Storey. Keith Dixon

Storey - Keith Dixon


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una sedia e chiacchieriamo. Ho idea che tu abbia molto da raccontare a persone come noi. Minty mi dice che lavori nel campo assicurativo. Mi piace. Tutti hanno bisogno di un lavoro. Io ho bisogno di un lavoro. Questi tre geni hanno bisogno di lavoro. Sei l’unico qui che ne abbia uno, quindi puoi raccontaci com’è.’

      Paul prese una sedia da un altro tavolo e si sedette, mantenendo la dovuta distanza dagli altri, non volendo far parte della loro cosca.

      Disse a Cliff, ‘Ora mi ricordo di te, il nome. Cliff Elliot. Mi ha ingannato la barba. Andavamo nella stessa scuola —Caludon Castle. Eri un paio d’anni più piccolo, ma ti feci una reputazione piuttosto in fretta. Ti vidi ad affrontare qualcuno nel cortile una volta. L’unica volta che vidi qualcuno tirare un pugno vero in una rissa scolastica invece che nel wrestling.’

      Cliff si allungò sulla sedia, sorridendo, dando uno sguardo ai suoi compari come per dire, Ve lo avevo detto che ero uno tosto.

      â€˜Storey. Sì, lo avevo detto che ti conoscevo, no? Eri nella squadra di rugby, winger o qualcosa del genere, sempre a metterti alla prova. Non che abbiamo mai vinto nulla. Che topaia che era. Hanno chiuso dieci anni fa, lo sapevi? Ne hanno costruita una nuova, una di quelle Accademie.’

      â€˜Così com’è stata la vita dopo?’

      â€˜Dai, non ti interesso io. Stai solo cercando di scoprire cosa sta succedendo qui.’

      â€˜Ãˆ sempre bello ritrovare vecchi amici.’

      Cliff sorrise e guardò i suoi uomini, facendo un cenno veloce in direzione di Paul.

      â€˜Vedete? È questo che intendo. Forte, no? Avevo ragione, no?’

      Paul disse, ‘Ragione riguardo a cosa?’

      Cliff si sporse in avanti sul tavolo. ‘Avevo detto a questi falliti che eri qualcuno di cui potevo fidarmi. Lo avevo capito al bar, prima. Non ti eri tirato indietro. Avresti cercato di cacciarmi via se non me ne fossi andato. Non sei un assicuratore più di quanto lo sia io — e io non sono un assicuratore.’

      â€˜Davvero?’

      Cliff non lo ascoltò. ‘Che cosa hai fatto quando hai lasciato la scuola? Non ti ho visto in giro nel quartiere, cos’hai combinato?’

      Paul esitò, diventando consapevole dello spazio intorno a sé, gli altri bevitori, la musica che arrivava dagli altoparlanti in un’altra stanza. Si accorse che stava parlando a voce alta per essere sentito. Si chiese di nuovo cosa ci facesse lì — aveva così pochi contatti con la gente da avere bisogno di parlare con Cliff e i suoi perdigiorno di seconda mano?

      Notò che Araminta aveva finito di usare il telefono e lo stava guardando da dietro un bicchiere di vino rosso. Qual era il suo ruolo in tutto questo? Quando prima gli aveva chiesto di raggiungerla per una bevuta aveva pianificato di invitare anche Cliff? O era una coincidenza che si trovasse lì?

      Improvvisamente si sentì stanco e sciocco, e non nelle condizioni da avere a che fare con Cliff e il suo giochetto. Forse era meglio essere sinceri e scoprire le carte.

      Ripensandoci, meglio di no.

      Disse, ‘Sono stato all’estero, ho girovagato un po’. Ho visto il mondo. Sono tornato a Londra in cerca di un lavoro. E sono entrato nelle assicurazioni.’

      â€˜Dunque perché sei tornato qui?’

      â€˜Motivi personali.’

      Cliff sogghignò. ‘La moglie ti ha cacciato?’

      â€˜Non sono sposato.’

      â€˜Quindi … cose di famiglia. Mamma o papà hanno tirato le cuoia.’

      Paul non disse nulla.

      Cliff disse, ‘Ci ho preso al volo, vero? Sei tornato per sotterrare qualcuno.’

      Paul si schiarì la voce.

      â€˜Visto che stiamo parlando dei vecchi tempi, non hai risposto alla mia domanda. Com’è andata la tua carriera sfavillante?’

      Cliff allargò le braccia e alzò le spalle. ‘Ho avuto un po’ di problemi con l’autorità, io. Non riesco a tenermi un lavoro. Così mi occupo un po’ di questo e un po' di quello. Io e questi giovanotti qua. Mi piace chiamarli gli scienziati.’

      Gary disse, ‘Fottiti, Cliff.’

      Paul si rese conto che erano le prime parole che qualcuno avesse pronunciato.

      Cliff continuò, ‘E nel caso te lo stessi chiedendo, non sono un candido agnellino. Ti ho sconvolto? No, sono stato mantenuto a piacimento da Sua Maestà per un po’. Lo dico in tutta onestà. Non vorrei che pensassi che parlo sotto falsi pretesti di qualsiasi genere.’

      â€˜Ma la tua esperienza non ti ha portato sulla retta via.’

      Cliff sogghignò di nuovo.

      â€˜Non imparerei la retta via neanche se mi rompessi il naso inciampandoci.’

      â€˜Tutti noi facciamo del nostro meglio per arrivare alla fine del mese.’

      â€˜Esatto, proprio questo intendo,’ disse Cliff. Scrutò nuovamente Paul. ‘Così sei tornato qui per un funerale. Immagino che entrambi i genitori siano andati, perché se era solo uno saresti stato a casa a prestare una spalla all’altro. Non in giro con gente come noi. Quindi probabilmente vorrai sistemare e vendere la casa e liberarti di tutta quella robaccia … Ci sono passato anni fa. I miei sono finiti presto in una bara a causa del fumo. Hanno anche fatto di tutto per finirci. Cinquanta al giorno, entrambi. Praticamente gli diedi una pala e gli dissi di iniziare a scavare.’

      Paul si appoggiò allo schienale della sedia e sbirciò Araminta. Stava ancora messaggiando.

      Disse, ‘Tutto questo è interessante, ma non so cosa ci faccio qui.’

      Cliff minimizzò. ‘Lo so, pensavi di venire per un drink amoroso con Minty e invece trovi quattro farabutti. È come quel programma tv, com’era?’ — cercò aiuto dai suoi uomini trovando sguardi assenti — ‘Dragons Den. Tu devi vendere qualcosa e noi non vogliamo comprare.’

      â€˜Non sto vendendo niente.’

      â€˜Oh, penso di sì. Vedi, sono incuriosito da te per l’incoerenza tra quello che dici di essere e come ti comporti. Hai detto a Minty che lavori nel campo assicurativo. Ma sei venuto da me come un poliziotto. Sicuro di te. Gonfiando i muscoli. Mi ha fatto pensare — che piani hai per questa povera ragazza? A che gioco stai giocando, eh? Qual è il tuo gioco?’

      Araminta si alzò, mise via il suo telefonino, allisciandosi il davanti del suo vestito. Paul notò nuovamente i suoi fianchi sottili e come questo le facesse la pancia molto piatta.

      Cliff la guardò, dicendo, ‘David tutto bene?’

      Lei raccolse una borsa color crema dal suo posto, appesa sul retro della sedia, dicendo, ‘Abbastanza arrabbiato con me. Non lo vedo da un po'.’

      â€˜Fatti desiderare ancora, cara. Gli uomini sono tutti uguali,’ rivolgendosi a Paul, ‘no? Ci dai un po’ e vogliamo di più. Stiamo parlando del ragazzo di Minty, in caso te lo stessi chiedendo. Vedi, non sei l’unico pesce nell’oceano.’

      Paul si alzò spingendo indietro la sua sedia, dicendo ad Araminta, ‘Ho bisogno di andare in bagno. Accompagnami alla porta.’

      â€˜Bel modo per rimorchiare, ma non ce n’è bisogno, ci vediamo in giro.’

      Gli passò davanti senza guardare e lui percepì di sfuggita il suo profumo. Si girò e la seguì urtando i


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