Fame usurpate. Vittorio Imbriani

Fame usurpate - Vittorio Imbriani


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      e peggiora nell'ultima edizione questo pessimo brano, correggendo:

       Ore di ciel, che il ciel condanna.

      [pg!37] Corpo di Bacco! ed io crederei che questo uomo abbia potuto amare mai? Oh quegli cui una gentile desideratissima è stata quandochessia benigna una ora; quegli che almeno con la fantasia cupidamente ha bramato un'ora di felicità; sente nel ritrarla, non casca in freddure, in concettini, in antitesi; non pensa ned al cielo, ned all'inferno: quel presente è tale che spreoccupa del futuro.

      — «Ma l'Aleardi ha forse voluto manifestare la sua riprovazione per gli amori illeciti, che ne offendono il senso morale....»

      — Poverino! Davvero? E gli uomini dal senso morale conturbato, gli uomini ripieni di santo sdegno contro il peccato, a' tempi nostri il rivelano coi bisticci; come un secentista, come il cappuccino nel Campo di Wallenstein, del quale lo Schiller coadjuvato dal Goethe compilò la parlata sulle opere di Abramo da Santa Chiara? Che tanfo da don Pirlone! L'Aleardi ha voluto mentire una riprovazione che non sentiva, e non gli è riuscito. Non potremmo che commiserarlo se davvero sentita l'avesse: Dante era un carattere moralmente severissimo, come non ce n'è più, e colloca Francesca col cognato nella bufera infernale; eppure piange al vederli, eppure gliene duole, eppure s'impietosisce fino a cadere in deliquio: condanna e non impreca, perchè la mente gl'impone di condannare, ma il cuore scusa; invidia que' meschini, ma la fantasia, ritraendogliene la dolce colpa, lo invaghisce di essa.

      Ma lasciamo Dante: i paragoni sono odiosi. Il Nostro dichiara di amare ardentemente non so che Maria, ed in pruova le propone.....

      — «Cosa? Badiamo, veh, di moderare le espressioni!....» —

      — Non c'è da moderar nulla; non fu mai vista più moderazione in alcun amadore. Le propone di andarsene soli scorrazzando senza saper dove......

      — «Scarrozzando?» —

      — No, scorrazzando, a piedi.

      — «E non sarebbe meglio prender la ferrovia e [pg!38] scapparsene per un mesetto a Parigi, ch'è il luogo più acconcio per godersi lietamente la luna di miele di qualsivoglia amore?» —

      — Crederei, ma i giudizî differiscono. Le promette di raccogliere muschio e fargliene un guanciale, senza federa; di suaderle il sonno cantando la sua canzon più bella; e di meriggiarle accanto sotto all'odorosa tenda d'un'acacia tardiva perchè non diventi mora....

      — «Vedi bàlia e ninna-nanna! non sarebbe meglio andare all'albergo e farle preparare un buon letto sprimacciato, magari a due piazze?» —

      — A parer nostro, ma i gusti variano. Caso sopravvenisse un temporale; di freschi allori le farà ghirlanda; acciò vada: rispettata dai fulmini le chiome......

      — «O non sarebbe meglio aprire il paracqua?» —

      — Secondo gli usi odierni, ma i costumi cambiano. Quando poi la Maria avrà sete le

       ..... corrà pei solchi,

       L'onda del ciel nel calice dei fiori.

       Che dio prepara all'uccellin che migra....

      — «E quando l'avrà fame?» —

      — Una creatura tanto eterea non ha mai fame; ad ogni modo le frangerà il suo pane sovra un desco di rose e di viole;

      — «Magro pranzo e desco incomodo!» —

      — Quistion d'abito. Malgrado la etereità, pure a queste offerte seducenti, la Maria va

       ..... celando, con la man di neve,

       L'esistenza che in porpora la tinge.

      — «La man di neve? scommetterei che il braccio eburneo e le labbra coralline son poco discoste. Una ciliegia tira l'altra». —

      — Zitto, che adesso viene il bello. L'amante per assicurar lei che tituba, le dice:

       Rea non sarai: però che sempre è mesta

       Quella letizia che di colpa odora.

      [pg!39] — «Odore di colpa? somiglierà all'odore di becco, m'immagino. Un amante chiama reato e colpa lo scopo dell'amor suo? Mi burli? O che nuovo modo di sedurre? che nuova razza d'amanti è codesta?» —

      — Una esotica, rinvenuta dall'Aleardi, che han fatto probabilmente commendatore in grazia della preziosa scoperta zoologica, e non già, come si buccina dalle male lingue, in mercede de' versi scarabocchiati nell'albo del ministro Natoli. Egli prosegue: — «Al fondo non ci separa che un pregiudizio stolto. La progenie umana

       ai capricciosi

       Moti del suo pensier diede il superbo

       Nome di legge.

      Ma non importa: rispetteremo lo stolto pregiudizio, perchè... lo rispetteremo. Vivremo come fratello e sorella, placidamente insieme. Mia non sarai. Fidati». — E descrive gli amori di due isolette vicine, consorti, ma separate da mare profondissimo: Si guardan sempre e non si toccan mai; della luna e del globo, che fanno all'amore, quantunque

       ...... una infinita

       Lontananza di freddo aer le parte:

       Si guardan sempre e non si toccan mai,

      e conchiude:

       Così noi due, soletti pellegrini,

       In vicinanza coraggiosa e monda,

       Malinconicamente esuleremo;

      sicchè nojaltri lettori si finisce col fargli l'atroce ingiuria di credere che la Maria potesse fidarsi daddovero! Chieggo scusa dello scherzo, che convengo esser di pessimo gusto. Ma sfido io di rimanere in contegno leggendo questa robaccia e ricordando che pur c'è chi l'ammira bona fide.

      [pg!40] Chiunque ha un po' di mondo sa che nella vita si dànno casi analoghi; due infelici, due miserrimi possono trovarsi in una posizione falsa siffatta; ma se amano veramente, sinceramente, uno strazio catartico, una tragica colluttazione debbe verificarsi negli animi loro. Et, od il travaglio interno, cresciuto al punto — «che sostener nol può forza mortale» — gentilmente uccide i travagliati; oppure, vincendo ogni ritegno, sforzandoli a violare i dettami della coscienza, apparecchia la necessità della espiazione. Tale sarebbe il caso d'un fratello e d'una sorella che si amassero d'amore non fraterno, come il Renato e l'Amalia di Francesco-Augusto, visconte di Chateaubriand. Ma una rassegnazione placida, come questa dell'Aleardi, che non fa presentire nessuna catastrofe, è non meno psicologicamente assurda, che poeticamente incapace di soddisfarci. Verso la fine dello squarcio che ho riassunto si notano alcune descrizioncelle indovinate, almeno come intenzione: la rosa,

       All'amoroso rosignuol contesa;

      Le isole, che

       ..... l'una all'altra

       Sorridon liete;

      La luna e la terra, che:

       ..... nelle notti,

       Si scambiano un saluto alternamente

       Con favella di luce;

      ma perchè riuscissero poetiche qui, avrebbe da ogni parola dovuto trapelare la meraviglia, che a dispetto d'ogni legge naturale, il fiore e l'augello, le due isole, i due astri non si costringano in amplesso, ingenerando negli uditori il convincimento, che malgrado tutte le belle promesse, dopo la prima giornata di viaggio, il poeta sarà uomo e la Maria sarà donna, e la categoria morale violata preparerà la sua vendetta e la loro rovina. Allora avremmo biasimato l'aberrazione pur commiserando quei traviati, come nella Mirra dello Allobrogo feroce (che fu allobrogo solo ne' versi del Foscolo) per


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