La novellaja fiorentina. Vittorio Imbriani
raccoglier tesori in cima al monte per conto del Levantino. Così tre volte. Alla quarta lo stregone gli dice:—«Quel che piglierai è tuo.»—Lo rimanda lassù e poi fa sparire lo aligero destriero ed abbandona il meschinello sul cacume.
VI.
L'UCCELLINO CHE PARLA[1]
C'era una volta un Re. Non si sa per qual caso proibì che la sera non si sortisse[2], pena la testa; nessuno, indispensabilmente, sennò tagliata la testa. Alle ventitrè tutti avevan preparata la sua roba in casa per la sera non sortire. Il coco qui di cucina, ch'era giusto d'estate che sudava stando al foco, quando ebbe finito il suo impiego:—«Cheh! o ch'io moja che m'ammazzi Sua Maestà, o ch'io moja ch'io mi sento affogare, io vo' andar fori!»—E va fori, e si mette alle sponde d'Arno, come sarebbe su' nostri ponti, lì a prendere il fresco. In mentre gli è lì a prendere il fresco, sente delle voci che dicono:—«Oh, se Sua Maestà mi desse per moglie al suo scudiero, quanto sarebbon meglio le cose!»—Gli eran tre ragazze. L'altra la dice:—«O me, se mi desse al suo maestro di casa, quanto gli andrebbon meglio le cose!»—E la minore:—«Oh, se Sua Maestà mi sposassi, io gli farei tre figli: due maschi ed una femmina. I maschi di latte e sangue e i capelli d'oro; e la femmina di latte e sangue e i capelli d'oro e una stella in fronte.»—Quest'omo, il coco, quando ha sentito, guarda e prende il numero dell'uscio e torna a palazzo e va a letto. La mattina s'alza; e, appena sente che Sua Maestà s'è alzata, chiede di passare di là. Lo fecero passare.—«Maestà,»—dice—«io sono ai vostri piedi. Io ieri sera trasgredii i vostri comandi. Perchè io mi sentiva affogare, io me n'andiedi fori. Mentre io era lì alle sponde a prendere il fresco, sento delle voci. Mi affaccio e vedo. Son tre ragazze (gli eran lì al fiume a lavare) che dicono: Oh se Sua Maestà mi desse per moglie al suo scudiero, vorrebbe vedere le cosa come anderebbero! una di quelle. L'altra dice: Oh lui, se mi desse il suo maestro di casa, o quello sì che le cose andrebbero bene; non anderebbero come le vanno. Una di quelle:—Se Maestà mi sposassi, io gli farei tre figli, due maschi e una femmina. I maschi di latte e sangue co' capelli d'oro; la femmina di latte e sangue co' capelli d'oro e una stella in fronte. Ora»—dice il coco—«son qua per pagare il mio fallo: aspetto la morte.»—«No»—risponde Maestà[3]—«io ti perdono. Ma vai subito in traccia di queste ragazze: e dirgli che le vengan da me in tutte le maniere con suo padre.»—Eccoti quest'omo va alla casa che la sera avea preso l'appunto e picchia[4]. S'affaccia una di quelle ragazze, dice:—«Chi è?»—«Apra»—dice il coco,—«gli ho da dire una cosa.»—«Oh babbo»—dice la ragazza—«c'è uno che mi vuol dire una cosa.»—«Tirate la corda, eh, qualcosa verrà.»—La ragazza tira la corda, il coco vien su. Gli dice il padre:— «Cosa vole?»—a quest'omo.—«Ordine di Sua Maestà, che le sue figlie vengan via con meco nel momento.»—«Verrò ancora io.»—«Venite ancora voi.»—Nel mentre che le si vestivano:—«Ma, ragazze, che iersera andaste fori?»—Gua', c'era ordine di morte e sospettava.—«No, babbo; noi non si sortì.»—Le scendevano una scalina della sua casa e le andavano al fiume: le non erano sortite. Il coco le porta al palazzo e le conduce a Sua Maestà. Maestà gli dice;—«Ditemi, ierisera, alla tal ora, o dov'eri[5] voi?»—Dice:—«Al fiume, a lavare,»—«E cosa parlavate voi ierisera al fiume?»—La maggiore:—«Io dissi: Oh, se Sua Maestà mi desse per moglie al suo scudiero, vorrebbe vedere le cose come anderebbero!»—La seconda:—«Io dissi: Oh, se mi desse al suo maestro di casa, non andrebber come le vanno le cose!»—La minore:—«Io dissi: Oh, se Sua Maestà mi sposassi, gli vorrei far tre figli: due maschi e una femmina. I maschi latte e sangue co' capelli d'oro; la femmina di latte e sangue co' capelli d'oro e una stella in fronte.»—«Bene!»—risponde Maestà.—«Sarà fatto quello che voi avete chiesto. Voi sposerete il maestro di casa; voi, lo scudiero; e voi sarete mia sposa. Ma con questo, se non saranno eseguite quelle cose che voi avete detto, pena la morte.»—Concludon le nozze, fanno presto, gua'. La moglie dello scudiero in pochi mesi, eh! c'eran le scuderie che non parevan più quelle affatto: ricche, belle, per bene, i meglio cavalli. La moglie del maestro di casa gl'interessi andavan benone, di bene in meglio. Il Re era contentissimo: la sua sposa era rimasta incinta. Lasciamo quand'era già su' sette mesi la sposa che era incinta, un cugino del Re gl'impone guerra. Ma, per tornare un passo addietro, aveva due sorelle questo Re. Dovette andare alla guerra e lasciar la sposa: come si fa? Dice addio alla sposa:—«Ricordati quel che t'hai promesso»—gli dice. Queste sorelle che avevan tant'astio con questa donna, gli avevano una rabbia le sorelle del Re! Viene l'ora che la partorisce e fa un bambino di latte e sangue co' capelli d'oro. Che ti fanno queste sorelle? Prendono questo bambino e ti mettono in vece una scimmia leste leste. E danno ordine a un suo servitore che lo metta in un canestrino e lo butti in Arno. C'eran dei barcajoli: corron dietro a questo canestrino questi barcajoli; lo prendono e vedono questa gran bella creatura.—«Oh birbante, chi gli è stato?»—dicono questi barcajoli; e uno dice:—«Lo porterò a casa e lo metterò a balia questo bambino.»—Che ti fa? lo prende e lo porta a casa e va cercando una balia per custodirlo, che la gli desse latte. Venghiamo ora a Maestà che doveva avere la risposta da queste sorelle, come stava la sposa, come l'aveva partorito. Gli mandano a dire che la sua consorte gli avea fatto una scimmia invece di un bambino di latte e sangue co' capelli d'oro; cosa ne dovevan fare?—«O scimmia o altro, tenete conto di lei»—risponde il Re alle sorelle. Dunque, quando lui gli ha finito la guerra, torna a Firenze. Ma non era l'istesso verso la moglie. Sì, gli voleva bene; ma mai non come prima, perchè sperava nella parola che la gli aveva data. In questo tempo, la ritorna incinta. Per tornare al bambino che è a balia, il balio vede questi capelli:—«Ma guarda»—dice alla moglie,—«non ti pare oro codesto?»—Dice la moglie:—«Sì, ch'è oro.»—Tagliano una ciocca di capelli e vanno a venderla. L'orefice la pesa e gli dà una somma, ma di molto, sapete, perchè era oro pesante e bello, che questo balio e questa balia erano arricchiti con questi quattrini. Ogni giorno gli tagliavano i capelli e andavano a venderli. Venghiamo ora a Sua Maestà, che mentre sua moglie gli era di sette mesi, suo cugino gl'impone guerra un'altra volta. Ecco lui va via, va alla guerra, dice addio alla moglie:—«Ricordati delle promesse!»—Vien l'ora che la partorisce e fa un maschio come l'aveva detto, co' capelli d'oro e con le carni di latte e sangue. Le birbanti delle sorelle[6] fanno prendere il bambino e ci mettono un cane. All'istesso omo dicono:—«Buttatelo, come avete fatto a quell'altro, in Arno.»—Questi barcajoli stessi veggono un altro canestrino, vanno e lo prendono e veggono un altro bambino:—«Ah poerino! Ma che bricconate son queste?»—dicono i barcajoli. Quel navicellajo prende il bambino e fa come all'altro; lo porta a casa e poi va dalla balia e riprende quello primo e rimette questo a balia e vien via a casa[7] col bambino maggiore. Lasciamo a questi e venghiamo alla novità che doveva avere il Re, se l'aveva partorito la su' moglie. E gli mandarono a dire le sorelle:—«L'ha fatto un cane la vostra sposa; scriveteci quel che si deve far di lei.»—«O cane o altro, tenerne di conto;»—manda a dire il Re.—«O cane o cagna, tenetene di conto.»—Il navicellajo ogni tanto l'andava a veder questo bambino. E trova il balio arricchito, in una maniera! con tanta mobilia, loro vestiti tutti per bene.—«In che maniera»—dice—«vo' siete così arricchiti?»—«Oh»—dicono—«noi siamo arricchiti...»—tante bugie! Ma il navicellajo guarda il bambino e vede i capelli tutti d'oro: ci fa osservazione.—«Oh bricconi»—dice—«perchè non me lo dire? Voi mi renderete la metà dei quattrini che avete presi.»—Questi balii, gua'! gli danno la metà de' quattrini e gli dicono:—«Per amor di dio, la ci perdoni!»—«Eh!»—dice—«Io vi perdono. Basta che facciamo a mezzo, è finita.»—Venghiamo ora che lui torna alla moglie, gli mostra i quattrini e gli racconta il caso.—«Noi si taglierà