L'idolo. Gerolamo 1854-1910 Rovetta

L'idolo - Gerolamo 1854-1910 Rovetta


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Mari se ne intende moltissim! Dei varii sport? (movimento di curiosità). È una vera competenza! Un'erudizione speciale!... Certi suoi confronti coi Greci e coi Romani, e con le nostre corse del giorno d'oggi, sono interessantissimi e curiosissimi! Le bighe, per esempio, erano nè più nè meno dei nostri tilbury: e anche nel Longchamp dei Greci, nell'ippodromo, tiravano a sorte ciascuno il suo posto e partivano insieme a un segnale convenuto. Invece l'ippodromo dei Romani era poi il circo, cioè la nostra pista: precisamente! E anche i Romani — tal e quale — avevano per l'appunto i loro bravi... — aspetta un moment (pausa, poi:) gli editores ludi! — benissim! Nè più nè meno della nostra Società delle corse! E anche le scommesse! Ma, allora — grazie tante! — come le prendevano sul serio! Sotto Giustiniano, per esempio.... (si ferma interdetto, per timore di Guido Bardi che alza il capo e sta a sentire) o sotto un Costantino.... (stizzito) Già l'uno o l'altro, non importa, è il fatto storico che preme! (Tossisce, si rischiara la voce: con impeto quasi aggressivo contro il Bardi) E questo è positivissimo!.. I varii partiti — che si chiamavano le fazioni — invece di scommettere, tranquillamente, per Sansonetto o per Drusilla, si appassionavano al punto da far degenerare la discussione in una guerra punica ferocissima, che durava persino due o tre giorni, con venti e magari trentamila morti!... (Una risata, un saltetto e una fregatina di mani) Altro che totalizzatore!

      Il Bardi e il Sebastiani continuano a leggere, sogghignando per quella erudizione da dizionario; ma, intanto, perdono terreno: i soci del club s'interessano allo sport dei Greci e dei Romani, ed anche a Giordano Mari; essi fanno parecchie altre domande sul conto degli editores ludi ed anche sui meriti della contessa Pianelli, delle corse degli auriga nel circo e delle avventure amorose del conferenziere a Padova; e così il piccolo Barbarani trionfa col suo grand'uomo, a dispetto del poeta e del commediografo.

      — Benissim! Son proprio content.

      Ed anche un'ora dopo, sempre al club, ma nella sala da pranzo, egli continua a raccontare, a sdottoreggiare ed a sfiatarsi, sempre a proposito del suo illustre amico di passaggio.

      Il nobile Barbarani, potentissimo come presidente del Circolo artistico-letterario, anche al club gode di una certa considerazione come direttore di mensa.

      Quel giorno, al pranzo delle sette, c'è poca gente; mancano pure Guido Bardi e Nino Sebastiani, che quasi sempre, del resto, pranzano in famiglia; e il nobile Barbarani, fattosi più sicuro anche per questa assenza, è sul punto di arrischiare il gran colpo coi fedeli commensali, immersi, beatamente, nel tepido profumo del consumè, annunziar loro, cioè, che per l'indomani egli ha invitato a pranzo, proprio al club, e proprio lui, il grande Giordano Mari! (Tossisce, si rischiara la voce più che mai arrochita e incomincia).

      — Dunque, domani... — benissim! — sarà una conversazione veramente piacevoliss... (ma il resto gli rimane in gola: entra nella sala per mettersi a tavola l'architetto Carlo Borghetti, sempre in ritardo al pranzo delle sette, perchè arriva alle sette e un quarto da Pontida: linea di Lecco-Bergamo-Milano).

      Carlo Borghetti.

      Il nobile Barbarani.

      I soliti commensali.

      Il maggiordomo e un cameriere in frak: servitori in livrea.

      Fuori, il rumore del tram, quando passa; dentro, l'odorino del consumè.

      Carlo Borghetti (spettinato, accigliato, la faccia sudata e stanca, saluta col capo a destra e a sinistra, mentre il servitore di dietro gli spinge la seggiola: appena seduto, sorbisce in fretta due o tre cucchiaiate di brodo: disgustato).

      — Porta via.

      Un servitore gli porta via subito il consumè: il cameriere gli versa da bere.

      Il nobile Barbarani (con grande cautela, senza nemmen guardare Carlo Borghetti, quasi avesse timore di toccarlo soltanto cogli occhi) Dunque, certissimo, non è vero?... Stasera sarai anche tu, di casa Dionisy?

      Carlo Borghetti (fissandolo bieco) In casa Dionisy? Stasera?

      — Venceslao festeggia il venticinquesimo anniversario della prima rappresentazione dell'Aida. Tutto un concerto verdiano, interessantissim. (Tossisce: poi in falsetto, per tastare il terreno e preparare l'altra notizia dell'invito a pranzo) Io vi condurrò anche Giordano Mari, una persona proprio simpatici.... simpatichissima!

      Carlo Borghetti (in collera, strapazza il maggiordomo perchè non trova il «menu»: poi pianta un palmo di muso).

      Il Barbarani perde coraggio.

      Uno dei commensali lontano (dopo un momento di silenzio) Un concerto? Con questo caldo? Non è finita la stagione dei concerti? (Ancora silenzio: rumorìo tranquillo, moderato, composto di piatti e di posate: i servitori camminano in punta di piedi...)

      Un altro commensale. L'Aida! (col lungo sospiro dell'abbonato) Bei tempi per la Scala! La prima dell'Aida, la prima dell'Otello....

      Il Barbarani (scattando sulla seggiola) Mai più! (Riscaldandosi) L'Aida del Verdi è stata scritta, nientemeno, per commissione del vicerè d'Egitto, col premio di centocinquantamila lire e rappresentata al Cairo con grande sfarzo nel 1871. Dunque settant'uno e venticinque...

      I due commensali insieme. Novantasei!...

      Barbarani (a Carlo Borghetti con un filo di voce e di speranza) Domani, per esempio, tu sei capacissimo di ritornare ancora a Pontida e di fermarti, magari, tutta una settimana?

      Carlo Borghetti (sempre ingrugnito) No; per ora non mi muovo più da Milano. (Beve di colpo tutto il bicchiere di vino che ha dinanzi: il cameriere gliene versa dell'altro).

      Barbarani. Come? Come? Come? Bevi durante il pasto? E bevi vino?... Che cosa vuol dire quest'infrazione alle regole, al metodo di cura?

      Carlo Borghetti. Vuol dire che ho sete.

      Barbarani (punto leggermente) Benissim: son proprio content della bella notizia.

      Carlo Borghetti (che non ha sete, ma beve per stordirsi, e per calmare il suo dispetto contro la signorina Emma, e la sua rabbia contro Giordano Mari: sforzandosi, volendo rimediare alla sgarbatezza) Sono stato molto al sole; tutto il giorno al sole.

      Il commensale più lontano (mangiando) Proseguono... alacremente... i lavori... a Pontida?

      Carlo Borghetti (non risponde: non risponde mai alle domande che gli fanno al club a proposito de' suoi lavori. Invece brontola e si arrabbia di nuovo contro una fetta di «rosbiffe» che non vuol cedere).

      Barbarani (con uno sguardo obliquo all'architetto e a quel «rosbiffe», che minaccia di offuscare i suoi meriti di direttore di mensa) Forse non hai scelto... bene. (Chiamando il cameriere perchè gli riporti il piatto) Giorgio!...

      Borghetti (con stizza: butta sul tondo coltello e forchetta) Porta via (E vuota tutto d'un fiato il terzo bicchier di vino).

      Il nobile Barbarani (con sollecitudine paterna) Oh! Oh! Oh!... Non ci sei abituato!... Non bevi mai per la dilatazione di stomaco.... Oh! Oh! Oh!... Adagio!... È Gattinara vecchio!

      Carlo Borghetti (con le guance che gli son diventate subito rosse per quel terzo bicchiere: prorompendo in una sghignazzata) E Gattamelata?... Come sta il tuo Gattamelata?

      Barbarani (stupito, inquieto, senza capire) Gatta?.. melata?...

       Borghetti. Già: il grand'uomo patavino! Stasera, dunque, te lo porti in trionfo, da mia zia?

      Barbarani (contento dello scherzo: sperando nella combinazione del pranzo per il giorno dopo) Ah! benissim! Giordano Mari?... Desidera vivissimamente di fare la tua bellissima conoscenza! Ha per te un'ammirazione addirittura straordinaria? Naturalissima, del resto: due persone di vero talento; due competenze reciprocamente simpati.... simpatichissime!

      Carlo Borghetti


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