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azzurri, luminosi, sotto l’arco delle sopracciglia depilate e rese sottili come due lunghe parentesi.

      — Che dite?… Due cadaveri?… Ma questa è follia!…

      Parlava, adesso, con precipitazione, sempre più smozzicando le parole, con quel suo cattivo italiano duro e stentato.

      — Infatti, è una storia allucinante, miss Down. Ma è pur necessario che voi la conosciate… Se preferite, potremo parlare inglese…

      — Ma voi chi siete?

      Prima di rispondere De Vincenzi andò all’uscio del salottino e lo chiuse.

      Miss Lolly lo guardava stupefatta. Nessuna traccia di timore in lei o di preoccupazione. Ma piuttosto un’ira sorda, che stava per farla esplodere. Forse, soltanto la curiosità la trattenne.

      — Ora, possiamo parlare…

      — Ma chi siete, voi? – ripeté. – Io non son solita ascoltare il primo sconosciuto a cui salta il ticchio di penetrare in casa mia… E ad ogni modo desidero che al colloquio assista mistress Winckers…

      Il commissario scosse dolcemente il capo.

      — È proprio mistress Dorotea Winckers Shanahan, che non deve ascoltare quanto sto per dirvi…

      — Perché?

      — Perché è di lei che vi debbo parlare…

      Per la prima volta, miss Down sembrò turbata. Sotto il largo strato di cipria e di rossetto, che le copriva le gote, ella doveva avere impallidito. Lo sguardo le vacillò.

      — Non capisco… – disse.

      E sedette. De Vincenzi le sedette di fronte.

      Taceva, osservando la donna. Una bella creatura, senza dubbio con un corpo snello e slanciato, muscoloso; la vera giovane donna americana temprata agli sports e agli esercizi violenti. I capelli castani, tagliati corti, le incorniciavano il volto un poco angoloso, ma piacevole. Era seduta su di una poltrona bassa e la sottana corta le scopriva le gambe sino al ginocchio. Aveva anelli preziosi alle dita e una collana di vetro colorato le cingeva il collo.

      Il leggero turbamento era scomparso. Ella attendeva che parlasse, fissandolo alla sua volta, senza indulgenza.

      — E così?

      — È molto tempo che avete al vostro servizio mistress Dorotea Winkers Shanahan?…

      — Mistress Winckers – e batté di proposito su quel nome – è qualcosa di più della mia governante… È mia amica.

      E nella sua voce vibrò la sfida.

      — Sta bene… Ma da quanto tempo è… vostra amica?

      — Molti anni.

      — È venuta con voi dall’America?

      — Sono io che l’ho raggiunta in Italia…

      — Quanto tempo fa?

      — …Può darsi un anno… può darsi di più.

      Il piccolo cane, vedendo che nessuno più si occupava di lui, uscito dal suo rifugio, s’era avvicinato alla padrona. Lolly lo prese e se lo mise sulle ginocchia. «Darling!» mormorò; ma non toglieva gli occhi di dosso all’interlocutore.

      — Dunque, la conoscevate da… New York… Non provenite da New York, voi?

      — Quando si giunge in Europa dall’America, tutti dicono: vengo da New York… Che importa? Se vi dicessi Hollywood, o Chicago o Buffalo o Los Angeles, per voi sarebbe lo stesso.

      — Tuttavia gli Stati dell’Unione sono molti…

      — Quarantatre, esattamente, più un distretto federale e due territorii…

      — Infatti… E voi a quale di questi Stati appartenete?

      — Al Kentucky… Sono nata a Louisville…

      — E mistress Winckers?

      — Non so… Non ho mai avuto interesse a saperlo…

      — Vi ripeto la mia domanda, miss Down… Conoscevate da molto tempo, prima di raggiungerla in Italia, la vostra governante… la vostra amica?

      — Data la mia età… possiamo dire, da molto tempo.

      Rispondeva senza esitazioni; ma era evidente in lei la ricerca della precisione sofistica. Era facile indovinare che si teneva sulla difensiva. E non lo abbandonava un istante dello sguardo.

      — Naturalmente… La vostra famiglia è rimasta a Louisville, miss Down?

      — Non ho famiglia.

      — Perdonatemi!

      Un altro silenzio. Poi quasi con violenza:

      — Volete dirmi finalmente chi siete?

      De Vincenzi sorrise.

      — Commissario De Vincenzi… Capo della Squadra Mobile della Regia Questura… Il mio grado, perché possiate comprendere, è pari a quello di un vostro tenente del Corpo di Ricerche Criminali…

      Se pure quella qualifica la meravigliò, ella si mantenne perfettamente impassibile.

      — Capisco sempre meno come mai vi troviate a casa mia… E avete parlato di due cadaveri!…

      Fu dopo aver pronunziato questa frase, che trasalì.

      — Come mi possono riguardare questi due cadaveri?

      — Che riguardino voi, miss Down… non l’ho mai pensato. Ma almeno uno di essi riguarda da vicino mistress Dorotea Winckers Shanahan…

      — Non è possibile!

      — Uno dei due uomini uccisi era suo marito… – Si alzò di scatto. Con tanta precipitazione e così d’impeto che Abramo Lincoln rotolò sul tappeto.

      — Non sapevo!…

      — È naturale!

      — Che cosa dite?

      — Che è naturale ignoraste come mistress Winckers fosse in realtà la signora Shanahan…

      — Il morto è dunque?

      — Jeremiah Shanahan… il quale, in Italia, si faceva chiamare Giobbe Tuama…

      Lolly fece qualche passo per la camera. Ritrovava la sua sicurezza.

      — E lo scopo della vostra visita?

      — Piuttosto complesso…

      — Avete comunicato a mistress Winckers…?

      — È a conoscenza di tutto.

      — Ne siete sicuro?

      — Ma sì… Perché ne dubitate? La signora non ha voluto turbare la vostra tranquillità, miss Down, mettendovi a parte d’un orribile delitto…

      Continuò a guardarlo, senza parlare.

      Aveva un’assoluta padronanza di sé. Ma lo sforzo per mantenerla era evidente.

      — Posso offrirvi un whisky?… O preferite un coctail? – e si mosse verso il bar.

      Gli voltava le spalle e cercava fra le bottiglie.

      — Non vi disturbate per me, miss Down… Non bevo mai alcool…

      — Come volete… – Non si voltò. Si mescé un bicchiere di whisky e bevve d’un fiato.

      — Tutta questa storia non guarirà Abramo Lincon del suo male… e non vedo perché abbiate voluto raccontarmela…

      — Ho bisogno che mi diciate tutto quanto sapete di mistress Shanahan…

      — Non ho mai saputo che avesse un marito…

      Si


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