L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria. Cesare Lombroso

L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria - Cesare Lombroso


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Senna Oise che la circonda. Ma questa contraddizione (oltre che dalla maggiore azione civilizzatrice che i grandi centri esercitano da noi, scancellando la leggendaria tendenza alla vendetta che faceva di alcuni omicidi un diritto e un dovere, e dal grado, come lo chiama Ferri, di saturazione criminosa, dall'eccesso nostro in omicidi che non poteva omai esser sorpassato), è dovuta alla speciale condizione in Francia di un elemento nuovo, mancante fra noi che è la immigrazione che aumentavi, sì, ma sinistramente, la densità, portandovi più di 1.200.000 stranieri dell'età e delle condizioni più proclivi al reato,—e ciò in pochi punti. Infatti il massimo degli omicidi, 45, vien dato da Bouches de Rhone che sarebbe uno dei grandi centri di emigrazione, avendo 50.000 italiani. Cosicchè nella carta che costrusse il Joly della criminalità per paese di nascita, toltovi dunque l'elemento immigrativo, il dipartimento Bouches de Rhone dal grado massimo di 86º scende a quello di 62º, e l'Hérault dall'81º scende al 63º, e così le Alpi Marittime dall'83º al 45º, pur non toccando della Senna in cui su 40.000 arrestati, solo 13.000 ne sono nativi, perchè la Senna se importa molte birbe, ne esporta anche molte.

      Nell'Hérault, anzi, il circondario sarebbe buono, ma vi è una città (Cette) che guasta tutto, che dà quasi 7 su 10 accusati, certo la metà degli affari giudicati dal Tribunale di Montpellier, specialmente per l'accumularsi di recidivi, che dormono sulle piazze, detti perciò i couche-vetus e sopratutto per gli stranieri. Nel 1889 vi erano 21 stranieri su 118 abitanti accusati, ossia mentre la proporzione degli indigeni era 2‰, quella degli stranieri era del 19‰. Altrettanto avviene a Marsiglia per gli operai lavoranti nel porto. Sono questi stranieri (scrive Joly, o. c.) che dànno il maggior contingente ai furti, agli assassinii, alle sommosse anarchiche, ai ferimenti ecc.

      Nel 1881 i rei di stupro

       si calcolarono 17 su un milione di francesi

       si calcolarono 60 su un milione di stranieri.

      Nel 1872

       18 su un milione di francesi

       46 su un milione di stranieri.

      Era già cosa nota che gli emigranti davano una proporzione massima di delitti.

      Dalla recente statistica degli Stati Uniti[48] risulta che gli Stati che hanno il massimo dell'immigrazione, sopra tutto Irlandese e Italiana, dànno il massimo della criminalità.

Così: California 0,30 rei p.‰ abit. 33 % emigranti
Nevada 0,31 » » » 41 » »
Wyomin 0,35 » » » 28 » »
Montana 0,19 » » » 29 » »
Arizona 0,16 » » » 39 » »
New York 0,27 » » » 23 » »
viceversa New Mexico 0,03 » » » 6,7 » »
Pensilvania 0,11 » » » 13 » »

      Ciò che scombuia ogni effetto della densità. Così Montana 0,3 abitanti per miglio quadrato, Wyomin 0,2, Nevada 0,6, Arizona 0,4, con densità, dunque, minime si hanno grazie all'emigrazione enormi cifre di reati, mentre N. York (151 per migl. qu.), Pensilvania con 95 per migl. qu. con densità grande, ne hanno meno, e relativamente meno ne dà, 0,21 di reati, District Columbia che raggiunge la densità di 2960 per migl. qu.

      Su 49.000 arrestati a New York, 32.000 erano emigranti (Barce, The Dangerous Classes).

      Su 38.000 detenuti nell'America del Nord, 20.000 erano figli di stranieri (Beltrami-Scalia, op. cit.).

      In Francia si era già notato fin dal 1886 che su

       100.000 abitanti stazionari nel loro paese ne andavano 8 alle Assise,

       100.000 dimoranti fuori del proprio paese ne andavano 29 alle Assise,

       100.000 stranieri abitanti in Francia ne andavano 41 alle Assise.

      Ora in Francia l'immigrazione triplicò dal 1851 al 1886, salendo da 380.381 a 1.126.183.

      Giustamente osserva il Joly[49] che quando la corrente che spinge all'emigrazione da un paese all'altro è debole, vi innesta gli uomini più energici e intelligenti, ma quando è troppo violenta trascina i buoni coi tristi; e infatti la maggior parte della criminalità degli emigranti è data dalle provincie più limitrofe, che dànno il numero maggiore di emigranti. Così nel 1886 contavanvisi 4 condannati su 100.000 Svizzeri, 18 su 100.000 Spagnuoli, 23 su 100.000 Italiani e quasi nessuno fra gli Inglesi e Russi. In Parigi stesso, a proporzioni eguali d'abitanti, le colonie belghe e svizzere dànno 3 volte più arrestati che gli Inglesi e Americani. La colonia italiana che è solo quadrupla della Austriaca ha un numero d'arrestati 15 volte maggiore.

      Quanto meno poi l'emigrazione è stabile, tanto più dà delitti. I Belgi che si naturalizzano in Francia vi commettono molto meno delitti degli emigranti Spagnuoli che quasi vi sono accampati.

      Lo stesso può dirsi dell'emigrazione interna dello stesso paese, specialmente di quella a destinazione variabile, dei venditori ambulanti, ecc. Così in uno studio fatto a St-Gaudence donde emigrano molti venditori ambulanti (circa 7000 su 36.000 abitanti), francesi, si nota che costoro diedero una cifra fortissima di reati, truffe, violenze e ferite, che da 41 che erano nei 1831, nel 1869 va a 200, a 290 nel 1881: e frequenti sonvi gli abbandoni dei bambini, gli adulteri e i divorzi.

      «La Sarthe è uno dei migliori dipartimenti quanto alla criminalità, ma se si tien nota dei delitti commessi dai suoi nativi, emigrano fuori, s'innalza di 34 gradi nella scala della criminalità. Così Creuse per ragioni analoghe cambiò dal 3º al 18º rango grazie ai suoi 45,000 immigranti per lavori instabili. Ve n'ha che giungono onesti nelle grandi città, ma sempre illudendosi sull'ambiente nuovo che li attira, e quindi facili agli sbagli che a poco a poco poi diventano delinquenti: la ragazza che cede alle prime seduzioni diventa prostituta: l'operaio chiusa la sorgente del lavoro diventa ozioso, e vicino a persone che lo attirano al male, e avendo davanti l'amo di mille piaceri di cui gli altri godono diventa ladro. Vi hanno i criminali che sperano farsi


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