L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria. Cesare Lombroso

L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria - Cesare Lombroso


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(Lazio, Abruzzi) in confronto a quelle di razze Germaniche, Liguri, Celte (Lombardia, Liguria, Piemonte) e Slave (Veneto).

      Oltre, infatti, ai principali elementi etnici primitivi dei Liguri al Nord, degli Umbri ed Etruschi al centro, e degli Osci al Sud, oltre i Siculi, d'origine ligure, in Sicilia, le stirpi che più concorsero a determinare il carattere etnico delle varie regioni italiane, sono germaniche, celte e slave al Nord e fenicie, arabe, albanesi e greche al Sud e nelle isole (Ferri, op. cit.).

      È agli elementi africani ed orientali (meno i Greci), che l'Italia deve, fondamentalmente, la maggior frequenza di omicidii in Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre la minima è dove predominarono stirpi nordiche (Lombardia): il che riceve la più evidente riprova da talune oasi o di minore o di maggiore frequenza, che sono in troppo singolare coincidenza colle specialità etniche di quei paesi (Id.).

      Altra prova: in Toscana alla frequenza minima di Siena (3.9 su 100.000 ab.), Firenze (4.3) e Pisa (6.0) fa contrasto l'intensità press'a poco doppia di Massa-Carrara (8.3), Grosseto (10.2), Lucca (11.9) e tripla di Arezzo (13.4) e sopratutto di Livorno (14.0).

      Ora, oltre le speciali condizioni di vita che si hanno a Massa-Carrara per le miniere e a Grosseto per le maremme, è innegabile (scrive Ferri, op. cit.) l'influenza etnica[20] nella Lucchesia, cui la statura alta e la dolicocefalia (prevalente pure a Massa-Carrara) e la maggiore tendenza all'emigrazione distinguono dal resto della Toscana: ed aggiungo io l'influenza dei ribelli Liguri antichi che tante volte si sollevarono all'impero di Roma, ma sopratutto è evidente l'influenza etnica a Livorno, di cui è nota l'origine. Villaggio paludoso nel XVI secolo, con 749 abitanti nel 1551, fu popolato prima dai Liburni «popoli dell'Illirico, inventori delle Galeotte liburne, e insigni pirati, a cui si aggiunsero saraceni, ebrei, marsigliesi» poi da avventurieri e pirati, ivi chiamati dai Medici.

      E Livorno, che nel 1879-83 diede la proporzione più alta per tutta Italia del totale dei reati denunciati, dà pure, in confronto alla Toscana, compreso Arezzo, cifre più alte di omicidii qualificati, e di ribellioni come di furti qualificati. Il che non può essere determinato, in prevalenza, dalla grande densità giacchè questa densità (355 abit. ogni chilom. q.) si ha eguale a Milano (355) e molto maggiore a Napoli (1149); e non è determinato neppure un maggiore agglomero della popolazione urbana, perchè questa a Napoli è il 94% della popolazione del comune, a Milano è il 92% e a Livorno è solo l'80%. E tuttavia le ribellioni ed i furti qualificati sono molto meno frequenti a Milano e Napoli, malgrado i climi diversissimi, che a Livorno (Ferri, o. c.).

      Un altro contrasto spiccato si ha nella parte meridionale della penisola (Atlante) dove la distribuzione degli omicidii semplici segna delle oasi d'intensità maggiore nelle provincie di Campobasso, Avellino, Cosenza e Catanzaro, e delle oasi di minore frequenza in quelle di Benevento, Salerno, Bari e Lecce, in confronto alle provincie circostanti di Aquila, Caserta, Potenza, Reggio e sopratutto di Napoli, dove, al caso, la potenza criminogena dell'ambiente sociale dovrebbe essere molto più forte (Ferri, o. c.).

      Ora è difficile non rilevare un rapporto di causalità tra la presenza delle colonie albanesi, come fattore etnico della maggiore criminalità di sangue nelle provincie di Cosenza, Catanzaro, Campobasso.

      Viceversa la minore intensità degli omicidii semplici a Reggio e soprattutto nelle Puglie (Bari e Lecce) dipende, in gran parte, dall'elemento greco, se si pensa all'antica Magna Grecia (che concorre anche a spiegare la minore intensità di Napoli) e poi alle colonie venute durante la dominazione bizantina e dopo ed alle precedenti immigrazioni dei Japigi-Messapi e «anche oggi in quelle provincie le fisonomie della maggior parte dei nativi ricordano quel tipo, da cui traspare la pacata mitezza del carattere» (Nicolucci): a cui bisogna pure aggiungere l'influenza nordica dell'occupazione Normanna.

      Quanto poi alla spiccatissima intensità minore di omicidii semplici a Benevento e Salerno non è possibile non ricordare l'elemento longobardo, che vi ebbe così lungo dominio (ducato di Benevento e Salerno), da «poter contrastare in alcuni luoghi colla potenza assimilatrice degli Italiani e conservare fino ad oggi alcune sue impronte—statura alta, capelli biondi, ecc.—, che ne rivelano ancora la potenza in mezzo ai tipi indigeni della Penisola» (Ferri).

      E la diversa influenza del sangue albanese, ellenico e longobardo in queste oasi della criminalità si conferma colla distribuzione degli omicidii qualificati e nelle grassazioni con omicidio. Infatti, meno per Salerno e per Reggio, che danno cifre relativamente più alte, abbiamo Napoli, che per il sangue greco, malgrado il grande agglomero di popolazione e di miseria, dà cifre molto basse, pari a quelle di Bari e Lecce; permane la minore intensità di Benevento come la maggiore di Campobasso e Avellino.

      La Sicilia offre pure un esempio evidente dell'influenza etnica sull'omicidio.

      Le provincie orientali di Messina, Catania e Siracusa hanno una intensità di omicidii semplici e qualificati (Atlante) molto inferiore a quella delle provincie di Caltanisetta, Girgenti, Trapani e Palermo.

      Ora è noto che la Sicilia, così diversa pel carattere delle sue popolazioni dalla vicina penisola meridionale, in gran parte anche per i molti elementi nordici (Vandali, Normanni, Francesi, Fiamminghi) che l'hanno invasa e dominata, presenta nelle sue coste orientali una prevalenza di elementi ellenici, dai Magno-greci in poi, che è impossibile non mettere in relazione colla minore intensità di omicidii di quel versante (come per le Puglie); ed una prevalenza nella parte meridionale e settentrionale, invece di elementi saraceni ed albanesi, che certamente concorrono a determinare maggiore intensità di omicidi in quelle provincie.

      Il Reclus scrive: «All'assedio di Palermo dai Normanni (1071) si parlavano cinque lingue in Sicilia; arabo, ebraico, greco, latino, siciliano volgare. L'arabo rimase la lingua prevalente anche sotto i Normanni. Più tardi Francesi, Tedeschi, Spagnuoli, Aragonesi contribuirono a fare dei Siciliani un popolo diverso dai vicini d'Italia per l'assetto, i costumi, le abitudini, il sentimento nazionale.... La differenza fra le popolazioni siciliane è grandissima, secondo la prevalenza di questa o quella razza nell'incrociamento. Così gli abitanti delle provincie etnee, che sono forse d'origine ellenica più pura degli stessi greci, perchè non sono mescolati cogli Slavi, hanno un'eccellente rinomanza di buona grazia e di mitezza. I Palermitani al contrario, presso i quali l'elemento arabo ebbe maggiore influenza che in qualunque altra parte, hanno in generale i lineamenti gravi e diversi costumi» (Ferri, o. c.).

      Nè varrebbe il dire che queste contraddizioni potrebbero dipendere dall'influenza delle grandi città, perchè vediamo la provincia di Palermo inferiore nei furti qualificati (150 per 100.000 ab.) a quella di Trapani (168) e Catania (173) e negli altri reati in genere contro le proprietà la provincia di Palermo (243) inferiore a quelle di Catania (248) e Caltanisetta (272).

      Gli è, invece, che il sangue saraceno e albanese com'è più proclive ai reati di sangue, meno propende invece ai reati contro la proprietà.

      La criminalità della Sardegna è pure caratteristica, sia nel confronto con quella del continente e soprattutto di Sicilia, sia nel contrasto quasi costante fra il Nord (provincia di Sassari) ed il Sud (provincia di Cagliari) nell'isola stessa.

      Etnicamente la Sardegna si differenzia dalla Sicilia, perchè fino dall'antichità remotissima e poi ai tempi di Cartagine, «i Fenici ebbero in Sardegna più vasto imperio e più lunga dominazione che in Sicilia», talchè «anche il cranio degli odierni Sardi conserva in parte l'antico tipo del cranio fenicio (dolicocefalo); ed in Sardegna ebbero molto minore prevalenza gli elementi saraceni, di cui si hanno le due colonie dei Barbaricini nelle Barbagie (prov. di Sassari) e dei Maureddi presso Iglesias (prov. di Cagliari)[21].

      Questa differenza etnica, certo concorre a determinare la più intensa criminalità media contro le persone in Sicilia (malgrado l'inferiorità delle provincie orientali) e viceversa la maggiore delinquenza media contro le proprietà in Sardegna. Confrontando, per es., la Sardegna colla Sicilia, nell'Atlante, si vede lo spiccato contrasto delle due isole nella intensità degli omicidi semplici che si conferma anche più per i ferimenti volontari. E se per gli omicidii qualificati la Sicilia in totale dà una quota alquanto minore, per le basse cifre delle provincie orientali, la quota totale però di tutti i reati contro le persone, compresi gli omicidii semplici e qualificati e le grassazioni con omicidio, è


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