Racconti politici. Ghislanzoni Antonio
i pericoli. Questa madre spartana era la protagonista del nuovo dramma, e l'attrice benefiziata contava a buon dritto di suscitare immenso entusiasmo presentandosi colla divisa garibaldina ad insegnare a suo figlio la manovra del fucile.
Sublimi trasporti della giovinezza! Slanci maravigliosi dei vergini cuori, ai quali è dato sorvolare a quella pesante atmosfera di positivismo che è la caratteristica dell'epoca attuale! – Se la dolorosa esperienza della realtà ci obbliga qualche volta a sorridere di questi illusi sublimi, è anche vero che noi siamo costretti molto spesso ad ammirarli e ad invidiarli! – Noi dubitiamo, essi credono – ecco la differenza. Ciò che è falso per noi, considerato nei rapporti di un ignobile realismo – per essi, che vedono il creato attraverso al prisma abbagliante della giovane fede, è un ideale che somiglia al possibile. Leggendo Plutarco, noi disperiamo che il secolo parolaio produca dei nuovi giganti e dei magnanimi fatti – essi, come il Carlo Moor del poeta alemanno, si illudono di veder rivivere l'età degli spiriti gagliardi e dell'eroismo disinteressato.
Chi ha ragione? chi ha torto? – Qual è di noi che vede più giusto? – Curviamo la testa dinanzi a questi martiri predestinati che profondono il loro sangue. A ben considerare, essi non hanno che un solo torto, quello di esser pochi. Non per questo abbiamo noi diritto di ammonirli che essi spendono il loro entusiasmo e la loro vita a profitto di una turpe ed ignobile maggioranza che, pure disconoscendoli, farà traffico dei loro sacrifizii per amplificare la propria potenza. La società è orribilmente viziata e incadaverita. Essi rappresentano l'avvenire.
V
Alla lettura di quelle scene concitate e frementi, sul volto di Carlo si alternavano i pallori e le fiamme vivaci dell'entusiasmo.
Il dramma toccava la fine. Eravamo al punto in cui l'eroina dell'azione, strappato il figlio dalle branche di uno zio paolotto che si era attentato di impedirgli la partenza pel campo, fa sventolare una bandiera tricolore, e si volge alle madri italiane per animarle a seguire il di lei esempio.
Il Lanfranchi declamava quel brano drammatico coll'enfasi di un autore che si attende l'applauso: «Tu sei come me, Edoardo!.. La voce di tua madre ha trionfato sulle arti dei rettili immondi che ti stringevano al piede… Essi non sono riusciti a contaminare la tua giovinezza… La voce di una madre ha parlato al tuo cuore più fortemente che non quella di un falso Dio! – Volevano farti credere di non essere abbastanza vigoroso per sopportare i disagi e le fatiche del campo! Ma io… tua madre… io che ti ho data la vita… saprò ben io infonderti la forza che ti abbisogna!..»
– Sublime! interruppe Carlo, balzando dalla seggiola, e percorrendo la camera a passo agitato.
– «Noi andremo insieme dove ci chiama la voce del cannone… la vera voce di Dio!.. Tua madre ti starà a lato… per sorreggerti, per infonderti coraggio… e se una palla nemica colpisce il tuo petto… io raccoglierò il tuo cadavere con orgoglio… e lo porterò di città in città, di villa in villa, di contrada in contrada, e griderò alle madri italiane: vedete! era il mio unico figlio!.. egli è morto per la patria… egli è morto combattendo… Vendicatelo, o madri italiane! e che tutti i vostri figli seguano il di lui esempio!»
A tali parole, il giovane convalescente che non avea cessato di passeggiare per la camera a grandi passi – si avvicinò all'amico, gli strinse la mano con trasporto, e gli disse:
«Fissami un luogo… dove possiamo trovarci assieme… domani a sera… dopo la rappresentazione.»
– Che? tu vorresti uscire di casa?.. Nello stato in cui ti trovi?
– Non badare, Eugenio… Il tuo dramma mi ha ridonato la salute e il vigore… Io sono guarito, capisci? io sono guarito perfettamente – e dopodomani, all'alba, colla prima corsa intendo partire… Voglio ben credere che tu non avrai difficoltà ad accompagnarmi!..
Il Lanfranchi non poteva esitare. Egli era rapito di orgoglio in vedere la concitazione dell'amico; gli pareva che quell'entusiasmo fosse un effetto del suo dramma, fosse opera sua.
I due giovani si concertarono sul da farsi. A Carlo erano necessarie delle precauzioni per deludere la sorveglianza dei parenti. Fu convenuto, che dopo la rappresentazione, egli si sarebbe recato alla casa di Eugenio, e quivi sarebbero montati insieme in una vettura per trasferirsi alla più prossima stazione di ferrovia ad attendervi il convoglio del mattino. Questi concerti furono presi a bassa voce, senza spreco di parole. Infiammati dal medesimo ardore, quei due giovani cuori si indovinavano, si comprendevano a maraviglia.
– Un'ultima parola, disse Carlo all'amico nel momento in cui stavano per separarsi – ai mezzi penso io… la mia borsa è a tua disposizione. Solamente vorrei pregarti… ma temo che ciò non sia possibile… Mi dicono che ai depositi vi sia mancanza di camicie rosse… ed io muoio d'impazienza di indossare quella nobile divisa…
– Ci avevo già pensato! rispose Eugenio trionfalmente. – Io credo che domani a sera noi saremo tutti e due provveduti della nostra camicia. Per la rappresentazione del mio dramma ne furono ordinate sei… Gli è l'ultima recita della compagnia… e i comici… tu mi intendi… non avranno difficoltà a cederci per poco danaro questa parte del loro equipaggio!
Carlo, per tutta risposta si gettò nelle braccia dell'amico, e indi a poco i due giovani si separarono coll'animo tripudiante di sublimi emozioni.
Quel giorno il Lanfranchi doveva pranzare cogli artisti della compagnia drammatica.
Verso le ore quattro, egli si recò dunque ad un modesto alberghetto a poca distanza dal teatro, dove era atteso dalla scapigliata comitiva.
Quando Eugenio pose il piede nella sala da pranzo, uno degli attori stava leggendo ad alta voce in un foglio teatrale, giunto quella mattina da Milano la seguente notizia:
«Le compagnie drammatiche hanno fornito all'armata dei volontari italiani un numeroso contingente. Fra i molti che disertarono dall'arte per militare sotto le insegne gloriose si citano gli attori: Francesco Benincasa ed Enrico Brissoni, Pagani, Belli-Blanes, Schmit, Lavaggi, De-Martini, Bozzo, Pesaco, Mazzoni, Bajesi e Bisi. A questi voglionsi aggiungere Tito Taddei e Napoleone Straccia, G. Mozzidolfo, Carlo Zannini, Luigi Mazzoli ed Antonio Bellotti. Anche dal Circolo Ciniselli di Milano è disertato il fratello di Achille Majeroni. Quest'ultimo ha già dato un figlio al contingente dell'esercito. I grandi esempi di Gustavo Modena non andarono perduti. Questa eletta generazione di artisti che crebbe alla scuola dell'attore insuperabile, doveva necessariamente ispirarsi alle tradizioni patriotiche lasciate da lui.»
– Viva Gustavo Modena!
– Viva gli artisti italiani!
– Viva la guerra!
– Viva l'Italia!..
Tali furono i gridi che proruppero dalla comitiva, appena terminata la lettura di quel breve articolo.
– Eh! sicuro… il giornale ha ragione! – disse la madre nobile con sussiego – tutto quel poco di buono che ci resta nell'arte… e nella politica… è tutto opera di lui… Povero Gustavo!.. E dire che l'Italia non ha pensato ancora ad erigergli un monumento!.. Ma gli era troppo grande quell'uomo… e certa gente che so io… ha perfino paura della sua ombra!
– Ma pure – sorse a dire il caratterista – anni sono si era aperta una soscrizione all'ufficio di non so qual giornale di Milano… ed io so di aver versato cinque lire…
– Cinque lire…! c'era ben altro che cinque lire nella cassa…! – entrò a dire un altro comico – la sommetta era abbastanza tonda… ma poi… chi ne ha saputo qualche cosa? Dove è andato a finire quel denaro? – Indovinalo grillo!.. Si sono fatti dei monumenti per certi zucconi… Basta! Lasciamo là queste storie! Povera Italia! Povera arte! Ma lui, non era cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, il povero Modena!
– Ci vuol altro che innalzare dei monumenti! – esclamò il secondo brillante della compagnia – bisogna imitare gli esempi che i grandi ci hanno trasmessi!.. Quel giornale, ove sono registrati i nomi dei nostri colleghi d'arte già partiti per il campo, quel giornale ci insegna la via che noi tutti dovremmo seguire!
A questo punto due giovani attori che sedevano vicini in un angolo della tavola, si scambiarono una