L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia, alla giurisprudenza ed alla psichiatria. Cesare Lombroso

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      (Coghlan, The wealt and progress etc., Sydney, 1893) con scala inversa dell'omicidio.

      E così spiegasi quanto nota giustamente il Colaianni (Arch. di Psich., VII), come dal 1861 al 1870 e probabilmente anche dal 1880 in Francia, il numero dei delitti gravi provocati dall'alcoolismo, dal 7% e dall'11% che erano nel periodo 1826-40 calò nel periodo 1861-80 al 5% e al 3%.—L'alcoolismo sussiste dunque e anche aumenta ma insieme aumenta la forza di inibizione che dà la civiltà, e per questa causa calano alcuni delitti; senza dire che nei paesi del Nord, predomina anche l'influenza climatica che se aumenta il bisogno dell'alcool, diminuisce però l'impulsività e quindi gli omicidi.

      8. Ribellioni politiche.—L'alcoolismo è un fattore potente nelle rivolte. Questo non isfuggì ai capi delle rivolte, che spesso cercarono di giovarsene per le loro mire: ed è così che nell'Argentina, Don Giovanni Manuel, alcoolista egli stesso, trovava un efficace aiuto alla sua politica nelle esplosioni del furore popolare, dovuto all'abuso degli alcoolici e che a Buenos-Ayres questi furono armi politiche in mano di Quiroga, di Francia, di Artigas e dei suoi feroci satelliti, non pochi dei quali, come Blacito e Ortoguez, erano essi stessi in preda al Delirium tremens (Ramos-Mejia)[74].

      È incredibile l'abuso degli alcoolici che si fece p. e. a Buenos-Ayres nel 1839: in quell'anno si consumarono, oltre a centinaia di botti d'acquavite, 3836 frasqueras di ginepro, 262 botti e 2182 damigiane della stessa bevanda, oltre 2246 botti di vino, 246 barili di birra ed altri di cognac e di Oporto (Id.).

      Durante la Rivoluzione francese fu l'alcoolismo che attizzò gli istinti sanguinari della plebe e dei rappresentanti del Governo rivoluzionario; fra questi ricordiamo Monastier che, ubbriaco, faceva ghigliottinare Lassalles, e all'indomani non si ricordava più dell'ordine dato; gli inviati nella Vandea che vuotarono, in tre mesi, 1974 bottiglie, e che contavano nel loro seno Rossignol, un operaio orefice, divenuto generale in capo, tutta la vita dedito alle crapule, e Vacheron che violava le donne e le fucilava allorchè si rifiutavano alle sue libidini accese dall'alcool.

      La Francia gode, tuttora, un triste primato nel consumo dell'alcool: secondo il Rochard[75] la produzione dell'alcool in Francia, che nel 1788 si calcolava a 369,000 ettol. nel 1850 saliva a 891,500 e nel 1881 a 1,821,287 ettol.—È naturale, pertanto che essa più ne risenta gli effetti nel campo politico, e che, come disse il Caro[76], l'assenzio faccia degli oratori e dei politici a Parigi, come l'oppio crea in China ed in India gli estatici.

      Fu affermato che anche nel colpo di Stato del 2 dicembre si siano usate enormi distribuzioni di vino alle truppe: certamente l'alcoolismo, come non era stato prima estraneo ai moti del 1846 (fra i cui capi, secondo l'attestazione del Chenu[77], si notavano due beoni, Caussidière e Grandmesnil), ripullulò colla Comune, per la grande quantità d'alcool che si trovava nella città assediata e quindi alla portata di coloro che vi erano rinchiusi.

      Despine[78] nota, a questo proposito, che la dipsomania reclutò il maggior numero dei soldati della Comune, attrattivi per soddisfare le tristi passioni colla paga e col saccheggio: e che l'alcoolismo rendeva sprezzanti del pericolo, e non curanti delle ferite.

      Il generale comunardo Cluseret, stesso, non ne fa mistero nelle sue Memorie.—«Mai, come a quel tempo, egli scrive, i vinai possono vantare d'aver fatto quattrini». Egli stesso dovette spesso arrestare dei capi di battaglione briachi, non soltanto dalla sera alla mattina, ma ben anco... dalla mattina alla sera.

      «Quando le cose volgevano a male per gli insorti assediati; quando i Versagliesi minacciavano da vicino il forte d'Issy, che cosa facevano i difensori? Le taverne e le bettolaccie di quella borgata rigurgitavano di avventori rimbamboliti dall'ubbriachezza. Dentro Asnières, e proprio alla vigilia della sua capitolazione, la guardia nazionale, seguendo la sua lodevole consuetudine, fumava, dormiva, mangiava e beveva».

      Laborde cita due veri dipsomani fra i principali comunardi: L... irascibile e vano, condannato più volte per violenze ed oltraggi, e già sospetto d'alienazione; R... membro della Corte marziale e alcoolista, con antecedenze ereditarie; e insieme Genton, già falegname, che presiedette la stessa Corte allorchè giudicò gli ostaggi, rozzo colla fisionomia brutale del beone; Dardelle, governatore militare delle Tuileries, la cui voce era roca per l'alcool, e Protot, delegato al Ministero della giustizia, che del gabinetto del guardasigilli aveva fatto una bettola.

      Eguali cause, eguali effetti:—non è guari, l'anniversario della Comune segnava, in una regione del Belgio, il principio di un movimento anarchico, con lontane parvenze politiche, che distruggeva col saccheggio e coll'incendio quelle grandiose fabbriche di vetri, da cui parecchie migliaia di operai ritraevano il sostentamento. Orbene: da calcoli fatti risultò che appunto quella regione partecipò più largamente all'enorme consumo dell'alcool fatto nel Belgio in quell'anno (1884), accertato dalle cifre ufficiali in 500 mila ettolitri, ma probabilmente superiore ai 600 mila ettolitri, cifra che corrisponde al consumo dell'alcool in Italia, che ha una popolazione cinque volte maggiore.

      9. L'alcoolismo nell'evoluzione.—Nell'Homme de génie ho dimostrato che una piccola quota di genii e dei loro genitori è alcoolista (Baethoven, Byron, Avicenna, Alessandro Murger), ma questa, più che causa, può dirsi triste complicazione e concomitanza del genio, la cui vasta ed eccitabile corteccia abbisogna di sempre nuovi eccitanti. E fatto parallelo a quello dei popoli che, quanto più civili, specialmente se nordici, più sono preda dell'alcoolismo: che, anche qui, però, non è causa, ma complicazione sventuratamente necessaria della maggiore eccitabilità corticale.

      10. Tabacco.—Secondo Venturi i delinquenti offrono il maggior numero di fiutatori di tabacco non solo in confronto de' sani, ma anche de' pazzi stessi (delinquenti 45,80%; pazzi 25,88%; sani 14,32%); e tra i delinquenti le proporzioni crescono tra sanguinari (48%) e assassini rispetto a briganti ladri e falsari (43%).

      Tanto nei criminali come ne' pazzi tale uso si inizia—al contrario de' sani—sin nella gioventù; ma mentre nei pazzi esso aumenta nel manicomio—invece nei deliquenti tale uso è antecedente alla detenzione nè viene accresciuto da essa.

      Le prostitute di Verona e Capua pigliano tabacco quasi tutte e quelle che non tabaccano fumano[79].

      Marambat[80] ha stabilito che la passione del fanciullo per il tabacco lo trascina alla pigrizia, all'ubbriachezza e poi al delitto. Su 603 fanciulli da 8 a 15 anni, 51% avevano le abitudini del tabacco prima della loro detenzione; su 103 giovani dai 16 ai 20 anni questa proporzione è dell'84%; su 850 individui maturi il 78% avevano contratto quest'abitudine prima dei 20 anni. Di questi ultimi—516—individui il 57% entrava in prigione per la prima volta prima di raggiungere i 20 anni, mentre tra gli individui che non avevano mai usato tabacco questa proporzione è solo del 17%. La proporzione degli abituati al tabacco tra gli imputati di vagabondaggio, mendicità, ladroneggio, truffa, ecc. è dell'89%.

      Tra gli ubbriachi condannati gli individui dediti al tabacco danno il 74%, mentre gli altri il 43%. E tra i fumatori il numero dei recidivi è 79%—mentre fra quelli che non fanno uso del tabacco è dell'55%. I detenuti sobri che non usano tabacco dànno recidive nel 18%, mentre gli altri, quantunque pure sobri, forniscono il 62%.

      È evidente dunque che vi è un rapporto eziologico tra il tabacco ed il delitto, che perfettamente collima con quello dell'alcoolismo; perocchè è un fatto curioso che nei paesi dove è massimo il consumo del tabacco[81] si ha il minimo della criminalità. Contraddizione frequente in tutte queste ricerche, ma che presto si elide, perchè i fatti restano sempre, anche quando pare si contraddicono ricordando come già per l'alcoolismo che queste sostanze eccitanti del sistema nervoso sono più frequentemente abusate nei popoli quanto più civili.

      11. Canapa.—Lo Stanley, or ora, in Africa trovò una specie di banditi detti Ruga-Ruga, che erano i soli indigeni che abusassero della canapa; secondo le tradizioni dell'Uganda il delitto apparve nei figli di Kinto dopo che adottarono la birra (Stanley).

      12. Morfina.—A queste intossicazioni si potrebbero aggiungere una quantità di altre. L'Hamook è un'ebbrezza da oppio che spinge i Malesi all'omicidio; l'oppiofago chinese è apatico e insieme impulsivo, omicida, suicida. Parecchie truffatrici ladre mostrano una isteria mischiata a morfinomania,


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