Natalìa ed altri racconti. Enrico Castelnuovo

Natalìa ed altri racconti - Enrico Castelnuovo


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non conteneva forse una confessione?

      — Esci! — ella intimò, di nessuna cosa tanto sollecita come di por termine a questo colloquio che pure ella stessa aveva voluto.

      Egli non capiva, credeva che sua nipote sospettasse ancora, e biascicava sbigottito, confuso: — Ti giuro che non è mia figlia.... Te ne darò le prove.

      — E chi te le domanda? — ella replicò impetuosamente, moderando a fatica gli scatti della sua voce. — Sei tu, con la tua fantasia corrotta e viziosa, che mi attribuisci idee dalle quali rifuggo.... Non è tua figlia, nulla vieta che sia la tua amante; ecco ciò che tu intendi.... E non ti pare che basti perch'io ti scacci?

      — Ma ascolta.... ma non precipitare i tuoi giudizi.... Tu supponi quello che non è....

      Lidia seguitò beffarda: — Era un braccialetto che le regalavi oggi?

      Landi chinò il capo fulminato. — Chi t'ha detto?

      — Io t'ho visto.... vi ho visti.... Eravate in Piazza, sotto le Procuratìe e speravate passar inosservati! — esclamò Lidia. E ripetè con un gesto imperioso: — Esci!

      Il vecchio (tale era adesso veramente all'aspetto) si avviò barcollando. Giunto sulla soglia, si voltò ancora supplichevole, contrito: — Sarai più calma domani, non è vero?

      E poich'ella non apriva bocca, non batteva palpebra, egli riprese: — Non farai mica un colpo di testa?... Non farai nessun passo prima d'avermi consultato?

      — Consultar te! — ella rispose. — Farò quello che la mia dignità mi suggerisce. Vattene!

      — Lidia! Lidia!

      Egli esitava; ella stessa gli aperse l'uscio e stette rigida, immobile finchè non ebbe sentito chiudersi la porta della scala. Allora traversò in punta di piedi la camera da letto debolmente rischiarata da un lume appeso al soffitto e ove Valentina dormiva tranquilla, entrò nel gabinetto da toilette, e tuffò nella catinella il viso e le mani e s'asperse d'acqua di Colonia per liberarsi dall'acre profumo di muschio, dal profumo ignobile di cocotte che Landi aveva portato con sè e aveva comunicato a lei. Indi, tornata nel salottino, spalancò la finestra, s'affacciò al davanzale, aspirò a pieni polmoni l'aria della notte. Ahi, non era quella l'aria pura ond'ell'aveva bisogno. Una donna come Natalìa era più che sufficiente ad appestare un'intera città. Che femmina, Dio, che femmina!

      No, Lidia non poteva rimanere un giorno di più nella città in cui Natalìa abitava, non poteva rimanere nella famiglia su cui Natalìa esercitava le sue perfide arti di seduzione. Sarebbe partita la mattina con la sua figliuola, per il suo Garda, per la villa ove i suoi genitori invecchiavano soli.

      Sì, sarebbe partita.... ma prima....

      Aperse la scrivania, prese un foglietto di carta e vi tracciò alcune linee con mano convulsa.

      “Signore. — La lettera che le inchiudo non era destinata nè a Lei nè a me; però quand'Ella vedrà da chi fu scritta ed a chi, si persuaderà che abbiamo, Ella ed io, il diritto di conoscerla.... „

      Qui s'arrestò, incapace di continuare. Aveva ella misurato le conseguenze dell'opera propria? Era certa che quelle conseguenze sarebbero ricadute soltanto sulla moglie infedele? Se Morini, in uno di quei lampi d'energia cieca e selvaggia con cui i deboli credono riscattare l'abituale pusillanimità, se Morini avesse provocato Carlo? Se si fossero battuti? Se Carlo fosse rimasto ferito, se fosse rimasto ucciso?...

      E nell'ipotesi opposta, se il marito pacifico e imbelle si fosse contentato di scrollar le spalle? Se si fosse quetato alle carezze, alle lusinghe della sua Messalina? O peggio ancora, se la lettera non gli fosse neppur pervenuta, intercettata chi sa con quali sotterfugi da Natalìa?

      Così la denunzia sarebbe stata o fatale o ridicola; ignobile sempre.

      Ma d'altra parte, doveva Lidia lasciar trionfare impunemente i colpevoli? Non far del male a chi ne faceva tanto a lei?

      No, i suoi scrupoli erano vani e puerili; checchè avvenisse poi, ell'avrebbe compiuto la sua vendetta. E in questo caso vendetta voleva dire giustizia.

      Riafferrò la penna; alla rivelazione documentata dal biglietto di Natalìa meditò di aggiungerne una seconda, quella della tresca con Ernesto Landi, pregustò la gioia feroce di armare il nipote contro lo zio, lo zio e il nipote contro Natalìa, e Vittorio Morini contro tutti e tre.

      Senonchè, sul punto di riprender la lettera interrotta, la nube di fuoco che le abbarbagliava gli occhi si sciolse; una forza occulta le paralizzò di nuovo la mano; la sbigottì di nuovo il pensiero delle rovine e delle vergogne che potevano derivare da un suo passo imprudente.

      Tre volte sedette al tavolino, tre volte si alzò scoraggiata; indi, come chi abbia molte faccende da sbrigare e lasci per ultimo la più molesta, disse: — Scriverò domattina, — e s'accinse intanto a preparare il suo piccolo bagaglio.

      Andava, veniva con passo svelto e leggero da una stanza all'altra, apriva i cassettoni fragranti di spigo e gli armadi da lei tenuti in ordine con la intelligente sollecitudine di buona massaia, stendeva la mano sicura agli oggetti di biancheria e di vestiario che voleva portar seco e che sarebbero bastati a lei e a Valentina per un paio di settimane. Avrebbe ordinato a suo tempo che le spedissero il rimanente.

      Poich'ella non considerava il ritorno che come un'eventualità molto dubbia e lontana. Troppo l'avevano offesa. Troppe bassezze ella vedeva intorno a sè.

      Ah, il grido del cuore che l'avrebbe richiamata, perdonante ed amante, alla casa maritale, quel grido ella non se l'aspettava da Carlo. Orgoglioso, freddo, positivo qual era, egli non si sarebbe piegato a chieder mercè del suo fallo, avrebbe difeso la sua causa con artifizi di leguleio, avrebbe invocato l'aiuto dei suoceri per sopire uno scandalo nocivo alla riputazione della famiglia, avrebbe versato fiumi d'eloquenza per dimostrare la necessità di non funestar Valentina con lo spettacolo di questo dissidio domestico.... Ipocrita, ipocrita! Quasi non fosse lui che lo creava il dissidio!

      Ma ell'avrebbe resistito.... oh, si sarebbero persuasi ch'ella non era una donna debole.... avrebbe opposto alle minaccie ed alle lusinghe la coscienza del suo buon diritto, le sue ragioni sacrosante di moglie e di madre.... Possibile che i Tribunali (se i Tribunali dovevano immischiarsene) si pronunziassero contro di lei? Possibile che i suoi genitori le dessero torto?

      Poveri vecchi! Non così, non così essi desideravano la visita della loro figliuola. Nell'età in cui la pace è bene supremo ella irrompeva come un turbine nella loro quieta esistenza. Eppure, che altro rifugio poteva ella cercare?

      Erano le due dopo mezzanotte; mancavano circa sette ore alla corsa, e Lidia pensò di sdraiarsi sul letto non per attendere il sonno che non sarebbe venuto, ma per dare un po' di riposo alle membra prima di mettersi in viaggio. Non si cacciò nemmeno sotto le coperte, si coricò mezzo vestita, ravvolta in uno sciallo. Dal letticciuolo vicino saliva a lei il respiro lieve di Valentina, salivano dalla strada suoni di passi e di voci; un ubbriaco che doveva esser fermo sul ponte urlava di quando in quando Ah l'amore, l'amoreÈ UN DARDO; alla luce fioca e tremolante della lampada i mobili e le tappezzerie pigliavano forme strane e confuse. A momenti ella credeva di sognare, di aver sognato, e se ne stava con occhi sbarrati, con orecchi intenti verso quelle immagini e quei rumori di cui non sapeva se fossero veri o se vivessero soltanto nella sua fantasia. Ma presto si ridestava in lei la coscienza della realtà, e, come se mille punte le si configgessero a un tratto nel cuore, ella riprovava le angosce dell'amore deluso, le smanie della gelosia, gli stimoli della vendetta, lo sgomento dell'incerto avvenire. E riandava il passato quando in quella camera, la sua camera nuziale, ell'era entrata giovine sposa, e Valentina non c'era, e Carlo dormiva al suo fianco. Rammentava il tempo in cui Valentina doveva arrivare, attesa con tanta ansietà, il tempo in cui era arrivata, accolta con tanto giubilo. Ora tutto era finito; mai più forse sarebbe entrata in quella camera, mai più avrebbe posato in quel letto.

      Alle cinque Lidia era in piedi, e non tardò molto a chiamare la cameriera.

      — Vado a San Vigilio con Valentina, — ella disse.

      L'Erminia fece un gesto di maraviglia.... — Parte....


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