L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria. Cesare Lombroso

L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria - Cesare Lombroso


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frequente l'alienazione.

      E qui si scorge di nuovo quanto difficile torni il concludere sulle nude cifre nelle quistioni morali e complesse.

      Zingari.—Non così può dirsi degli Zingari, che sono l'imagine viva di una razza intera di delinquenti, e ne riproducono tutte le passioni ed i vizi. Hanno in orrore, dice Grelmann[23], tutto ciò che richiede il minimo grado di applicazione; sopportano la fame e la miseria piuttosto che sottoporsi ad un piccolo lavoro continuato; vi attendono solo quanto basti per poter vivere; sono spergiuri anche tra loro; ingrati, vili, e nello stesso tempo crudeli, per cui in Transilvania corre il proverbio, che cinquanta zingari possono esser fugati da un cencio bagnato; incorporati nell'esercito austriaco, vi fecero pessima prova. Sono vendicativi all'estremo grado: uno di questi, battuto dal padrone, per vendicarsene, lo trasportò in una grotta, ne cucì il corpo in una pelle, alimentandolo colle sostanze più schifose, finché morì di gangrena. Per poter saccheggiare Lograno avvelenarono le fonti del Drao: e quando li credettero morti i cittadini entrarono in massa nel paese che fu salvato da uno che l'aveva saputo.

      Dediti all'ira, nell'impeto della collera, furono veduti gettare i loro figli, quasi una pietra da fionda, contro l'avversario; e sono, appunto come i delinquenti, vanitosi, eppure senza alcuna paura dell'infamia. Consumano in alcool ed in vestiti quanto guadagnano; sicché se ne vedono camminare a piedi nudi, ma con abito gallonato od a colori, e senza calze, ma con stivaletti gialli.

      Hanno l'imprevidenza del selvaggio e del delinquente. Si racconta, come una volta, avendo respinto da una trincea gl'Imperiali, gridassero loro dietro: «Fuggite, fuggite, chè se non scarseggiassimo in piombo, avremmo fatto di voi carnificina». E così ne resero edotti i nemici, che ritornando sulla loro via, ne menarono strage.

      Senza morale eppure superstiziosi (Borrow) si crederebbero dannati e disonorati se mangiassero anguille o scojattoli, eppure mangiano... carogne quasi putrefatte.

      Amanti dell'orgia, del rumore, nei mercati fanno grandi schiamazzi; feroci, assassinano senza rimorso, a scopo di lucro; si sospettarono, anni sono, di cannibalismo. Le donne sono più abili al furto, e vi addestrano i loro bambini; avvelenano con polveri il bestiame, per darsi poi merito di guarirlo, o per averne a poco prezzo le carni; in Turchia si danno anche alla prostituzione. Tutte eccellono in certe truffe speciali, quali il cambio di monete buone contro le false, e nello spaccio di cavalli malati, raffazzonati per sani, sicché come fra noi ebreo era, un tempo, sinonimo di usurajo, così, in Spagna, gitano è sinonimo di truffatore nel commercio di bestiame.

      Lo zingaro in qualunque stato o condizione si trovi, conserva la sua abituale e costante impassibilità, senza sembrar preoccupato dell'avvenire, vivendo giorno per giorno in una immobilità di pensiero assoluta, ed abdicando ad ogni previdenza.

      «Autorità, leggi, regola, principio, precetto, dovere», sono nozioni e cose insopportabili a codesta razza stranissima (Colocci).

      Obbedire e comandare gli è egualmente odioso, come un peso ed un fastidio. Avere gli è estraneo quanto dovere[24], il seguito, la conseguenza, la previsione, il legame del passato all'avvenire, gli sono sconosciuti (Id.).

      Colocci crede che essi possedono degli itinerari speciali comuni agli evasi, ai ladri, ai contrabbandieri internazionali, che si segnalano con speciali segni simili agli Zink dei Tedeschi (Vedi Vol. I).

      Uno dei segni più abituali per tali indicazioni, è il patterau di cui esistono due tipi: l'antico a tridente; il nuovo a croce latina.

      Questi segni, fatti lungo il percorso della strada maestra, e tracciati col carbone sui muri delle case o incisi con il coltello sulla corteccia degli alberi, divengono mezzi convenzionali per dire alle future comitive di confratelli: Questa è strada da zingaro. Nel primo patterau la direzione è data dalle linee laterali, nel secondo dal braccio più lungo della croce.

      I punti di fermata, o stazioni, li indicano collo Svastika misterioso, forse ricordo di antico simbolo indiano, forse embrione della nostra croce.

      Quando vogliono partire dal luogo ove stanno—scriveva Pechon de Ruby nel XVI secolo—s'incamminano verso il lato opposto e fanno una mezza lega all'inverso, poi ritornano sulla loro strada.

      E come i criminali, e come i Paria (vedi vol. 1) da cui derivano, essi hanno una letteratura popolare criminale che vanta il delitto, come nel dialogo seguente fra padre e figlio (Colocci, o. c.).

      Padre—«Olà, mio Basilio, se tu divieni grande, per la croce di tuo padre! devi rubare.»

      Figlio—«E poi, padre, se sono scoperto?»

      Padre—«Allora raccomandati alla pianta dei piedi, gioia di tuo padre.»

      Figlio—«Al diavolo la tua croce, padre! Non m'insegni bene.»

      E nelle seguenti poesie:

      Da che, cavalluccio,

      Non rubi più,

      Non bevi più acquavite;

      Sì, finché tu rubavi

      Grazioso cavalluccio,

      Buona acquavite bevevi,

      E all'ombra sedevi.

      La tua perdita è certa (Zingari rumeni).

      I ragazzi zingari montanari

      Come piccoli cani

      Quando veggono uno zingaro (di pianura)

      Lo spogliano (Zingari slavi).

      Simili argomenti danno tema a brevi narrazioni in versi, soprattutto fra gli zingari inglesi e spagnuoli. Per esempio:

      Due giovani zingari furono deportati,

      Furono deportati al di là dell'Oceano;

      Platone per ribellione,

      Luigi per aver rubato

      La borsa d'una gran dama.

      E, quando giunsero in paese straniero,

      Platone fu impiccato

      Subito: ma Luigi

      Fu preso per marito da una gran dama,

      Voi vorreste sapere chi fosse questa gran dama?

      Era la dama, cui esso aveva rubato la borsa;

      Il giovane aveva un nero

      Ed ammaliatore occhio

      Ed essa l'aveva seguito al di là dell'Oceano (gipso).

      Un frate

      Stava facendo una predica;

      Ed era stato rubato un presciutto

      Al macellaio di quel paese;

      E quegli sapeva che gli Zingari

      Lo avevano derubato.

      Il frate esclamò: figliolo!

      Vai a casa tua

      E dalla pentola

      Leva fuori il prosciutto

      E mettici invece dentro

      Una pezza del tuo marmocchio,

      Marmocchio,

      Una pezza del tuo marmocchio (gitano).

      È importante poi il notare che questa razza così inferiore nella morale ed anche nella evoluzione civile ed intellettuale, non avendo mai potuto toccar lo stadio industriale nè, come vedesi, in poesia passare la lirica più povera, è in Ungheria creatrice d'una vera arte musicale, sua propria, meravigliosa—nuova prova della neofilia e genialità che si può trovare mista agli strati atavici nel criminale[25].

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