se i giovani d'oggidì valgono i giovani d'una volta.»

      A queste parole l'Attilio Gritti, che per costume non aveva rispetto di chicchefosse uomo del mondo, e per soprappiù era alterato dal vin di Cipro, voltosi a suoi compagni, e dando in uno scoppio di riso,

      «A colui, disse, che ricorda così bene i provvedimenti della

       Serenissima Republica, è uscito di mente che in riva al canal San

       Secondo, fu eretto uno spedale pei vecchi cadenti. A colui

       bisognerebbe rammentarlo.»

      Candiano, a quest'ingiuria, non potè durare nella dignitosa sua calma. Il volto gli si accese, e le parole gli borbogliarono sulle labbra senza che potesse pronunciarle intere. Stato così per qualche tempo,

      «I vecchi,» rispose, «che hanno ricordata la legge del secolo XI, i vecchi la faranno osservare ai giovani che son privi di memoria. Ho sentito dire di un tale che in cinque anni ha ucciso un gran numero di cavalieri in duello.»

      «E quel tale sarei forse io.»

      «Benissimo,» continuava Candiano, «occhio acuto e braccio forte fanno il miglior schermidore. A miei tempi lo fui anch'io; però anche di presente, che conto sessantasette anni, il mio occhio sa fissare il sole, e il mio braccio può ancora rattenere la fuga di una corvetta nemica. Questo ve lo dico perchè tutti lo sanno, e anche tu lo dovresti sapere.» E in così dire venne squassando con sì gran forza il braccio d'Attilio, che il giovane se lo sentì intormentire; però, volto al vecchio pieno di livore e d'odio,

      «Ringraziate Dio e san Marco,» disse, «che abbiate trentasette anni più di me; che altrimenti i vostri eredi avrebbero riso domani.»

      Il parlar alto del giovane Gritti fece che in quella camera s'affollasse gran parte delle persone che trovavansi a quella festa per vedere e sentire di che cosa mai si trattasse. Il Candiano non pensò già di tacere in faccia a coloro. Anzi con voce più alta e con modi più severi e solenni, così prese a dire:

      «Giacchè mi costringi a parlarti più chiaro, o meschino beffardo, sappi che le mie parole non saranno senza effetto. Tu hai offeso la povera famiglia di Tritto, e dopo avere attentato all'onore dell'innocente sua figlia, hai ucciso il prode fratello di lei, unico sostegno della miserabile famiglia. Quel vecchio è venuto a supplicarmi perchè io m'interponessi al suo vantaggio, e un momento fa chi aveva commessa tanta ingiustizia, se ne gloriava irridendo le lagrime del vecchio desolato. Per Dio, mi penso che codeste tristizie facciano orrore agli stessi Barbari, a cui facciamo la guerra, e de' quali parlasi fra noi con tanto disprezzo. Però in faccia a tutta questa buona gente ti chiamo vile e infame, e così sempre ti chiamerò infino a tanto che non avrai obbedito a quel che vuole la legge.»

      «Senator Barbarigo,» disse Attilio per risposta a quelle parole, sforzandosi a celare lo sdegno sotto l'apparenza dell'ironia, «sarete persuaso che questa sera il vostro vin di Cipro ha fatto male a qualcheduno.»

      «Stolto beffardo,» proruppe allora Candiano, «in faccia a queste illustri persone non mi degno ora più di risponderti con parole. In faccia a queste persone io ti do quel solo che meriti. Prendi, e va sfregiato per tutta la vita.» E così dicendo d'un manrovescio percosse la guancia al giovane Gritti.

      La mano di Attilio, in men che non si può dire, brandì lo stiletto, e fece per gettarsi sul corpo di Candiano. Per buona ventura si era esso ritratto a quella furia del giovane, e di traverso afferratolo per la mano, lo sforzò colle potenti sue strette ad abbandonare quell'arme, intanto che molti fra gli astanti s'erano fatti intorno al Gritti per rattenerne la furia. Nè si può con parole dipingere al vero come colui si venisse contorcendo vedendosi chiuso il campo ad una subita vendetta, basti il dire che a versar fuori quello spasimo di rabbia che lo aveva invaso, s'era per tal modo stretto co' denti il labbro inferiore che ne fece spricciar vivo sangue.

      «Per ora è bene che tu sappia,» continuava Candiano, «che il mio palazzo è in canal grande, che in Venezia vi son molti luoghi remoti per ribattere un'ingiuria, se mai tu ti credessi offeso, e che a me non pesano ancora i miei sessantasette anni. In quanto alla famiglia del povero Tritto ci provvederò io medesimo…..» E senza più altro si tolse di là.

      Dopo que' primi soprassalti d'ira, il Gritti aveva subito una specie d'atonia, che lo fece durare immobile nel mezzo della camera per molto tempo. Non parea vero al borioso e spavaldo giovane d'aver potuto sopportare una sì grave offesa; intorno a lui frattanto ogni cosa erasi rimessa in calma, chè tutti gli astanti, ad uno ad uno, l'aveano abbandonato, non osando più rivolgergli una parola; e il senator Barbarigo, fin dal punto ch'era cominciata la contesa, avea pensato uscire di quella stanza.

      Vi ritornò per altro di lì a qualche tempo. Fermatosi in prima a riguardare il Gritti ed accostatosi a lui,


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