Della guerra nazionale d'insurrezione per bande, applicata all'Italia. Carlo Bianco
tetto, senza provigioni ritireransi. Saprà la natura nutrirli, e difenderli, dimorino in quelle, degli anni, se sarà d'uopo, per aspettare che il clima, il caldo, l'ozio, le dissolutezze abbiano divorati e consumati quei numerosi campi di stranieri, che non avranno più nè da sperare bottino, nè allori da cogliere; scendano coi torrenti dai monti per sorprendere il nemico nelle tende dove riposa, e distruggere le sue linee; disprezzino finalmente gl'ingiuriosi titoli di briganti ed assassini, che gli saranno dati dai nemici: ed in questo modo riporteranno una certa e compiuta vittoria. Questo sistema applicato all'Italia, e sviluppato in tutti i principali particolari, per quanto meglio a noi sia stato possibile, forma l'oggetto del nostro trattato.
Eccovi dunque Italiani il metodo per guidarvi! La teoria delle vostre operazioni, i precetti della sola guerra che in oggi vi convenga: a voi tocca di mettervi in campo! Sventoli una volta lo stendardo Italiano! Risorga l'europea fenice! Spieghi nuovamente l'aquila del campidoglio le sue ali dal ferro straniero fin oggi a vergogna nostra tarpate! Vendichiamo la nostra bellissima patria da tante sofferte ingiurie, e cada non meno inesorabile, che intiera la nostra vendetta sopra gli autori del suo scorno e delle sue sciagure! che l'impuro sangue dell'abborrito tedesco, a quello della razza degenerata de' nostri tiranni commischiato, ci asterga finalmente dalle contaminazioni, che finora la nostra cara Italia bruttarono! Venga con quest'olocausto dall'oppressione in perpetuo liberata! Col fuoco e col ferro fino all'ultimo de' nostri nemici si distrugga, e facciasi con questa intiera vendetta, qualunque dei gabinetti europei, che avesse intenzione di inturbidare nell'avvenire il nostro riposo, ragionevolmente paventare! I nemici nostri, gli sciocchi e deboli di tutto il mondo, faranno le maraviglie, ci chiameranno ribelli, barbari, assassini, briganti, violatori dei diritti, perchè non verranno da noi tutte le pretese leggi della guerra osservate; noi sorrideremo con disprezzo a queste stolte invettive, e direm loro che barbari, assassini, briganti, e violatori dei diritti erano i sozzi Tedeschi, e tiranni nostrali, che noi abbiamo trucidati o siamo attorno ad esterminare; in fine che il nostro diritto è fondato sulle leggi della natura da loro barbaramente conculcate! Cada, o Italiani, la spada vendicatrice su tutti i delinquenti! Purghisi da quel turpe stuolo d'infami il suolo della nostra bella penisola! Riviva l'antico valore negl'italici petti! Vengano le virtù di Roma nel premiero loro seggio riposte! Si corra tosto armata mano, all'alto, e glorioso acquisto dell'unione, independenza, e libertà della nostra afflitta patria! da che solo ne può essere ingenerato lo splendore, la gloria, e la felicità d'Italia!
DELLA
GUERRA NAZIONALE
D'INSURREZIONE
PER BANDE,
APPLICATA ALL'ITALIA.
CAPITOLO I. IDONEITÀ DELL'ITALIA PENISOLA ALLA GUERRA PER BANDE.
Fra le varie obbiezioni, da coloro che sono alla guerra per bande contrarj, per l'ordinario, ai favorevoli opposte, quando tiensi di quella ragionamento, una delle principali si è che la fisica situazione della penisola, per quel modo di combattere conveniente non sia, perciocchè lunga e stretta l'italica penisolare configurazione facilmente venir potrebbe da' numerosi eserciti stranieri attraversata, i quali le varie insorte parti separando, le potrebbero con vantaggio bloccare, alle loro communicazioni togliere la via, la loro azione infievolire, parzialmente combatterle, ed alla fine annientarle, mentrecchè la tonda superficie della Spagna, con la capitale nel centro, e la sua grande estensione di terreno, da essere d'uno all'altro opposto punto del littorale attraversata, opportunamente la guarentiva; epperciò potere quest'ultima, quella guerra non meno cominciare, che sostenere, alla quale non trovasi l'Italia per la differenza della sua superficie addattata, questi salamistri Barbassori, da pigrizia e timore signoreggiati, tale sentenza con autorevol contegno ne deducono. Ma quanto assurde e prive affatto di fondamento sieno tali obbiezioni, provare nel corso di questo capitolo speriamo, e che precisamente anche più della Spagna trovasi a quel modo di guerreggiare, il nostro territorio idoneo, e solo per ora quella ferma volontà, ferocia, attività, e pertinacia mancare, che dal popolo spagnuolo furono nella guerra dell'independenza in grado eroico manifestate, onde trarre degl'immensi vantaggi profitto, che le nostre montagne ci forniscono, intendiamo di fare ad evidenza conoscere. L'Italia, dice un commendevole autore, in forma di umana gamba con la parte più larga di se verso il settentrione; unita all'Alpi, che dalla Francia e dalla Germania la disgiungono, e difendono; tutta per lo lungo s'immerge nelle acque, bagnata per tre lati dal mare, cioè dall'Adriatico e dal Ionio a levante: dal Tirreno e dal Ligustico a ponente, e a mezzodì dal Ionio e dal Siculo; nel cui stretto sporge l'estremo del piede formato dalla Calabria. A lei dunque serve di fossa il mare, di mura l'Alpi, e di trincee inespugnabili l'Apennino che da un capo all'altro scorrendole sul dorso, la divide per mezzo, e poi verso il fine in due rami si sparte che vanno l'uno ad Otranto e l'altro verso del Faro; la sua lunghezza, presa dal ducato d'Aosta sino a Reggio di Calabria, è poco meno di mille miglia; la larghezza, dalla bocca del Varo sino all'Arza, è di cinque cento; e nel mezzo, cioè intorno a Roma, di cento e cinquanta. L'esser poi ella situata nel mezzo della Zona temperata, tra il quarto e il settimo clima, le fa godere un'aria temperatissima e salubre sotto un clementissimo cielo: dove una superficie alla guerra per bande più addattata, puossi per avventura rinvenire? Qual riquisito, se non la volontà degli abitanti, a sì favorevole situazione sarà mai per mancare? Come puossi un sito così montuoso, pieno di fiumi, di valli, e di foreste, come disadatto per le bande, avere in conto? Non v'ha dubbio che i numerosissimi fiumi da' quali ad ogni passo ed in ogni verso trovasi quella superficie tagliata, e gl'infiniti secondari che nel Tevere, nel Pò, nell'Arno, nell'Adige, nel Ticino, nel Mincio, etc. dai monti scorrono ed a quelli congiungonsi, per quindi le loro acque nel Tirreno ed Adriatico maestosamente sboccare, mille bizzarre sinuosità descrivendo, ed in tante differenti guise rivolgendosi; grande e convenevol agio, tenendosi in mezzo alle operazioni della guerra leggiera, non possano giornalmente arrecare; che per le tante valli, dalle circostanti cordigliere delle Alpi, dalle Marittime, Cozie, Graie, Rezie, Leponzie, Carniche o Giulie, Liguri e Pennine, fino ai monti del Sannio della Lucania, successivamente formate, non meno che pei moltiplici fertili colli di Monferrato, Euganei, Etruschi, etc., le foreste e selve di Piemonte fino a quelle dell'Apuglia, le risaie, paludi, stagni, le maremme sanesi, paludi pontine, etc., e molti laghi esistenti, nessuno sarà per negare non sia una simile superficie per sua topografica situazione, più di qualunque altra, alla guerra per bande veramente idonea, del tutto comprovato; coperta questa da fiumi, laghi, foreste, colli, e monti, gli abitanti dei quali sono i soli che dei turtuosi giri, e coperti andirivieni di quei dirupati burroni, di quelle balze alpestri, di greppi inaccessibili in profondissimi precipizi terminanti, delle vaste ed intricate selve, degl'incavati e bassi sentieri da spinosissime macchie coperti, delle incerte traccie onde passare nei profondi, ampi, e neri paduli, chiane, stagni, e lagumi, il segreto posseggono, ed il nemico, che non mai potrà perfettamente conoscerli, saranno sempre capaci di contenere, o distruggere, il quale se da tale intricato laberinto, a molestare le bande colà operanti, segua che puote, si ostina, ne dovrà senza dubbio colla peggio sortire; perciocchè se nell'interno senza ben bene la topografia del paese conoscere, marciando in ordine serrato e compatto s'ingolfa, perirà tanto per la difficoltà del terreno, come per lo pericolo che corre il soldato, se isolatamente si stacca, di trovarsi ad ogni momento dagli abitanti circondato, i quali dalle più erte vette, anche soli massi di pietra precipitandogli addosso, quando sù pei macigni rampicarsi temerariamente si voglia, e coll'urto violento di quelle, di schiacciarlo ai piedi, od alle falde, non mancheranno; ed in secondo luogo quand'anche tutte le difficoltà, con sommo coraggio, perseveranza, ed abilità superando, possa fino ad una sommità per sua buona ventura poggiare, da lungi scorgendolo i difensori, e tosto dispergendosi, per andarsi in altro simile e fors'anche più scosceso luogo riunire, l'agio di guizzarli di mano facilmente ne avranno; di niun effetto la sua spedizione diverrà, ed all'inetta truppa che alla lunga non avrà capacità di resistere, sarà gravissimo danno per arrecare. Poichè l'Appennino che per tutta la superficie della penisola si estende, tali e tante convenientissime situazioni ci presenta; non potrà dunque un esercito straniero, collocato in linee traversali, le varie insorte parti d'Italia, in nessun modo dividere, e siccome non puossi con un cordone di truppe, una catena prolungata di monti circondare, nè come abbiam detto, in quelle ingolfarsi senza la certezza di