L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria. Cesare Lombroso
165,10
Fig. 2
Ma lo studio più esauriente sull'influenza sopra le varie specie di reati, in Italia, delle ore di lavoro necessarie per ottenere l'equivalente di 1 kg. di frumento o di pane con che si conglobano i prezzi degli alimenti con le variazioni dei salari ci vien rivelato dall'opera poderosa ed esauriente del Fornasari di Verce (La criminalità e le vicende economiche in Italia, 1895), dalle cui cifre esposte nella Tav. I e riassunte nella Fig. 2, emerge:
1º Tutti i reati contro la proprietà, ad eccezione degli incendi e danni e in parte delle grassazioni, specie con omicidio, seguono parallelamente e con molta fedeltà (quando fattori interferenti troppo potenti non intervengano), la curva delle ore di lavoro necessarie agli operai per procurarsi l'equivalente di un quintale di farina o di pane; i furti aumentano infatti da 137 a 153 durante il periodo 1875-77 coll'aumentare delle ore di lavoro ecc. e diminuirono da 184 a 111 nel periodo 1879-88 col loro diminuire.
Nessuna influenza ne sentono i reati contro il commercio, i falsi, ecc.
Nei reati, invece, contro le persone, pei quali il fattore principale è il vino, i prezzi degli alimenti e le variazioni nei salari agiscono soltanto in via indiretta, nel senso che scemando quelli e crescendo questi, l'operaio viene ad avere una maggior potenzialità di acquisto e di consumo di alcoolici, come vidimo per la Prussia (v. s.). Più particolareggiando troviamo che gli omicidi semplici diminuiscono, salvo nel 1884, parallelamente al costo del pane (ossia colle ore ecc.), dando almeno il 2º massimo (5,87) dove c'è il massimo del costo del pane nel 1880, e cifre sempre più basse negli anni successivi in cui questo sempre più cala.
Le ferite e percosse seguono invece una linea affatto saltuaria e indifferente dando il massimo nel 1888 e il minimo nel 1885, mentre minima in quegli anni è la differenza nel costo del pane, influendovi invece dunque certo assai il vino.
2º Quanto ai reati contro il buon costume essi crescono mano a mano che diminuiscono le ore di lavoro; così dal 1881 al 1888, in cui le ore di lavoro scemano da 122 a 92 essi crescono da 3,11 a 5,25.
3º I reati contro la sicurezza dello stato, come quelli contro la pubblica amministrazione, la pubblica tranquillità, ecc. non risentono che pochissimo quest'influenza.
Per le ribellioni e violenze a pubblici ufficiali vale l'osservazione fatta a proposito dei reati contro le persone[55].
Per il Regno Unito della Gran Brettagna e l'Irlanda le statistiche di 50 anni che Fornasari di Verce mi ha riassunto per quest'opera danno analoghi rapporti tra i reati e le variazioni del prezzo del grano cioè:
1º I crimini contro la proprietà senza violenza rincarando il grano più spesso aumentano, come nel periodo 1845-47, da 19.510 a 29.571, vi sono però eccezioni (nel periodo 1870-73, in cui malgrado l'aumento del grano, i delitti diminuiscono; ribassando di prezzo quasi sempre diminuiscono, come nel periodo 1847-52, in cui il pane diminuisce da 50 a 40 e i delitti da 23.910 a 21.306 e nel 1857-58 in cui diminuisce da 23.917 a 20.619.
2º I crimini contro la proprietà con violenza sono indifferenti al buon mercato. Infatti diminuiscono nel periodo 1842-45 e nel 1862-68 colla diminuzione del prezzo del frumento, ma aumentano nel periodo 1881-86 malgrado il buon mercato; però quando rincara il grano più spesso aumentano, come nel periodo 1845-47 da 1491 a 1732 e nel 1867-68 da 1940 a 2253.
3º I crimini contro la proprietà con distruzione dolosa non sono in relazione chiara con le variazioni nel costo del grano, infatti, diminuiscono durante i periodi 1842-45 e 1883-84 che segnano un ribasso nel prezzo: ma poi malgrado il ribasso aumentano nei periodi 1852-55 e 1862-63.
4º I crimini di falso e contro la circolazione monetaria non ne sono influenzati. Infatti durante la diminuzione costante del prezzo del grano nei periodi 1842-45, 1848-52, 1884-88 segnano volta a volta aumenti e diminuzioni.
5º I crimini contro le persone, gli altri crimini, i reati giudicati sommariamente, sono indifferenti[56]. Anche per la Nuova Galles del Sud che ci dà l'idea dell'Europa da qui a cento anni secondo le ricerche di Fornasari (V. Fig. 3) si hanno analoghe conclusioni:
Fig. 3.
Incerta o nulla vi è l'influenza dei prezzi alimentari sugli assassinii. Infatti uno dei massimi di consumo del frumento (nel 1888, 7, 6), corrisponde al massimo di assassini, 31, mentre non corrispondono al loro minimo i due minimi del consumo nè le cifre intermedie.
Sugli omicidi poi la influenza esiste ma invertita, tanto che il massimo del consumo, 7,8 (1887), corrisponde al minimo di omicidi, 7 ed il minimo di consumo, 5,5 (1891), al massimo di omicidi, 25. Nulla anch'essa o incerta è l'influenza sulle ferite il cui massimo 102 (1886) e minimo 61 (1884) non corrispondono affatto al massimo e minimo consumo di frumento.
Negli stupri il massimo 41 (1886) corrisponde a uno dei medii 6,1, e il minimo di stupri 7 (1887) corrisponde al massimo di consumo.
Più spiccata è invece l'influenza nel furto: infatti si vede mano a mano diminuire o aumentare il furto coll'aumentare o diminuire del consumo del frumento; non però proporzionalmente: così p. es. nel 1883-84-85 abbiamo un aumento graduale nel consumo del frumento—6,0-6,8-7,0—a cui corrisponde una graduale diminuzione di delitti, cioè 714-583-566, e così nel 1888-89-90 abbiamo un salto nei consumi, 7,6-5,9-7,2, cui corrisponde un altro nei furti—529-608-512—(Vedi Fig. 3).
La carestia deprime gli stimoli sessuali, l'abbondanza li eccita, e mentre nella prima i bisogni alimentari insoddisfatti spingono al furto, nell'abbondanza essendo meno vivi dissuadono dal crimine.
Le stesse ragioni troveremo per la scarsità del lavoro, o per l'assottigliamento delle mercedi. Si è notato che le donne ed i domestici sono più spinti degli altri al delitto dal caro dei viveri, forse perchè più degli altri ne risentono gli effetti, e gli ultimi perchè coll'abitudine