Storey. Keith Dixon

Storey - Keith Dixon


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e si diresse verso la porta d’uscita. Paul vide l’espressione di David diventare ancora più avvilita mentre la seguiva con lo sguardo.

      Lo guardò quando David chiese, ‘Allora siamo ancora d’accordo per domani sera? Le foto?’

      Araminta lo evitò. ‘Dovresti aspettarti di non vedermi per qualche giorno, ma questo non significa che tu debba dimenticarti cosa ho detto. Va bene?’

      â€˜Immagino di sì.’

      â€˜Su col morale. Non sarà così terribile.’

      â€˜Ti penserò.’

      Lei posò gli occhi su Paul, che catturò l’occhiata ma non sapeva cosa volesse dire. Disse a David, ‘Non pensare a me. Pensa a quello che ti ho detto.’

      Aprì la porta e se ne andò senza voltarsi indietro, allontanandosi dalla casa giù per il vialetto del cancello principale. Paul fece un cenno di saluto a David e la seguì, chiudendosi dietro la porta. Non aveva dubbi che aveva appena assistito a qualcosa di premeditato ma non sapeva che cosa.

      Ora Araminta era in piedi dall’altra parte del cancello, già al telefono. Fu una chiamata breve e si voltò verso di lui quando ebbe finito, dicendo, ‘Non mi devi portare a casa. Ho chiamato un taxi.’

      â€˜Per quale motivo?’

      â€˜Non iniziare a fare domande. Ho bisogno di stare da sola, va bene?’

      Paul pensò che magari non voleva che vedesse dove viveva.

      Rimase con lei, sentiva la notte diventare fredda intorno a loro.

      Disse, ‘Non devi dirmi cosa è successo là dentro.’

      â€˜Bene.’

      â€˜Ma devo saperlo — è veramente il tuo ragazzo? Il modo in cui lo tratti, come un bambino?’

      â€˜Non gli dà fastidio quanto a te.’

      â€˜Come lo sai?’

      â€˜Lo hai visto — sembra un po' imbranato, ma è diretto. Se qualcosa lo infastidisse me lo farebbe sapere, o mi lascerebbe.’

      â€˜Non sembri molto preoccupata.’

      â€˜Perché dovrei esserlo? Ci sono tantissimi altri pesci nell’oceano.’ Sembrava stufa e forse iniziava a essere irritata dalle sue domande.

      Paul disse, ‘Mi chiedo solo come si senta ora.’

      â€˜Tu non ne sai nulla.’

      Stava cercando di chiudere la conversazione, pensò Paul, non le piaceva che le facesse domande sull’altro ragazzo.

      Si sentiva arrabbiato con lei ora, voleva scalfire la sua sicurezza di sé, disse, ‘Dunque perché hai voluto che venissi?’

      â€˜Pensavo che avresti dovuto conoscerlo.’

      â€˜Convincermi che avevi un ragazzo così non mi creavo aspettative.’

      Si girò verso di lui e per una volta i suoi occhi erano diretti, persino divertiti. ‘Ci speri? Sei un ragazzo stupido.’

      Lui non sapeva cosa rispondere e così scosse la testa e mosse qualche passo come se stesse cercando il taxi, poi si girò e la vide a controllare i messaggi sul cellulare. Non abbandonava mai la tecnologia. Si chiese se David li stesse guardando dalla finestra, e non appena lo pensò seppe che era vero. Si costrinse a non controllare.

      Disse, ‘Cosa fa, David?’

      Lei alzò lo sguardo dal telefono. ‘Mi chiedevo quando avresti fatto questa domanda. Sei ossessionato da che cosa fanno tutti, come si guadagnano da vivere. Non ti lasci mai andare, vero?’

      Paul ci pensò per un attimo e non poteva negarlo. Ma si disse che era perché lui era curioso delle persone per natura, non era ficcanaso. Disse, ‘Potresti avere ragione, ma non hai risposto alla domanda.’

      Lei disse, ‘È un funzionario pubblico del quartiere che sto esaminando per corruzione. Unione Europea, ottenere finanziamenti per la città da tutto quel bottino a Bruxelles. È una risposta sufficiente? Grazie a Dio, ecco il taxi. Mi sto congelando le tette qui.’

      PAUL GUARDÒ IL taxi allontanarsi e quando ebbe girato l’angolo tornò su per il sentiero e bussò alla porta di David, chiedendosi cosa accidenti stesse facendo e se fossero affari suoi.

      Quando David aprì la porta Paul avanzò di un passo, facendogli capire che voleva entrare, e l’altro indietreggiò leggermente. Paul entrò, senza sapere cosa avrebbe detto ma sicuro che qualcosa si sarebbe inventato.

      David lo guardava, raddrizzando la schiena come per cercare di imporsi un po' sulla situazione, cercando di affermare se stesso.

      Paul disse, ‘Sai, volevo scusarmi per lei. Mi ha chiesto di accompagnarla stasera ma non sapevo per cosa.’

      David stava guardando attraverso i vetri della porta principale, come se potesse vedere profilarsi l’ombra di lei.

      â€˜Dov’è lei? È andata via?’

      Paul notò che indossava gli occhiali ora, che lo facevano sembrare un insegnante di geografia o un archivista. Non aveva più di trent’anni e Paul si chiese quando avesse trovato tempo per partecipare ai rally in Africa.

      Disse a David che Araminta aveva preso un taxi, poi si diresse di nuovo verso il salotto, in cerca di qualsiasi indizio su cosa fosse successo dopo che gli era stato chiesto di lasciarli soli.

      David disse, ‘Scusami — cos’è che volevi?’

      â€˜Ho pensato che ti avesse trattato male. E quando voi due siete usciti e mi avete incontrato in corridoio sembrava che tu fossi stato investito da un camion. Non per essere troppo indelicato, ma ti ha scaricato?’

      David lo guardò male e si sedette su una poltrona a fantasia floreale, poi si sporse in avanti non appena Paul gli si sedette di fronte, credendo che fosse meglio che anche lui si mettesse a suo agio se avessero parlato di verità spiacevoli.

      David disse, ‘No, certo che non mi ha lasciato. Non che siano affari tuoi.’

      â€˜Capisco.’

      â€˜Lavori con lei, giusto?’

      â€˜Ãˆ un affare recente.’

      â€˜Lo sai, quindi.’

      â€˜Sai cosa?’

      â€˜Ãˆ per questo che è venuta qui a parlarmi. E suppongo che tu eri il supporto morale se ne avesse avuto bisogno.’

      Paul non riusciva a capire quello che stava sentendo. Sapeva che qui stava il fulcro, il centro dell’imbroglio, ma ancora non capiva perché lo avesse portato con lei. Lui non poteva offrire supporto morale in nessun modo, visto che non era neanche sicuro che Araminta avesse una morale, tanto per cominciare.

      Disse, ‘Cosa ti ha raccontato?’

      â€˜Lo sai, del tumore.’ David colse l’espressione sul volto di Paul. ‘Oh, forse non lo sapevi. Che stupido, ormai mi è sfuggito.’

      Paul pensò fosse meglio non dire niente, così guardò l’altro uomo con atteggiamento assente.

      David continuò. ‘Beh, troppo tardi ormai. Ha una forma aggressiva di tumore al pancreas. Normalmente non avrebbe avuto molto tempo, ma è stata iscritta a un programma sperimentale che costa una fortuna ed è segretissimo.’

      â€˜Cosa vuoi dire, segretissimo?’

      David


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