La novellaja fiorentina. Vittorio Imbriani

La novellaja fiorentina - Vittorio Imbriani


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la spada e va al letto e la ferisce; via, ferisce quella bambola ch'era lì coricata. E gli spruzza tutto zucchero e miele.[11] E lui sentendo dolce, zucchero e miele, comincia a dire:—«Oh Leonarda mia di zucchero e miele! se io ti avessi ora ti vorrei gran bene.»—Lei dice:—«Io son morta.»—Lo dice, gua'! con una voce flebile. E lui insiste:—«Ah Leonarda mia di zucchero e miele! se ti avessi ora ti vorrei un gran bene.»—E lei ridice:—«Son morta.»—Quando la vede che lui gli era veramente per ammazzarsi (lui s'ammazzava), la sorte fôra e dice:—«I' son viva, son viva!»—S'attaccano al collo, si baciano, si perdonano, e nessun seppe nulla, perchè rimase in loro. Se l'ammazzava davvero, era morta: ma fu celia. La mattina s'alzarono, come fanno il solito. Leonarda la fece venire il padre e le sorelle e li fa i primi signori del palazzo. E così una cosa di celia, le riuscì di divenire una Regina. E visse bene, ma ci vol di quelle furberie.

      NOTE


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