L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria. Cesare Lombroso

L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria - Cesare Lombroso


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paesi circonvicini.

      E giova, a questo proposito, notare, come questi paesi abbiano, anche, alcuni costumi particolari, superstiziosi in ispecie. Così a Sant'Angelo il prete è il padrone del paese; guai a chi non gli levi il cappello o anzi non gli baci le mani e perfino al tocco della campana non s'inginocchi: prima di ogni loro mala impresa, i Sant'Angelini vanno a messa e le donne pregano la Madonna perchè l'assassinio ed il furto vadano impuniti. Esse parlano ad alta voce fra loro dei crimini dei loro mariti: ma se questi sono imprigionati, per le prime, se ne maravigliano ed accompagnanli per miglia e miglia, coi bimbi in braccio, scarmigliate, gridando all'ingiustizia; e anche esse, per piccole cause, dànno mano ai coltelli; ma peggio fan gli uomini, inclini a vendetta per le più piccole cause; p. es., due passeggieri passando a caso dal villaggio rifiutarono di dare un mozzicone ad uno di loro, ed essi subito accordatisi li rinchiusero in una stanza e tentarono farveli morire di fame.

      Quando si pensa che il malandrinaggio in Sicilia si concentra quasi tutto in quella famosa valle della Conca d'Oro, dove le rapaci tribù Berbere e Semite ebbero le prime e più tenaci dimore, e dove il tipo anatomico, i costumi, la politica e la morale conservano una impronta araba (e bastino a provarlo le descrizioni di Tommasi Crudeli[19], quando si pensi che ivi come nelle tribù Arabe l'abigeato è il delitto più prediletto, resta facile il persuadersi che il sangue di quel popolo conquistatore e rapace, ospitaliero e crudele, intelligente, ma superstizioso, mobile sempre ed irrequieto e sdegnoso di freno, deve avere la sua parte nel fomentare le subitanee ed implacate sedizioni, e nel perpetuare il malandrinaggio, che, appunto come nei primi Arabi, vi si confonde non rare volte colla politica, ed anche al di fuori di questa, non suscita il ribrezzo nè l'avversione che suole in popoli assai meno intelligenti, ma più ricchi di sangue ariano, anche della stessa Sicilia, p. es. di Catania, Messina.

      Viceversa, va notato il paese di Larderello di Volterra, che da 60 anni a questa parte non contò un omicidio, nè un furto e nemmeno una contravvenzione.

      Anche in Francia in una serie di borgate disposte sul confine delle foreste della Thierache, prolungamento di quelle delle Ardenne, Fauvelle (Bulletin de la Société d'anthropologie, 1891) ha indicato esistere una razza delinquente. Dovunque predomina questa razza non vi sono che risse violente di tutte le specie sulle quali l'autorità giudiziaria è il più delle volte obbligata di chiudere gli occhi per non ingombrare le prigioni. Il forestiero che s'arrischia in mezzo a queste popolazioni si espone agl'insulti tanto delle donne che degli uomini. Anche nella classe agiata, questa brutalità sovente si rivela sotto una certa vernice civile. L'alcoolismo frequente, esagera ancora questa specie di barbarie; vi si nota ripugnanza pei lavori dei campi; sfrutta le foreste o lavora nell'industria del ferro, ma preferisce il contrabbando. La statura è un po' al disopra della media, ha forti muscoli, le mascelle larghe e robuste; naso dritto e gli archi sopraccigliari accentuati; il sistema pilifero è abbondante e molto pigmentato, ciò che li distingue subito da un'altra razza dai capelli biondi giallastri che occupa molti vicini villaggi, a cui non si associa che raramente.

      Queste influenze non sempre si possono precisare colle cifre alla mano, anche per la ragione che quando ci appoggiamo alle statistiche criminali, troviamo una serie di cause complesse, che ci impediscono di cavare una conclusione sicura. Per esempio, la donna in Spagna, Lombardia, Dalmazia, Voivoidina, Gorizia, darebbe il minimo della criminalità; ed il massimo nella Slesia austriaca, e nelle provincie Baltiche della Russia (Messedaglia, op. cit.).

      Ma qui, più che l'influenza di razza, può quella dei costumi; dove le donne sono istrutte al pari degli uomini, come nella Slesia, nel Baltico, e prendono parte alle lotte virili, ivi dànno una cifra di criminalità che più s'avvicina alla virile.

      Lo stesso può dirsi della maggiore criminalità che si osservò negli adolescenti (e quindi nei celibi) dei paesi germanici dell'impero austriaco, specialmente Salisburgo, Austria, in confronto degli Slavi ed Italiani, Gorizia, Tirolo, Carinzia (Messedaglia, op. cit.).

      Nell'impero d'Austria, osservava il Messedaglia, prevalere i crimini per cupidigia in Bukowina, Croazia, Boemia, Ungheria (68 a 76%) in confronto alla Dalmazia, Tirolo e Lombardia (32 a 45%).

      Le grandi lesioni corporali diedero un massimo nella Carniola e Tirolo (28 a 21%), un minimo in Slesia e Moravia (1,36%).

      In Baviera, secondo l'Oettingen, si avrebbe un massimo di furti (42%) nella Baviera Alta; un massimo di lesioni corporali nella Bassa (41%), mentre nella Svevia predominano le truffe e nel Pfalz le ribellioni.

      In Francia, fra gli abitanti di razza pelasgica (Corsica, Marsiglia) predominerebbero i rei contro le persone; fra quelli della germanica (Alsazia) i delitti d'ogni specie, che scarseggerebbero nella celtica (Quetelet).

      Dall'Omicidio di Ferri è nettamente dimostrata, nelle sue grandi linee, l'influenza etnica sulla distribuzione dell'omicidio in Europa: vi si vede che i Tedeschi ed i Latini si trovano agli estremi anche nella tendenza all'omicidio in genere, nella prevalenza degli omicidii qualificati, nella frequenza dell'infanticidio, come, in senso inverso, si trovano agli estremi nella tendenza al suicidio ed anche alla pazzia, più frequenti presso i Tedeschi che presso i Latini.

      In Italia rilevando, pel 1880-83, gli omicidii semplici (insieme ai ferimenti con morte) e gli omicidi qualificati (insieme alla grassazione con omicidio), denunciati nelle varie provincie, secondo i dati raccolti nel Movimento della delinquenza dal 1873 al 1883, Roma, 1886, noi troviamo:

REGIONI D'ITALIA Omicidi denunciati per 1 milione di abitanti
(e popolazione presente al 31 dicembre 1881) Omicidi semplici e ferim. con m. Omicidi qualif. e grass. con. om.
Piemonte (3.070.250) 47 34
Liguria (892.373) 40 29
Lombardia (3.680.615) 22 21
Veneto (2.814.173) 34 25
Emilia (1.706.517) 27 24
Romagna (476.874) 103 76
Umbria (572.060) 102 70
Marche (939.279) 94 53
Toscana (2.208.869) 76 42
Lazio (903.472) 178 90
Abruzzi (951.781) 174 76
Molise (365.434) 286 104
Campania (2.896.577) 217 81
Puglie (1.589.054) 117 46
Basilicata (524.504) 214 86
Calabrie (1.257.883) 246 104
Sicilia (2.927.901) 205 122
Sardegna (682.002) 122 167

      con predominio


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