La novellaja fiorentina. Vittorio Imbriani

La novellaja fiorentina - Vittorio Imbriani


Скачать книгу
href="#ulink_51e91a4e-6c68-5b6a-88df-75133716f58d">[10] Gran sfarzo e più giù non stette. Da Dante al Berchet, dal Boccaccio al Manzoni,

      Avess'io tanti gigliati

       Nella vuota mia scarsella

      quante volte i migliori scrittori han trascurato di metter l'aumento eufonico innanzi alla s impura preceduta da consonante, senza un riguardo al mondo per le nostre povere orecchie. Quest'urto disaggradevole di consonanti s'incontra nientemeno che in dugensettantatrè versi del solo Orlando innamorato del Bernia. Toscani, Lombardi, Meridionali hanno gareggiato nel trasgredir quella regola, che pure è fondata nell'indole stessa della lingua nostra. Già, anche il giusto incespica sette volte il giorno, e qui c'è l'esempio e la scusa dello abuso popolare. Ecco un gruzzoletto d'esempli autorevoli, da non imitarsi. Dante (Convito). Sue beltà piovon fiammelle di foco animate d'un spirito gentile. Bandello (Nov. XV). Tenendo il caso troppo vituperoso e il scorno grande. Marino (Adone, XIV, 95). Tosto, per porlo in su la tesa corda, E commetterlo all'aure, un strale ei prese. Stigliani (Mondo nuovo). Ell'era in somma in tutti i membri belli, Misurata ed egual non altrimenti, Ch'esser soglion le statue in fôro o in scena. Ecc. ecc. ecc.

      ......nation du hasard,

      Sans tige, sans passé, sans histoire et sans art.

      (Victor Hugo).

      Bandello, parte I, novella XXV.—«Il giovine che bevuto non aveva, sapendo la virtù del vino, come vide questo, prese il corpo del fratello, e in luogo di quello v'appiccò uno degli otri e a casa se ne tornò tutto lieto; ma prima che si partisse agli addormentati guardiani la barba dal canto destro tagliò.»—Tutto l'episodio del convito dato da molti giovani ad altrettante ragazze che li alloppiano e derubano o sfregiano, più o men variato si ritrova appo il Pitrè (Op. cit.) ne' racconti intitolati Li tridici sbannuti (Palermo); Li dui figliastri (Casteltermini); Li Batioti (Cianciana); Soru Sosizzèdda (Vicari), Ecco il feroce scherzo che la protagonista fa a' mariuoli nel primo:—«S'assittaru a tavula e cuminciaru a manciari. 'Nta lu megghiu nisceru la buttigghina e l'alluppiaru a tutti: e ddocu chi vidistivu! cuminciaru a 'bbuccari. La picciotta, comu li vitti accussì, cci tagghia a cui lu nasu, a cui lu labbru, a cui lu jìditu: li fici stari 'na piatà. 'Un cuntenta di chistu, li so cumpagni si pigghiaru tutti cosi e si nni jeru. Jamu a li sbannuti. Quannu si sbriacaru, cuminciaru a dirisi: Chi si' curiusu! ti manca lu nasu!E a tia lu labbru!E a tia lu jìditu!—E ddocu cunsiddirati la rabbia.»—

       Indice

      IL MONDO SOTTOTERRA.[1]


Скачать книгу